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controcorrente controcorrente<br />
controcorrente<br />
controcorrente<br />
JULIANNE MOORE, “L’AMORE NON HA GENERE”<br />
Ha fatto scalpore ai festival<br />
cinematografici del Sundance,<br />
di Berlino e di Roma, Julianne<br />
Moore, la rossa più<br />
anticonformista di Hollywood.<br />
A dimostrarlo, una carriera<br />
fatta e fitta di ruoli<br />
drammatici.<br />
Basterebbe anche solo<br />
l’ultima commedia che la vede<br />
co-protagonista con Annette<br />
Bening: “I ragazzi stanno<br />
bene”, vincitrice di due Golden<br />
Globe e candidata a quattro<br />
premi Oscar, nelle nostre sale<br />
dall’11 marzo. Ci sono voluti<br />
cinque anni per arrivare a<br />
realizzarla, racconta la regista<br />
Lisa Cholodenko, e chissà<br />
quanto ci vorrà ora, nella<br />
nostra Italia omofoba e piena di<br />
pregiudizi, a digerirla. Il film<br />
racconta, infatti, le<br />
(dis)avventure quotidiane di una<br />
famiglia molto unita, guidata<br />
però da due mamme (una è,<br />
16 MARZO 2011<br />
controcorrente<br />
controcorrente<br />
controcorrente<br />
controcorrente<br />
appunto, la Moore). L’unica<br />
figura maschile, interpretata da<br />
Mark Ruffalo, è un donatore di<br />
sperma ritrovato dopo 18 anni.<br />
“Trovo che il film sia un bel<br />
ritratto sul matrimonio e sulla<br />
famiglia in genere. Che poi<br />
siano gay è solo un dettaglio<br />
che rende tutto più<br />
interessante”, sostiene,<br />
rispondendo alle molteplici<br />
curiosità della stampa, l’acuta<br />
e sexy Julianne, all’anagrafe<br />
Julie Ann Smith.<br />
Quanto le è piaciuto<br />
interpretare il personaggio di<br />
Jules?<br />
L’ho adorata subito: è una<br />
donna innamorata della persona<br />
con cui divide il letto ogni sera e<br />
dei suoi figli, così incasinata,<br />
confusa, incapace di capire la<br />
direzione giusta da prendere che<br />
non sa nemmeno definire i<br />
contorni della sua famiglia o<br />
della sua relazione. Una<br />
complessità psicologica molto<br />
verosimile, una donna di quelle<br />
che incontri nella vita reale,<br />
caratteristica che nei film<br />
mainstream non si trova poi<br />
tanto. Inoltre la regista, Lisa, è<br />
mia amica da molto tempo e il<br />
progetto mi interessava talmente<br />
che ne ho seguito, negli anni,<br />
tutta la lunga gestazione.<br />
Non si è posta problemi<br />
sul come interpretare al<br />
meglio una madre, una moglie<br />
e una donna omosessuale?<br />
No, il vero problema è che<br />
dividiamo tutto troppo in<br />
categorie: una famiglia è una<br />
famiglia, al di là del genere. E<br />
così una madre. Ecco perché<br />
con i miei figli mi metto spesso<br />
a fare insieme un gioco da<br />
tavola che si chiama “Il gioco<br />
della vita”: devi fare scelte<br />
diverse a seconda delle carte<br />
che hai in mano, e sposare per<br />
gioco una donna o un uomo per<br />
loro è indifferente. È così che<br />
deve essere, penso sia questo<br />
il futuro. Pensare il contrario è<br />
una cosa arcaica, imbarazzante<br />
e infelice.<br />
di CLAUDIA CATALLI<br />
Il miglior complimento<br />
che ha ricevuto nella sua<br />
carriera?<br />
Quando il pubblico si<br />
congratula dicendomi che<br />
sono riuscita a rappresentare<br />
le loro vite e storie personali:<br />
ecco, lì mi commuovo davvero.<br />
È vero che non ama fare<br />
prove prima di girare?<br />
Verissimo: arrivo sul set<br />
sempre preparata, preferisco<br />
partire e via, senza stare a<br />
provare e riprovare di<br />
continuo. E posso farlo perché<br />
in genere i grandi registi<br />
chiedono a ogni attore, se lo<br />
stimano, quello che preferisce<br />
fare.<br />
Se si guardasse indietro,<br />
chi ringrazierebbe per essere<br />
diventata l’attrice che è?<br />
Proprio i registi di cui<br />
parlavo prima: devo molto a<br />
tutti quelli con cui ho lavorato,<br />
dal primo all’ultimo, mi hanno<br />
consentito di partecipare a<br />
progetti stimolanti e<br />
interpretare personaggi con<br />
psicologie sempre ben<br />
definite.