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S A F F O - OpenstarTs - Università degli Studi di Trieste

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Al pari <strong>di</strong> Alceo o Alcmane, anche Saffo rivestì la funzione <strong>di</strong> “poeta tra<strong>di</strong>zionale” e compose canti,<br />

che desiderava fossero conservati nel tempo ed eseguiti continuamente, in altre parole mirava alla loro<br />

sopravvivenza e alla loro assunzione nel tra<strong>di</strong>zionale patrimonio culturale della comunità (vd. frr. 18; 32;<br />

44 A col. II; 58 B; 127; 128; 150).<br />

7. Tiaso e religione afro<strong>di</strong>tica<br />

Possiamo affermare che il gruppo che ruotava intorno a Saffo aveva carattere cultuale, poiché dagli<br />

argomenti affrontati nei carmi della poetessa emergono in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> una cospicua attività rituale al suo<br />

interno. Inoltre esso aveva una funzione preparatoria alla vita adulta per le fanciulle che ne facevano<br />

parte. Queste ultime, provenienti da località <strong>di</strong>verse, vi trascorrevano l'adolescenza, o parte <strong>di</strong> essa,<br />

preparandosi al matrimonio e poi alla maternità: con le nozze, infatti, assumendo prima il ruolo <strong>di</strong> mogli e<br />

poi quello <strong>di</strong> madri, venivano integrate nella società.<br />

In un componimento in<strong>di</strong>rizzato alla figlia Cleide, per esortarla a sopportare coraggiosamente un<br />

evento luttuoso, la poetessa definisce la propria cerchia casa dei servitori delle Muse (fr. 150), in<strong>di</strong>cando<br />

con quell'espressione un'associazione <strong>di</strong> persone de<strong>di</strong>te alle arti e al culto delle Muse (frr. 127 e 187), che<br />

a volte risultano associate alle Cariti (frr. 103 e 128), <strong>di</strong>spensatrici <strong>di</strong> grazia e bellezza (frr. 53 e 81 b). La<br />

stessa Saffo va fiera dei doni che queste <strong>di</strong>vinità le avevano concesso (fr. 32), e si vanta della fama<br />

imperitura (fr. 147), che Afro<strong>di</strong>te le aveva promesso (fr. 86+60+65), per essersi <strong>di</strong>stinta dalle sue rivali<br />

ignoranti (vd. fr. 55). È probabile che da quell'adesione alla vita colta derivasse la credenza in una sorta <strong>di</strong><br />

sopravvivenza dopo la morte (fr. 95), nonché la consapevolezza <strong>di</strong> ottenere fama imperirura (frr. 55 e 58<br />

D). grazie al fatto <strong>di</strong> coltivare l'arte delle Muse e grazie al potere vivificatore della memoria (vd. Ael.<br />

Aristid. Or. XXVIII 51):<br />

Penso che anche tu abbia sentito <strong>di</strong>re che, nei confronti <strong>di</strong> alcune donne, che si consideravano felici, Saffo si<br />

vantasse sostenendo che in realtà le Muse l'avevano resa beata e invi<strong>di</strong>abile e che non sarebbe stata<br />

<strong>di</strong>menticata neppure dopo la sua morte.<br />

Al tempo stesso non manca la deplorazione per gli impe<strong>di</strong>menti imposti dalla sopraggiunta vecchiaia (frr.<br />

21 e 58 C), generalmente considerata un terribile male (vd. Il. IV 315; V 153; VIII 103; X 79; XVIII 434;<br />

XIX 336; XXIII 623; XXIV 487; Od. XI 196; Hes. Theog. 225 e 604; Op. 111s. e 331; Arch. fr. 188, 2<br />

W.; Mimn. frr. 1 e 7; Sol. fr. 18, 10 PETFr; Theogn. 728; 768 e 1131s.). Anche le fanciulle, per avere una<br />

perfetta educazione conforme alla loro alta con<strong>di</strong>zione sociale, dovevano acquisire familiarità con la<br />

poesia e il canto, come attesta la lode in<strong>di</strong>rizzata a una ragazza che aveva <strong>di</strong>mostrato eccezionali attitu<strong>di</strong>ni<br />

in quel campo (fr. 56):<br />

Credo che nessuna ragazza, che abbia visto la luce del sole, in nessun tempo sarà pari a te in sapienza.<br />

Tuttavia la principale <strong>di</strong>vinità nominata nei carmi è Afro<strong>di</strong>te: la dea da un lato rivestiva una notevole<br />

importanza per i componenti dell'aristocratica famiglia <strong>di</strong> Saffo che, grazie all'esercizio del commercio<br />

marittimo, avevano stabilito rapporti con altre famiglie in <strong>di</strong>verse località del Me<strong>di</strong>terraneo, dove il culto<br />

afro<strong>di</strong>tico era ampiamente praticato, dall'altro occupava una posizione centrale all'interno del tiaso, come<br />

afferma Imerio in un'orazione nella quale descrive i riti sacri in onore della dea <strong>di</strong>retti personalmente da<br />

Saffo (Or. IX 4, pp.75s.). La testimoninanza è importante, oltre che per l'intrinseco valore documentario,<br />

anche perché pone l'accento sulla ritualità e la coralità della cerimonia, nonché sulla centralità <strong>di</strong> Afro<strong>di</strong>te,<br />

che è accompagnata nel ninfeo dagli Amori sul carro delle Cariti.<br />

La valenza religiosa talvolta è soltanto implicita nella funzione para<strong>di</strong>gmatica dei miti descritti negli<br />

epitalami, come quello relativo alle nozze <strong>di</strong> Ettore e <strong>di</strong> Andromaca (fr. 44), su cui Saffo si sofferma<br />

menzionando minuziosamente le <strong>di</strong>verse fasi per enfatizzare la solennità e la sacralità della cerimonia;<br />

altre volte invece essa è esplicitata negli inni, in particolare nell'invocazione ad Afro<strong>di</strong>te, con la quale<br />

iniziava l'e<strong>di</strong>zione alessandrina delle sue poesie (fr. 1).<br />

Nei carmi, però, sono ricordate anche altre <strong>di</strong>vinità che presenziavano i momenti più significativi<br />

dell'esistenza femminile, quali Artemide (fr. 44 A) ed Era (vd. fr. 17), per le quali, erano celebrati riti<br />

privati all'interno della cerchia. Ad altre feste o a <strong>di</strong>stinti ambiti cultuali erano in<strong>di</strong>rizzati infine i frr. 34;<br />

140; 154 e anche il fr. 168 B, nel quale si fa riferimento a una situazione notturna, connessa con una<br />

cerimonia altrimenti ignota:<br />

La luna è tramontata e anche le Pleia<strong>di</strong>; è a mezzo la notte, via trascorre il tempo e io giaccio sola.<br />

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