Il percorso lavorativo delle donne con disabilità - Associazione ...
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<strong>Il</strong> bilancio del proprio <strong>percorso</strong><br />
[ Tra soddisfazione e discriminazione multipla ]<br />
Dalle narrazioni raccolte in questa indagine affiora l’importanza che il lavoro ha assunto<br />
nella vicenda esistenziale <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> intervistate e la misura in cui esso ha inciso sulla<br />
qualità della loro vita.<br />
Nel valutare il rapporto tra quello che si voleva per sé e quello che si è ottenuto, molte<br />
<strong>donne</strong> rivelano di aver raggiunto una realizzazione personale superiore alle proprie aspettative,<br />
che dipende dall’aver affrontato un <strong>percorso</strong> pieno di ostacoli legati soprattutto alla<br />
cultura diffusa nel Paese: io penso di essere riuscita a farmi una strada, anche se ancora piena<br />
di sassi, perché per me l’ostacolo più grande sono le barriere della mente. Questo trova una<br />
chiara esemplificazione nel rac<strong>con</strong>to di una <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> intervistate. Se vado a ripescare la<br />
mia <strong>con</strong>dizione di giovane, di adolescente di quel tempo, io ricordo che in effetti il lavoro non<br />
era nelle mie prospettive o comunque il tipo di lavoro che ho fatto, perché il messaggio che<br />
mi è stato trasmesso durante il <strong>percorso</strong> da studentessa è sempre stato “devi studiare per te,<br />
per avere una tua cultura personale, per distinguerti”. Quindi quello che mi passava era “tanto<br />
tu non ce la farai, perché il mondo del lavoro ti è precluso”. E questo messaggio mi veniva<br />
trasmesso come un martello.<br />
Le esperienze raccolte narrano di una costante lotta per affermare i propri diritti, per vedere<br />
realizzate le proprie aspettative. Molti rac<strong>con</strong>ti illustrano un <strong>percorso</strong> faticoso, in cui al ri<strong>con</strong>oscimento<br />
dei propri limiti si affianca il mancato ri<strong>con</strong>oscimento <strong>delle</strong> proprie potenzialità.<br />
È stato, infatti, già messo in luce in altre parti del rapporto di ricerca come le <strong>donne</strong> <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong><br />
abbiano combattuto <strong>con</strong>tro una costante sottovalutazione <strong>delle</strong> proprie capacità, il pregiudizio,<br />
l’essere “parcheggiate” in un posto di lavoro, a prescindere da competenze e aspirazioni.<br />
Me lo sono dovuta un po’ inventare il lavoro, perché là c’erano due strade: o facevo la lavativa<br />
e l’handicappata, nel senso che andavo là e mi sedevo, oppure mi davo da fare per dare un<br />
<strong>con</strong>tenuto vero a questo ruolo che mi avevano assegnato, così ho cominciato a lavorare in questo<br />
senso…insomma tutto è stato <strong>con</strong>quistato <strong>con</strong> fatica, tutto guadagnato <strong>con</strong> fatica, tutto tirato<br />
<strong>con</strong> i denti.<br />
<strong>Il</strong> successo nel <strong>percorso</strong> <strong>lavorativo</strong> viene attribuito soprattutto alla propria tenacia, al fatto di<br />
aver colto tutte le occasioni che si presentavano ed essersi impegnate nel raggiungimento<br />
dei propri obiettivi, non arrendendosi di fronte alle difficoltà.<br />
Io mi sono dovuta proporre in un certo modo, mi sono messa in gioco, ho fatto dei percorsi,<br />
ho studiato, sono andata io, nessuno mi è venuto a cercare a casa, questo è il <strong>con</strong>cetto<br />
fondamentale…io ritengo che la mia vita sia stata comunque un viaggio, un viaggio fatto di<br />
tanti momenti e mi immagino sempre che tutti gli episodi che mi sono capitati siano dipesi dal<br />
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