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Rivista Slsi 1-4 /2004 - Slsi.It

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L’operaio Marcolla tra R. Kirk e A. Del Noce<br />

Operaio ed intellettuale autodidatta, di formazione<br />

evoliana, dopo avventure ateistiche e paganeggianti,<br />

Mario Marcolla approda al cattolicesimo.<br />

Uomo di cultura, per molti è stato maestro e compagno<br />

di ìdee.<br />

Nato a Rivoli, il 28 giugno del 1929 da genitori operai di<br />

origine trentina, fin da giovane fu costretto a faticosi lavori<br />

manuali. Nel '52 lavora come addetto alle macchine<br />

di orditura presso un'industria tessile, per il turno di<br />

notte: il luogo del suo studio non era l’accademia, ma la<br />

fabbrica. Nel marzo dei 1962 si trasferisce a Monza, dove<br />

ha trovato un nuovo impiego come capoufficio tecnico<br />

nella centenaria azienda tessile Fossati e Lamperti.<br />

Così, fin da ragazzo, senza guida e senza maestri, si dedica<br />

alla lettura dei libri più disparati. Legge la Filosofia<br />

della Storia di Hegel, l’attualismo gentiliano, l’opera omnia<br />

di Lenin, nell’edizione italiana stampata a Mosca nel<br />

1944. Inoltre, Gramsci, Evola, Trotzskj, Nietzsche. Ma<br />

presto coglie e denuncia le carenze della modernità.<br />

Negli anni cinquanta inizia a collaborare con giornali e riviste<br />

della cultura minoritaria, come «Tabula rasa» di<br />

Giano Accame, occupandosi in particolare del pensiero<br />

americano.<br />

Come lo stesso Marcolla nella sua autobiografia ha raccontato<br />

“in maniera sciolta ed informale, senza mai coagulare<br />

una struttura di gruppo organizzata, io e i miei<br />

amici scegliemmo un impegno di studio. A me toccò<br />

l’America, nelle sue componenti conservatrici". A Marcolla,<br />

infatti, venne affidato l’incarico, da parte di Accame,<br />

di studiare i movimenti della destra americana.<br />

La scelta fu dettata anche dal fatto che l’operaio Marcolla<br />

era l’unico del gruppo che conoscesse bene l’inglese,<br />

la lingua dei vincitori. Così, frugando tra gli scaffali<br />

di una biblioteca torinese, Marcolla entrò in possesso<br />

dell’opera di Russell Kirk, The Conservative<br />

Mind. Il pensatore del Michigan era completamente<br />

ignorato dalla cultura ufficiale italiana. Nato in una famiglia<br />

di origini puritane, si converte al cattolicesimo<br />

nel 1964. Profondo conoscitore delle idee statunitensi,<br />

mostra l’organicità del pensiero conservatore della<br />

grande Tradizione classica e cristiana.<br />

Marcolla conosce di persona Russell Kirk nel 1962 e subito<br />

organizza una conferenza a Piacenza sulla situazione<br />

americana. Successivamente presenta a Roma il filosofo<br />

d’Oltreoceano a Giano Accame, al quale era stata af-<br />

Massimo TRINGALI<br />

35<br />

fidata la direzione del "Centro di vita italiana" che aveva<br />

come scopo quello di riunire scrittori di destra stranieri.<br />

Oltre a Kirk, lo mette in contatto con James Burnham,<br />

con Bill Buckley, direttore della National Review, con l’editore<br />

di destra Henry Regnery, con Thomas Molnar, con<br />

l’ebreo viennese ex comunista William Schlamn, e con il<br />

grande romanziere John Dos Passos, che nessuno, tranne<br />

Marcolla, si era accorto che dalla sinistra si era nel<br />

frattempo staccato. Fu così che a Roma si tenne l’incontro<br />

italo-americano, una sfida per quei tempi, della cultura<br />

di destra e del conservatorismo.<br />

Successivamente, Marcolla si recherà a trovare Russell<br />

Kirk nel suo Michigan due volte: nel 1981 e nel 1990.<br />

Così riassume nella sua autobiografia: “L’America intravista<br />

lungo The Price of Union di Herbert Hagar<br />

era l’America vera, nella sua fuga incessante dai detriti<br />

del vecchio continente, eppure era il paese della no-<br />

F. Depero, Burattino intelligente, olio su masonite,<br />

collezione privata, cm 35x25

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