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Rivista Slsi 1-4 /2004 - Slsi.It

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INDA: difendere i testi classici<br />

dalle arbitrarie contaminazioni<br />

Il convegno tenutosi a Roma nell’auletta “La Sagrestia”<br />

della Camera dei Deputati su iniziativa della <strong>Rivista</strong><br />

“Quaderni radicali” diretta da Giuseppe Rippa,<br />

ha dimostrato l’opportunità di ridefinire al più presto i<br />

compiti dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico (IN-<br />

DA) divenuto argomento culturale di interesse pubblico.<br />

Vi hanno partecipato personalità di diverse estrazioni<br />

da Emanuele Macaluso della sinistra più illuminata a Filippo<br />

Mancuso liberale fino alla provocazione ad Antonio<br />

Rotondo, noto senatore DS – tutti siciliani. Sono intervenuti<br />

Renato Giordano, regista, drammaturgo ed<br />

esperto ricercatore della musica alle origini della nascita<br />

della tragedia greca, Pino Caruso, attore oltre che apprezzato<br />

scrittore, Glauco Reale, appassionato testimone<br />

del disagio procurato alla cittadinanza siracusana<br />

dalle contaminazioni arbitrarie dei testi classici, ed altri.<br />

Da ognuno di loro è stata variamente ribadita la necessità<br />

di restituire a Siracusa l’iniziativa in campo<br />

creativo e produttivo nel segno provincializzato della<br />

vocazione che la fa custode esclusiva della sua tradizione<br />

millenaria.<br />

Assenti – tranne uno – gli invitatissimi responsabili<br />

della politica culturale; sorprendente il silenzio di Fabio<br />

Granata, assessore regionale ai beni Culturali, sordo<br />

ad ogni sollecitazione diretta ed indiretta. La accennata<br />

eccezione riguarda invece l’On. Nicola Bono,<br />

sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali, che ha<br />

partecipato al dibattito sia pure nel breve tempo consentitogli<br />

da suoi pressanti impegni. (Colgo l’occasione<br />

per dirmi pubblicamente a lui grato per l’incoraggiamento<br />

morale con il quale mi ha confortato durante<br />

i travagliati e talvolta umilianti mesi della mia presidenza<br />

all’INDA). Mi dispiace però che egli abbia dovuto<br />

prendere politicamente le distanze dalla mia proposta<br />

di dichiarare Siracusa Parco Nazionale della Drammaturgia<br />

Antica invocando il rispetto dovuto dal Governo<br />

per l’assoluta libertà di espressione. Nessuno la<br />

metteva in discussione, tanto meno colui che ha organizzato<br />

e brillantemente introdotto il convegno: Giuseppe<br />

Rippa, libertario ad oltranza come dimostrano le<br />

numerose battaglie ideali da lui sostenute.<br />

Proteggere una zona significa difenderne la libertà autonoma<br />

nell’arte o nella natura, rendendola inaccessibile<br />

a infiltrazioni contaminanti o distruttive attraverso<br />

espressioni legittime e rispettabilissime altrove. Co-<br />

Turi VASILE<br />

12<br />

sì si proteggono animali in pericolo di estinzione dalle<br />

insidie dei cacciatori, liberi di sparare… fuori dal Parco<br />

nelle stagioni loro consentite. Così si proteggono<br />

bellezze incomparabili della natura, non permettendo<br />

che siano contaminate neppure da un capolavoro edilizio<br />

degno di Le Corbusier. Così, finalmente, non dovrà<br />

essere consentito che Prometeo di Eschilo venga<br />

sulle antiche pietre accompagnato da SS agli ordini di<br />

Zeus-Hitler, che Agamennone prenda il treno per tornare<br />

a casa dopo la caduta di Troia o che Dario dei<br />

Persiani entri in scena dalla comune già vestito a lutto<br />

invece che emergere, con i paramenti variopinti del<br />

potere ancora in auge, dal sotterraneo degli Inferi collaudato<br />

a Siracusa da Eschilo in persona.<br />

Quest’ultimo arbitrio ho dovuto sopportare nella stagione<br />

della mia presidenza, impossibilitato, per statuto e regolamento,<br />

ad oppormi a una messinscena ripeto ancora<br />

una volta legittima e rispettabilissima ovunque ma a Siracusa<br />

semplicemente abusiva.<br />

Con tono compiaciuto il “Corriere della Sera” ha recentemente<br />

esaltato il successo al Teatro Strheler di<br />

Milano della replica delle Rane di Aristofane la cui prima<br />

si tenne al teatro greco di Siracusa due stagioni fa<br />

con un congruo finanziamento dell’INDA. L’Ade vi è<br />

rappresentato come un garage sotterraneo per vecchie<br />

macchine Fiat salvate da rottamazione, il dio Dioniso<br />

parla romanesco facendo sganasciare dalle risate il<br />

pubblico, l’agone tra Eschilo ed Euripide sostenuto da<br />

Aristofane con finissime citazioni sparse nell’apparente<br />

comicità, è diventato uno scontro che sfiora l’avanspettacolo<br />

con l’intenzione di far satira politica adattata<br />

a personaggi contemporanei, ma trascurando lo spirito<br />

conservatore del commediografo antico che afferma<br />

la vittoria del “reazionario” Eschilo sul “progressista”<br />

Euripide. Infedele messinscena dunque, ma anche<br />

sfacciatamente arbitraria.<br />

Il convegno segna la fine delle polemiche, in fondo restrittive,<br />

nate a proposito della mia presa di distanza da<br />

un Consiglio di amministrazione dell’INDA composto<br />

anche di illustri filologi ma dominato da dilettantismo e<br />

da un complesso di inferiorità in materia di spettacolo.<br />

Ora l’orizzonte si allarga per svegliare una politica culturale<br />

fin qui deficitaria che ha consentito la involuzione<br />

di un Istituto nato nel 1914 con l’intento di esaltare<br />

la vocazione incontaminabile di Siracusa alla Dramma-

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