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Esplosioni nucleari - Seismoatschool.ethz.ch

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LaM Fisica 2010/2011 Aron Erbetta, 4F<br />

persone <strong>ch</strong>e hanno perso tutto. All'interno della Terra, invece, l'esplosione provoca danni ingenti<br />

sulla sua struttura e stabilità nelle zone limitrofe alla detonazione, danni <strong>ch</strong>e l'uomo non è in grado<br />

di accertare senza l'ausilio di strumenti adatti. Tali conseguenze potrebbero fare in modo <strong>ch</strong>e<br />

avvenga un sisma an<strong>ch</strong>e dopo un lasso di tempo considerevole successivo all'esplosione. Tuttavia<br />

non siamo in grado di affermare tale teoria, e tale affermazione non potrà essere fatta ancora per<br />

diversi anni, in quanto per il momento non si è in grado di determinare se gli effetti di un'esplosione<br />

possano effettivamente causare dei cambiamenti nel sottosuolo così profondi da generare terremoti<br />

<strong>ch</strong>e prima non sarebbero avvenuti, oppure se semplicemente hanno acceso la miccia ad un sisma<br />

<strong>ch</strong>e era già sul punto di verificarsi, oppure ancora se non hanno nessun effetto di lunga durata ma<br />

solamente istantaneo.<br />

4.4 Struttura interna della Terra 78<br />

Come è già stato detto nel capitolo 4.1, le detonazioni <strong>nucleari</strong> sotterranee erano utilizzate pure per<br />

determinare la struttura interna della Terra. Infatti, tramite la tecnologia nucleare, sono state fatte<br />

molte scoperte riguardanti il nostro globo, questo per<strong>ch</strong>é l'ordigno utilizzato per il test nucleare e<br />

per gli studi sismologici veniva posizionato in un punto ovviamente noto; ne consegue <strong>ch</strong>e si<br />

conosceva perfettamente il punto di origine del sisma. Secondariamente era conosciuto an<strong>ch</strong>e il<br />

momento esatto dell'inizio del terremoto, ancora prima <strong>ch</strong>e esso si verificasse. Infine, “il segnale<br />

delle onde P è molto meno complesso di quello generato da un onda P di un terremoto naturale” 79 .<br />

Uno dei primi sismologi <strong>ch</strong>e pensò all'utilizzo del nucleare per le ricer<strong>ch</strong>e sismologi<strong>ch</strong>e fu Keith<br />

Bullen, matematico e geofisico neozelandese, <strong>ch</strong>e cominciò a mettere in atto degli esperimenti,<br />

tramite i quali, nel 1955, grazie al Maralinga test avvenuto in Australia, riuscì a misurare con<br />

successo lo spessore della crosta australiana.<br />

La forma della Terra può essere paragonata a quella di un uovo, di forma sferica ma leggermente<br />

s<strong>ch</strong>iacciata ai poli, avente un raggio di 6371 Km. Le rocce in superficie possono essere studiate<br />

direttamente (ovvero senza l'ausilio di strumenti particolari) per alcuni <strong>ch</strong>ilometri semplicemente<br />

perforando la crosta, mentre a partire da una certa profondità è necessario utilizzare altri metodi.<br />

Osservando i risultati ottenuti dai test <strong>nucleari</strong>, si è visto <strong>ch</strong>e i sismogrammi presentavano dei<br />

leggeri cambiamenti nella registrazione delle onde sempre a determinate profondità. Si è dunque<br />

78. Il seguente capitolo è il risultato della lettura, della traduzione e dell'elaborazione personali delle informazioni contenute nelle<br />

seguenti fonti:<br />

Bruce A. Bolt: Nuclear Explosions and Earthquakes – The Parted Veil, 1976, San Francisco, W.H. Freeman and Company, pag. 56-<br />

61, 231-234<br />

79. Tratto da:<br />

Bruce A. Bolt: Nuclear Explosions and Earthquakes – The Parted Veil, 1976, San Francisco, W.H. Freeman and Company<br />

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