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Rivista Slsi 1-4 /2004 - Slsi.It

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Ci sono spiriti del luogo che non si<br />

possono coinvolgere nei traslochi.<br />

Prometeo<br />

Anni di guerra. In città mancavano il pane, l’acqua e<br />

la corrente elettrica. E i giochi di fuoco per i “Festeggiamenti<br />

Agatini” di febbraio.<br />

Appena il mondo raggiunse l’accordo del momento, il fercolo<br />

con la Santa, trainato dai devoti in camicione bianco<br />

e zucchetto di velluto nero, riprese a passare in processione<br />

lungo la strada dritta addobbata con archi di lampadine<br />

che facevano la luce di un lumino. A volte si fermava<br />

per un breve spettacolo pirotecnico: i devoti sbandieravano<br />

i fazzoletti bianchi per tutta la durata dei botti e alla fine<br />

gridavano a gola spiegata: – Cittatini evviva Santàitaaa!<br />

(Cittadini evviva Sant’Agata!). Ma sotto i balconi del piccolo<br />

Casimiro, il quale per la prima volta vedeva la festa,<br />

la vara non si fermava e non si sarebbe fermata mai: in<br />

quel punto della strada dritta, accanto al Giardino Bellini,<br />

non c’era ad attenderla nemmeno uno straccio di girandola,<br />

uno sparo di mortaretto, un minuto di moschetteria.<br />

Nemmeno una castagnola. E nessun grido di evviva.<br />

Casimiro perdette la testa per i giochi di fuoco. Ordinò: –<br />

Li voglio. Sia pure una ruota soltanto! E così faremo fermare<br />

la Santa.<br />

– No, caro! Te lo dico subito: no, – disse la sua mamma –<br />

si deve soltanto pregare.<br />

– Ci manderanno la Tributaria! – disse il suo papà perennemente<br />

terrorizzato dal fisco.<br />

Casimiro non era tipo da arrendersi; e da ragazzino laborioso<br />

qual era si mise subito all’opera per prepararsi alla<br />

festa del prossimo febbraio. Con la sua infallibile astuzia,<br />

approfittando di copiosi acquisti per il carnevale e festicciole<br />

varie, mise da parte di nascosto un buon numero di<br />

razzi matti: cartoccetti contenenti una carica di polvere e<br />

che, accesi, strisciavano sul pavimento a gran velocità, come<br />

impazziti, mandando fischi e faville prima di spegnersi<br />

con un botto. Legò saldamente i razzi con mandate di<br />

sottile filo di ferro, uno dopo l’altro e tutti nello stesso verso,<br />

lungo un cerchio di legno per saggi ginnici d’epoca littoria<br />

trovato in soffitta. Piantò sul cerchio due rudimentali<br />

assi di legno e nel loro punto d’incrocio al centro fece un<br />

foro per infiggere la ruota così ottenuta a un chiodo che,<br />

piantato alto in un manico di scopa, era in attesa di fungere<br />

da perno di rotazione.<br />

Giochi di fuoco<br />

Giuseppe C. PAPPALARDO<br />

49<br />

L’invenzione pirotecnica che il piccolo Efesto avrebbe esibito<br />

al mondo era pronta.<br />

* * *<br />

In città era partita per tempo la caccia agli inviti per l’annuale<br />

evento mondano che il cinque febbraio si consumava<br />

in casa della famiglia di Casimiro. Programma della soirée:<br />

panoramica sulla strada dritta con folla, e contemplazione<br />

dall’alto della processione; uso di ampio salone attrezzato<br />

con gigantesco radiogrammofono-bar Super Magnadyne<br />

e dischi anteguerra per i cosiddetti quattro salti<br />

tra giovanotti e signorine da marito; pianoforte per orchestrina<br />

improvvisata; somministrazione del famoso liquore<br />

ricostituente all’uovo Vov, arancini e cassatelle.<br />

I preparativi fervevano fin dal mattino. La mamma friggeva<br />

le bucce dei cannoli che le ragazze riempivano di ricotta<br />

o di cioccolato. La fedele Concettina allungava la mano,<br />

prendeva uno ad uno gli arancini di riso appena impastati<br />

e modellati, e li tuffava nell’olio caldo.<br />

Al tramonto i balconi al piano alto del palazzo si illuminarono<br />

in attesa di essere occupati, come userà dire in un<br />

futuro lontano, dai cosiddetti vip della città. Signore incipriate,<br />

giovanotti profumati alla Lavanda Linetti, signorine<br />

che mostravano i denti come nella réclame del portentoso<br />

dentifricio Avoriolina Bertelli, e signori che tra loro si<br />

appellavano: – Commendatore! Avvocato! Direttore! Presidente!<br />

Generale! Eccellenza!<br />

I migliori oratori della città si esibivano attraendo l’attenzione<br />

di tutti con i loro discorsi. Non mancava il gentiluomo<br />

molto dignitoso, molto imponente e decorativo che,<br />

pur non essendo invitato da nessuno, partecipava ai migliori<br />

rinfreschi della città.<br />

La fedele Concettina si aggirava tra gli invitati porgendo<br />

vassoi carichi a turno di bicchieri scintillanti, di olivette di<br />

pasta reale, di arancini, di cannoli. L’occorrente per inebriarsi.<br />

Nel salone riservato ai giovani impomatati e alle signorine<br />

da marito si ballava languidi al suono di un disco anteguerra:<br />

“Tornerai / da me… / perché l’unico sogno sei / del<br />

mio cuor / Tornerai…”.<br />

La serata era al culmine quando si udì una voce gridare: –<br />

Sta arrivando la Santa!<br />

Le finestre si spalancarono e tutti si accalcarono ai balconi.<br />

Casimiro sgattaiolò verso la terrazza d’angolo buia e deserta,<br />

dove c’era ad attenderlo, nascosta tra le piante, la

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