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REGIONE EMILIA ROMAGNA Linee guida per la diagnosi ... - Saluter

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inattenzione, disturbo di memoria, rallentamento psicomotorio, ed altri segni sottocorticali,<br />

come disturbo del<strong>la</strong> marcia, incontinenza urinaria, segni parkinsoniani, soprattutto rigidità<br />

e akinesia.<br />

4) Demenza da ipo<strong>per</strong>fusione. La demenza può conseguire a una ischemia cerebrale<br />

globale secondaria ad arresto cardiaco o a ipotensione profonda, o a un'ischemia<br />

localizzata in territori spartiacque, che comprendono <strong>la</strong> sostanza bianca <strong>per</strong>iventico<strong>la</strong>re.<br />

5) Demenza post-emorragica. Le lesioni emorragiche, compresi l'ematoma subdurale<br />

cronico, le sequele di un'emorragia subaracnoidea, l'ematoma cerebrale (frequentemente<br />

associato, nell'anziano, ad angiopatia amiloidea), possono produrre una demenza<br />

vasco<strong>la</strong>re.<br />

6) Altri meccanismi. Una combinazione dei fattori sopra indicati, o qualche altro fattore<br />

non ancora conosciuto possono giocare un ruolo nel<strong>la</strong> patogenesi del<strong>la</strong> demenza<br />

vasco<strong>la</strong>re.<br />

Utilizzando questi criteri, demenze di Alzheimer nelle quali si documenti <strong>la</strong> presenza di<br />

lesioni ischemiche non dovrebbero essere c<strong>la</strong>ssificate come forme "miste" solo <strong>per</strong> il<br />

riscontro di lesioni ischemiche all'esame neuroradiologico. Il termine di "demenza mista"<br />

usato fino a oggi <strong>per</strong> definire casi di ma<strong>la</strong>ttia di Alzheimer accompagnati da ma<strong>la</strong>ttia<br />

cerebrovasco<strong>la</strong>re è criticabile, dato che il contributo vasco<strong>la</strong>re al<strong>la</strong> demenza non è<br />

conosciuto, mentre il ruolo del<strong>la</strong> <strong>per</strong>dita neuronale è senza dubbio importante. Se sono<br />

soddisfatti i criteri NINDS-ADRDA <strong>per</strong> <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia di Alzheimer e sono evidenti le tipiche<br />

caratteristiche neuroradiologiche del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia di Alzheimer, <strong>la</strong> <strong>diagnosi</strong> di ma<strong>la</strong>ttia di<br />

Alzheimer deve prevalere sul<strong>la</strong> <strong>diagnosi</strong> di demenza vasco<strong>la</strong>re. In questi casi, il NINDS-<br />

AIREN International Workshop suggerisce, più che di "demenza mista", di utilizzare il<br />

termine di "ma<strong>la</strong>ttia di Alzheimer con ma<strong>la</strong>ttia cerebrovasco<strong>la</strong>re".<br />

La sopravvivenza dei pazienti affetti da MID è risultata in alcuni studi inferiore a quel<strong>la</strong> dei<br />

pazienti affetti da AD (il 50% di sopravvivenza dall'inizio del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia è stato ottenuto<br />

rispettivamente dopo 6.7 e 8.1 anni).<br />

3.2.3 Le demenze degenerative di tipo non-Alzheimer<br />

La ricerca clinica e neuropatologica più recente ha rivolto i suoi sforzi al tentativo di una<br />

sempre maggiore caratterizzazione e differenziazione dell’AD dalle altre forme di demenza<br />

degenerativa. In effetti, molti casi di demenza con quadro clinico meno caratteristico<br />

(esordio acuto, apoplettiforme, presenza di segni neurologici focali, alterazioni del<strong>la</strong> marcia<br />

in fase precoce, presenza di deficit cognitivo iso<strong>la</strong>to e<br />

______________________________________________________________________________________<br />

_progressivo), c<strong>la</strong>ssificati come AD, risultano in realtà trattarsi di altre patologie, a volte su<br />

base vasco<strong>la</strong>re, più spesso su base degenerativa. Un numero sempre maggiore di <strong>la</strong>vori<br />

pone l'accento sulle forme di demenza con caratteri clinici e neuropatologici distintivi dalle<br />

forme c<strong>la</strong>ssiche di demenza di Alzheimer.<br />

3.2.4 Demenza fronto-temporale<br />

Una forma di demenza di recente caratterizzazione è <strong>la</strong> demenza fronto-temporale, che è<br />

re<strong>la</strong>tivamente frequente (5-14% di tutte le demenze secondo alcune casistiche). Il quadro<br />

clinico, le caratteristiche neuropatologiche e <strong>la</strong> stessa nosologia sono ancora poco chiare,<br />

anche se sono ora disponibili criteri diagnostici, clinici ed istologici più rigorosi. La<br />

demenza frontotemporale si caratterizza dal punto di vista clinico <strong>per</strong> precoci disturbi<br />

comportamentali (disinibizione, <strong>per</strong>dita del controllo sociale, i<strong>per</strong>oralità, stereotipia),<br />

alterazioni dell'affettività (apatia, disinteresse, ipocondria, somatizzazioni) e precoci<br />

disturbi del linguaggio (monotonia, eco<strong>la</strong>lia, <strong>per</strong>severazioni). Carattere clinico<br />

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