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Il percorso lavorativo delle donne con disabilità - Associazione ...

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L’inserimento nel mondo del lavoro identifica il momento <strong>con</strong>clusivo dell’itinerario educativo<br />

e formativo. Ed è proprio il lavoro uno dei fattori che ha permesso a molte intervistate<br />

di perseverare o proseguire negli studi. Le <strong>donne</strong> sono perfettamente <strong>con</strong>sapevoli che a<br />

un’adeguata formazione corrispondono maggiori opportunità occupazionali. Per me è sempre<br />

stato importante studiare molto e andare bene. Essere brava offre anche <strong>delle</strong> opportunità.<br />

– Quando presenti un curriculum più completo ovviamente il titolare ne tiene <strong>con</strong>to.<br />

– Per me è importante lo studio, se non studi non trovi il posto di lavoro.<br />

– Ho scelto ingegneria informatica perché sapevo che ci sarebbero state più possibilità per me di<br />

trovare lavoro. A volte la distanza tra la scuola e la casa di residenza ha fortemente determinato<br />

la scelta di un <strong>percorso</strong> piuttosto che di un altro, spesso a discapito dei desideri, degli<br />

interessi e <strong>delle</strong> aspirazione individuali. In questi rac<strong>con</strong>ti, le esperienze <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> <strong>con</strong><br />

<strong>disabilità</strong> dalla nascita o insorta in età scolare sono sovrapponibili a quelli <strong>delle</strong> intervistate<br />

la cui <strong>disabilità</strong> è insorta in età adulta. A <strong>con</strong>ferma del fatto che troppo spesso le <strong>donne</strong><br />

sono soggetti da proteggere, e che le <strong>donne</strong> <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong> lo sono doppiamente. Mi sarebbe<br />

piaciuto diventare maestra d’asilo, invece mi sono fermata alla terza media perché i miei genitori<br />

non mi hanno fatto proseguire gli studi in quanto la scuola era lontana dal paese dove abitavamo<br />

(la <strong>disabilità</strong> non era ancora insorta).<br />

– La mia passione erano le lingue anche se non ho potuto frequentare il liceo linguistico: mio<br />

padre non mi ha permesso di farlo perché io abitavo in provincia e quindi non voleva che andassi<br />

a Napoli dove si trovava l’unico liceo linguistico (la <strong>disabilità</strong> non era ancora insorta).<br />

– Tra gli istituti superiori adatti ai disabili c’erano tutte quelle cose un po’ marginali che a me non<br />

piacevano molto, come la segretaria d’azienda, però pur di studiare avrei fatto qualsiasi cosa.<br />

Ci indicarono un istituto che stava a Firenze, ma non ci piacque. Cioè, più che a me, non piacque<br />

ai miei genitori, perché stava lontano e dicevano “oddio, se non sia mai poi tu stai male?”. C’era<br />

sempre il problema che pensavano che fossi particolarmente cagionevole di salute e quindi<br />

niente. Poi trovarono un istituto in un paese vicino al mio dove si facevano le magistrali.<br />

– Io volevo fare il liceo psico-pedagogico, ma i miei, siccome dovevo andare in un paese un po’<br />

più lontano da dove abitavo, mi hanno detto di no, allora ho fatto la segretaria d’azienda.<br />

Gli stereotipi di genere, ossia i modelli culturali che definis<strong>con</strong>o il nostro “essere donna” o<br />

“essere uomo”, possono <strong>con</strong>dizionare fortemente le scelte scolastiche e formative. Tra tutte<br />

le differenze <strong>con</strong> cui quotidianamente abbiamo a che fare quella di genere è spesso data<br />

per s<strong>con</strong>tata, mentre è importante tenerne <strong>con</strong>to per comprendere la dinamica <strong>delle</strong> scelte<br />

individuali. Le <strong>donne</strong> spesso si orientano verso certi tipi di percorsi formativi, alcune volte<br />

per una propria attitudine, altre volte perché influenzate da stereotipi socio-culturali che<br />

vogliono le <strong>donne</strong> più propense verso il mondo della relazione e dell’educazione. Non è un<br />

caso che molte intervistate rac<strong>con</strong>tino di aver <strong>con</strong>seguito il diploma magistrale o di essersi<br />

laureate in psicologia o pedagogia. In questa direzione, la <strong>disabilità</strong> può rappresentare<br />

un fattore aggiuntivo, che spinge le <strong>donne</strong> a intraprendere determinati percorsi formativi.<br />

L’aumentata sensibilità verso certi temi può, infatti, diventare una risorsa da utilizzare. Me

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