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Rivista Slsi 1-4 /2004 - Slsi.It

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M. Cristina Maggio<br />

Il sentiero sospeso. Favole per tutte le età,<br />

Ila Palma, Palermo <strong>2004</strong>, Euro 12.<br />

La lettura de Il sentiero sospeso di M.C. Maggio mi ha riportato<br />

alla mente una annosa e mai risolta discussione<br />

tra critici pedanti che hanno consumato fiumi d’inchiostro<br />

per stabilire che cos’è una favola, che cos’è un mito, una<br />

leggenda, una fiaba. Come se la definizione potesse effettivamente<br />

sintetizzare la sostanza di un evento, realmente<br />

accaduto o immaginato, e ne potesse delineare la portata<br />

letteraria che comunque è di carattere narrativo. Certo,<br />

nel significato originario greco, la favola altro non è che<br />

"fatti inventati" ma Fedro, che attinge alla materia popolaresca<br />

e tradizionale, calcherà sul fondo morale del racconto<br />

e in questa accezione, poi, altri svilupperanno gli<br />

esiti, fino ad arrivare all’apoteosi nel Settecento illuminista,<br />

proprio perché la favola, rispetto al mito, alla leggenda,<br />

alla fiaba, rappresenta, nello sviluppo della civiltà, una<br />

fase di pensiero più matura, più critica, più realistica.<br />

Questa premessa è stata necessaria perché il libro di maggio<br />

in effetti non è di facile collocazione. Non che ciò ci interessa<br />

o illumini meglio o peggio la qualità delle pagine,<br />

ma crea un orientamento che ci porta all’interno di creazioni<br />

che si leggono al di là di qualsiasi riferimento ai generi.<br />

Quand’ero ragazzo, i protagonisti delle fiabe e delle favole,<br />

dei miti e delle leggende nonn li amavo molto. Erano<br />

per lo più personaggi perfidi, cattivi, protervi e mi mettevano<br />

paura e ansie. Leggevo Esopo e mi arrabbiavo. Altrettanto<br />

facevo con Fedro, con La Fontane, con J. Gay.<br />

Con Dimitriev, Krylov, Kipling, Wilde, Andersen, con i fratelli<br />

Grimm, con Capuana. Il lieto fine non mi compensava<br />

degli smarrimenti subiti, dei maltrattamenti patiti da<br />

alcuni animali. Eppure tornavo a rileggere, un po’ affascinato,<br />

per esempio, dai versi dei favolisti del Settecento (le<br />

favole allora erano per lo più scritte in versi), un po’ da<br />

quel mondo che riusciva a trovare una sua legittimità e<br />

una sua logica fuori da qualsiasi logica.<br />

Adesso invece sono convinto che le favole dovrebbero<br />

leggerle non soltanto i ragazzi, ma soprattutto gli adulti: la<br />

fantasia è la ricchezza più grande posseduta dall’uomo e<br />

perciò dev’essere alimentata di continuo in modo che possa<br />

produrre le scintille necessarie per illuminare la quotidianità.<br />

Ecco il motivo per cui ho sempre sostenuto che<br />

Le mille e una notte è uno dei libri che dovrebbero adottare<br />

nelle scuole di tutto il mondo, specialmente ora che<br />

anche la scienza sostiene di non potere compiere sviluppi<br />

clamorosi senza l’aiuto della poesia.<br />

Ben vengano dunque le favole, come queste di M. C. Maggio<br />

che ridanno linfa e calore umano e aprono finestre<br />

verso il futuro.<br />

Le due gemelle trattano il tema della bellezza e della bontà.<br />

Maggio racconta con l’incanto di un fanciullo, con naturalezza,<br />

e perciò non ci meravigliamo di nulla, come de-<br />

R E C E N S I O N I<br />

61<br />

v’essere nelle favole, quando assistiamo alle metamorfosi,<br />

quando vediamo il genio del fiume rapire Syrha, quando<br />

appare una sfera di cristallo, quando la fanciulla sposa il<br />

principe Shabaka. Perché dovremmo?<br />

Il sogno è parte integrante del nostro essere, diversamente<br />

saremmo condannati, noi uomini, a vivere un’esistenza<br />

da imbuti, come diceva Leonardo da Vinci.<br />

Il segreto di Su Mun (che ricorda Orizzonte perduto di<br />

James Hilton, da cui è stato tratto anche un film diventato<br />

famoso alcuni decenni fa) affronta il problema della<br />

vecchiaia e dell’eterna giovinezza.l’epilogo è amaro, ma<br />

veritiero, e del resto le favole hanno tutte una morale:<br />

"Non accettare queste regole che la natura impone ad<br />

ogni mortale sulla terra significa non usare con senno il<br />

dono della vita."<br />

Lo specchio magico ripercorre, come altre favole del volume,<br />

degli archetipi che però trovano interpretazioni diverse<br />

dal solito. Il re, i capricci della principessa, il matrimonio.<br />

Cristina Maggio però è abile nell’aggiungere annotazioni<br />

pertinenti in modo che le favole non restino soltanto<br />

indicazioni ideali, ma modelli del presente.<br />

Simpatico Il nano che fu ucciso sei volte: una tragedia<br />

consumata a catena col botto finale ben riuscito.<br />

E che dire di Vanghettkat, gattaccio mattacchione e affarista,<br />

o de Il ritratto incantato, con le magie del pittore e<br />

quei riferimenti più o meno espliciti al Giulio Cesare Croce<br />

di Bertoldo e Bertoldino?<br />

Molto intriganti anche le favole de Il vecchio e il ciliegio,<br />

Il saltimbanco e la civetta, Comparse inquietanti, ma<br />

direi che non bisognerebbe escludere nessuna delle favole<br />

incluse ne Il sentiero sospeso, queste "favole per tutte<br />

le età", come sottolinea l’autrice e come dimostrano le illustrazioni<br />

di Emilia Maggio che hanno freschezza e vivacità<br />

compositiva.<br />

M.C. Maggio si lascia andare alla scrittura con una partecipazione<br />

oggi rara in chi scrive e con una attenzione ai<br />

particolari che rendono credibili tutti gli avvenimenti.<br />

Sono convinto che queste favole sapranno dare al lettore<br />

momenti davvero piacevoli e che lo faranno sognare ad<br />

occhi aperti.<br />

Dante MAFFIA<br />

Miranda Clementoni,<br />

Graffiti nell’anima,<br />

Pagine Editrice, Roma <strong>2004</strong>, Euro 12,00.<br />

L’ultima raccolta con cui Miranda Clementoni si presenta<br />

ai lettori è un lavoro particolarmente intenso e complesso<br />

che corona una lunga e brillante carriera poetica<br />

di cui costituisce naturalmente la “summa”; la silloge<br />

non si limita però, come nel caso di altri poeti, a raccogliere<br />

e sostanziare temi e motivi ricorrenti, a riecheggiare<br />

movenze stilistico-formali consuete, bensì rinnova

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