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L’operaio Marcolla tra R. Kirk e A. Del Noce<br />
Operaio ed intellettuale autodidatta, di formazione<br />
evoliana, dopo avventure ateistiche e paganeggianti,<br />
Mario Marcolla approda al cattolicesimo.<br />
Uomo di cultura, per molti è stato maestro e compagno<br />
di ìdee.<br />
Nato a Rivoli, il 28 giugno del 1929 da genitori operai di<br />
origine trentina, fin da giovane fu costretto a faticosi lavori<br />
manuali. Nel '52 lavora come addetto alle macchine<br />
di orditura presso un'industria tessile, per il turno di<br />
notte: il luogo del suo studio non era l’accademia, ma la<br />
fabbrica. Nel marzo dei 1962 si trasferisce a Monza, dove<br />
ha trovato un nuovo impiego come capoufficio tecnico<br />
nella centenaria azienda tessile Fossati e Lamperti.<br />
Così, fin da ragazzo, senza guida e senza maestri, si dedica<br />
alla lettura dei libri più disparati. Legge la Filosofia<br />
della Storia di Hegel, l’attualismo gentiliano, l’opera omnia<br />
di Lenin, nell’edizione italiana stampata a Mosca nel<br />
1944. Inoltre, Gramsci, Evola, Trotzskj, Nietzsche. Ma<br />
presto coglie e denuncia le carenze della modernità.<br />
Negli anni cinquanta inizia a collaborare con giornali e riviste<br />
della cultura minoritaria, come «Tabula rasa» di<br />
Giano Accame, occupandosi in particolare del pensiero<br />
americano.<br />
Come lo stesso Marcolla nella sua autobiografia ha raccontato<br />
“in maniera sciolta ed informale, senza mai coagulare<br />
una struttura di gruppo organizzata, io e i miei<br />
amici scegliemmo un impegno di studio. A me toccò<br />
l’America, nelle sue componenti conservatrici". A Marcolla,<br />
infatti, venne affidato l’incarico, da parte di Accame,<br />
di studiare i movimenti della destra americana.<br />
La scelta fu dettata anche dal fatto che l’operaio Marcolla<br />
era l’unico del gruppo che conoscesse bene l’inglese,<br />
la lingua dei vincitori. Così, frugando tra gli scaffali<br />
di una biblioteca torinese, Marcolla entrò in possesso<br />
dell’opera di Russell Kirk, The Conservative<br />
Mind. Il pensatore del Michigan era completamente<br />
ignorato dalla cultura ufficiale italiana. Nato in una famiglia<br />
di origini puritane, si converte al cattolicesimo<br />
nel 1964. Profondo conoscitore delle idee statunitensi,<br />
mostra l’organicità del pensiero conservatore della<br />
grande Tradizione classica e cristiana.<br />
Marcolla conosce di persona Russell Kirk nel 1962 e subito<br />
organizza una conferenza a Piacenza sulla situazione<br />
americana. Successivamente presenta a Roma il filosofo<br />
d’Oltreoceano a Giano Accame, al quale era stata af-<br />
Massimo TRINGALI<br />
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fidata la direzione del "Centro di vita italiana" che aveva<br />
come scopo quello di riunire scrittori di destra stranieri.<br />
Oltre a Kirk, lo mette in contatto con James Burnham,<br />
con Bill Buckley, direttore della National Review, con l’editore<br />
di destra Henry Regnery, con Thomas Molnar, con<br />
l’ebreo viennese ex comunista William Schlamn, e con il<br />
grande romanziere John Dos Passos, che nessuno, tranne<br />
Marcolla, si era accorto che dalla sinistra si era nel<br />
frattempo staccato. Fu così che a Roma si tenne l’incontro<br />
italo-americano, una sfida per quei tempi, della cultura<br />
di destra e del conservatorismo.<br />
Successivamente, Marcolla si recherà a trovare Russell<br />
Kirk nel suo Michigan due volte: nel 1981 e nel 1990.<br />
Così riassume nella sua autobiografia: “L’America intravista<br />
lungo The Price of Union di Herbert Hagar<br />
era l’America vera, nella sua fuga incessante dai detriti<br />
del vecchio continente, eppure era il paese della no-<br />
F. Depero, Burattino intelligente, olio su masonite,<br />
collezione privata, cm 35x25