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Rivista Slsi 1-4 /2004 - Slsi.It

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ciali più accreditati, tanto che il Direttore de “Il Tempo” di allora,<br />

Agiolillo, lo chiede in prestito per il suo giornale, dove resterà<br />

per parecchi anni, per ritornare poi ancora una volta al<br />

Secolo d’<strong>It</strong>alia e da Direttore del giornale,<br />

E al giornale “Il Tempo”, dopo di avere combattuto assieme a<br />

Lui nel 1948-49 le prime battaglie politiche di destra in Sicilia,<br />

io tornai ad incontrarlo e a frequentarlo tra la fine degli anni<br />

‘60 e gli anni ‘70, quando Lui era già un poeta in piena auge<br />

avendo pubblicato alcuni libri di poesia e soprattutto il volume<br />

L’ultima estate selezionato al Premio Viareggio e in cui<br />

è inserita la superba lirica Assalto allo spazio che sarà letta<br />

in Campidoglio in occasione della visita a Roma dell’astronauta<br />

John Glenn e che diventerà un testo teatrale interpretato<br />

da attori importanti: Paola Borboni, Carlo D’Angelo, Arnoldo<br />

Foà, Ubaldo Lai, Virgilio Gazzolo.<br />

Della sua poesia parleranno certamente gli amici: professore<br />

Mercadante e il professore Romano; io però vorrei dire che,<br />

almeno a mio modesto giudizio, al di là del successo che i suoi<br />

libri registrarono al loro apparire, la poesia di Franz Maria<br />

D’Asaro va storicamente recuperata, perché è un tassello importante<br />

della stessa letteratura del Novecento. E va recuperata<br />

anche, perché è un aspetto della battaglia anticonformista<br />

che portò avanti per accreditare contro l’egemonia culturale<br />

della sinistra non già una cultura di destra (come si sa<br />

una cultura se è tale non è né di Destra né di Sinistra), ma<br />

una cultura degli autori di destra faziosamente discriminati allora<br />

e, purtroppo, in larga parte anche oggi.<br />

In questo quadro infatti, sempre a mio giudizio, vanno viste al-<br />

D I N O G R A M M A T I C O<br />

18<br />

cune riviste che fondò, a volte con titoli polemici, e alcuni saggi<br />

e alcune inchieste giornalistiche indubbiamente coraggiose.<br />

Naturalmente anche dei saggi e delle inchieste parleranno i<br />

miei amici Mercadante e Romano, io però desidero citare in<br />

particolare il volume Evola, profeta del futuro che, nella<br />

qualità di Presidente dell’Isspe, ebbi il piacere di pubblicare e<br />

di redigerne la prefazione e che destò allora molto scalpore e<br />

l’altra sua opera: il Kurdistan, una nazione fantasma in cui<br />

il dramma del popolo Kurdo, per la prima volta, viene reso noto<br />

in Occidente in tutta la sua tragica ampiezza e nella fosca<br />

luce della viltà della grande stampa internazionale.<br />

E mi avvio alla conclusione. Franz Maria D’Asaro fu anche un<br />

uomo di alta coerenza, un uomo dalla lealtà assoluta nei rapporti<br />

umani, un uomo dalla più ampia apertura non solo verso<br />

gli amici, ma anche e soprattutto verso gli avversari, come<br />

del resto appare dal libro Socialismo e Nazione, un epistolario<br />

scritto assieme allo scrittore socialista Enrico Landolfi in un<br />

dialogo condotto fino al massimo dell’approfondimento e,<br />

sempre, senza alcun pregiudizio; e come risulta dai rapporti<br />

estremamente civili che tenne con uomini del tutto lontani<br />

dalle sue idee. Mi riferisco, per fare solo qualche nome, a Furio<br />

Colombo, direttore dell’Unità e a Sandro Curzi, direttore<br />

di Liberazione. E concludo. Concludo sottolineando un’altra<br />

sua grande dote umana: l’amicizia. L’amicizia per lui era sacra.<br />

E come tale la sviluppò con tutti coloro che ebbero la ventura<br />

di incontrarlo. Per me ebbe un’amicizia che definirei con<br />

una immagine forte “dalle radici di roccia”, durata con spirito<br />

di fraternità per circa cinquant’anni. E ne sono onorato.

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