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Il percorso lavorativo delle donne con disabilità - Associazione ...

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fare il corso da centralinista e dopo mi sono iscritta all’albo. Tutti i corsisti si iscrivono all’albo dei<br />

centralinisti, e di <strong>con</strong>seguenza dopo puoi iscriverti anche all’ufficio di collocamento. Durante la<br />

fase di ricerca del lavoro le difficoltà in realtà non sono state neanche tante, perché ho dovuto<br />

solamente aspettare che mi chiamassero: tre lunghi anni di attesa, però è arrivato tutto in<br />

automatico. Una volta che ti fanno iscrivere all’albo, scegli le Province che ti interessano, fai parte<br />

di una graduatoria e avanzi man mano che assegnano un impiego a qualcun altro, quindi non<br />

c’è neanche bisogno di andare tanto a cercare in giro, vieni proprio chiamata.<br />

Anche un’altra intervistata rac<strong>con</strong>ta di non aver faticato per la ricerca del lavoro, poiché il<br />

suo inserimento è avvenuto in maniera quasi diretta: non ho dovuto sudare tanto perché col<br />

corso per centralinisti, dopo l’esame di stato, è stato affisso l’elenco degli abilitati e sono stata<br />

chiamata per scegliere il lavoro, la scelta era tra un ospedale e un’altra società.<br />

Sicuramente quello che viene descritto è un <strong>percorso</strong> piuttosto lineare e agevole, un canale<br />

preferenziale per la ricerca del lavoro riservato alle persone <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong> visiva. Ma, se un<br />

non vedente volesse svolgere un lavoro diverso da quello di centralinista, cosa accadrebbe?<br />

Qual è il <strong>con</strong>fine tra un’opportunità e un <strong>percorso</strong> predefinito e obbligato?<br />

In una società che rispetta i diritti umani, in cui le applicazioni tecnologiche e il sistema dei<br />

servizi possono rendere accessibili i luoghi di vita e di lavoro, in cui gli strumenti informatici<br />

rendono fruibili i mezzi di comunicazione e <strong>con</strong>sentono a un cieco di leggere, in cui le<br />

persone <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong> possono frequentare le scuole ordinarie e svolgere un lavoro produttivo,<br />

ciascuno dovrebbe poter scegliere il proprio <strong>percorso</strong> <strong>lavorativo</strong>, in funzione <strong>delle</strong><br />

proprie capacità e aspettative. Viceversa, questo non è accaduto a una donna <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong><br />

visiva che ha scelto di seguire una strada professionale diversa da quella di centralinista:<br />

un’esperienza che ho vissuto l’anno scorso di grossa discriminazione verso la mia <strong>disabilità</strong> è<br />

stata proprio da parte <strong>delle</strong> istituzioni. Mi spiego meglio. La mia Provincia ha indetto un <strong>con</strong>corso<br />

come psicologa e allora ho pensato “è solo un posto, che lo faccio a fare?”. Poi mi sono detta<br />

“io non posso essere come quello che va a pregare San Gennaro per vincere al gioco e poi non<br />

gioca, ci devo provare”. Mi sono scaricata da internet il bando e ho visto che uno dei requisiti<br />

era la patente di guida, ma io purtroppo quella non ce l’avrò mai perché sono una persona <strong>con</strong><br />

<strong>disabilità</strong> visiva. Quindi ho chiamato la Provincia per chiedere a un operatore come dovevo<br />

comportarmi e mi hanno risposto che se non avevo la patente di guida non potevo partecipare.<br />

Ma io la patente non ce l’ho non perché non la voglio avere, ma perché sono una persona <strong>con</strong><br />

<strong>disabilità</strong> visiva. “Faccia una cosa - mi dice l’operatore - ci metta che la patente ce l’ha. Poi, se<br />

il <strong>con</strong>corso lo vince, il problema si pone, altrimenti, se non lo vince, il problema non sussiste”.<br />

Ho risposto: “ma scusi, si rende <strong>con</strong>to di quello che sta dicendo?” Forse quell’operatore non si<br />

rendeva <strong>con</strong>to. Allora sono andata da un mio amico avvocato per avere una <strong>con</strong>sulenza su come<br />

impostare la domanda e l’abbiamo impostata in questo modo: abbiamo scritto che io possedevo<br />

tutti i requisiti tranne la patente di guida, in quanto sono una persona <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong> visiva.<br />

Oltre a questo, ho allegato, sempre nella domanda, una dichiarazione per dimostrare che io<br />

sono una persona autonoma, in quanto inserita nel mondo del lavoro grazie al servizio civile ad<br />

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