Il percorso lavorativo delle donne con disabilità - Associazione ...
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lo trovo più facile…l’unica cosa che uso in cucina è il microonde e l’ho cercato <strong>con</strong> i pulsanti,<br />
invece che <strong>con</strong> le manopole, perché faccio meno fatica. Ho la macchinetta del caffè elettrica,<br />
in modo da non dover accendere fuochi, perché ho paura. Ho comprato per il desktop il mouse<br />
touch screen, che è molto più semplice per me da usare.<br />
– Internet lo utilizzo molto e sicuramente è uno strumento utile per chi ha difficoltà a muoversi.<br />
– Direi che il ruolo <strong>delle</strong> tecnologie nella mia esperienza è stato fondamentale. Io ho iniziato<br />
a studiare alle elementari quando c’era solo e soltanto il braille e si cominciavano ad avere<br />
i primi libri registrati <strong>con</strong> le audiocassette. Alle medie ho avuto il primo computer e tra le<br />
medie e le superiori il primo scanner, quindi avevo l’autonomia nella lettura. Mi ricordo che<br />
lo scanner ci metteva qualcosa tipo 5 minuti a pagina per processarla e aveva un grosso<br />
margine di errore, però per me c’era l’ebbrezza della lettura in autonomia, del leggere<br />
quando volevo io, il libro che volevo io. Non l’ho buttato il primo scanner, ce l’ho a casa<br />
e ogni tanto vado e me lo accarezzo, è un rapporto quasi fisico; se lo vedi adesso sembra<br />
veramente un catorcio residuato, però all’epoca era veramente l’avanguardia. Fino ad arrivare<br />
a oggi che non ho lo scanner ma ho il cellulare che scatta la foto, la rielabora in testo e te lo<br />
legge istantaneamente. Ecco, per esempio, io la posta la smisto in questo modo, leggendo<br />
istantaneamente quello che devo leggere nel giro di un minuto. Per non parlare di internet,<br />
della possibilità di trovare in rete testi normativi, la gazzetta ufficiale, i disegni di legge della<br />
Camera e del Senato. Insomma, una possibilità veramente s<strong>con</strong>finata. Devo dire che odio la<br />
dipendenza dai computer però, obbiettivamente parlando, se non ci fossero, la qualità di vita<br />
professionale, e probabilmente anche in generale, per un disabile visivo sarebbe di molto inferiore.<br />
Al <strong>con</strong>trario, l’immutabilità <strong>delle</strong> prassi lavorative, la poca disponibilità nell’adottare soluzioni<br />
alternative, la mancata implementazione degli strumenti informatici costituis<strong>con</strong>o un<br />
ostacolo per il pieno inserimento <strong>lavorativo</strong> e per il migliore utilizzo <strong>delle</strong> risorse umane.<br />
Allora, c’è un problema. Io ho sempre bisogno di <strong>con</strong>frontarmi <strong>con</strong> i miei colleghi e anche<br />
per questo ho il computer collegato a internet, perché, mentre gli altri possono telefonare, io<br />
(essendo non udente) non posso farlo. Quindi, quando vado dal cliente e non c’è internet mi<br />
sento male. Oppure capita che loro non vogliono che io usi Messenger o Skype, ma “ignoranti”!<br />
Io Messenger non lo uso per chattare ma per <strong>con</strong>sultarmi, mi serve per lavorare <strong>con</strong> un’altra<br />
persona, anche se potrebbe sembrare strano. Per me è l’unico modo per <strong>con</strong>sultare i miei<br />
colleghi. I programmatori usano sempre Messenger e, quando non possono farlo, telefonano,<br />
ma io non posso telefonare…e questa è una cattiva informazione, perché comunque è vero che<br />
molti dipendenti che non hanno una <strong>disabilità</strong> si mettono a chattare, però questo non vale per<br />
me. A me serve veramente, è come l’acqua, come l’aria da respirare. È il mio lavoro e non c’è<br />
niente di straordinario.<br />
– Oggi l’attività di udienza viene ancora svolta <strong>con</strong> sistemi arcaici, si usano ancora i fogli protocollo<br />
uso bollo e si scrive <strong>con</strong> la penna, quindi bisogna scrivere e leggere estemporaneamente, un<br />
qualcosa che non si può fare <strong>con</strong> il computer, nonostante si parli di processo telematico da<br />
anni…quindi come avvocato (essendo non vedente), per poter svolgere la libera professione,