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Tav. A - Relazione - Caprarica di Lecce

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che passa dai 29 “fuochi” del 1447 ai 40 “fuochi” del 1480, nonostante le<br />

numerose incursioni <strong>di</strong> pirati e le continue epidemie.<br />

L’accresciuta forza bellica dell’impero turco e la <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> forza della<br />

presa <strong>di</strong> Otranto, danno l’impulso ad un vasto programma <strong>di</strong> rinnovamento<br />

urbano in <strong>di</strong>versi centri della Contea.<br />

Gli aragonesi tra la fine del XV e l’inizio del XVI sec. danno, infatti, il via ad un<br />

rinnovamento e potenziamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse fortificazioni in tutta la Provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Lecce</strong>.<br />

A <strong>Caprarica</strong> la vecchia torre normanna viene inglobata in un vero e proprio<br />

castello a cui si “addossano” le nuove <strong>di</strong>more dei nobili locali e <strong>di</strong> quelli<br />

inse<strong>di</strong>atisi a seguito dei crescenti rapporti commerciali.<br />

Sotto l’impulso del Concilio Tridentino, al frenetico rinnovamento <strong>di</strong><br />

fortificazioni e palazzi, si affianca anche un rinnovamento e sviluppo<br />

dell’architettura religiosa.<br />

Nella Contea <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> e in tutto il Salento, nel XVI sec., si assiste ad un<br />

vertiginoso aumento degli scambi commerciali e delle produzioni agricole.<br />

A sancire e rafforzare questa ripresa economica, Carlo V, con privilegio del<br />

1539, <strong>di</strong>chiara <strong>Lecce</strong> “Caput Apuliae”, dandole giuris<strong>di</strong>zione anche sull’intera<br />

provincia <strong>di</strong> Bari e su parte della Basilicata, giuris<strong>di</strong>zione ristretta,<br />

successivamente, alla sola Terra d’Otranto.<br />

Attratti molto probabilmente dai ricchi mercati della Contea, gli Adorno,<br />

famiglia patrizia e dogale genovese, si stanziano in Terra d’Otranto,<br />

<strong>di</strong>venendo baroni <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> ed altri feu<strong>di</strong>.<br />

Solo un secolo dopo gli Adorno venderanno il feudo <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> ad un’altra<br />

famiglia <strong>di</strong> mercanti genovesi, i Giustiniani.<br />

Le cause <strong>di</strong> questa ven<strong>di</strong>ta sono da ricercarsi nella grave crisi economica che,<br />

in questa fase storica, interessa la Contea <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>.<br />

Il casale <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, tra la fine del XVII e l'inizio XVIII sec., è infatti<br />

pienamente coinvolto in una situazione economica <strong>di</strong> estrema debolezza,<br />

causata dal salasso delle tasse che i re <strong>di</strong> Napoli impongono alle popolazioni<br />

del regno; il segno <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>fficile situazione è il sensibile calo demografico: si<br />

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