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quadricromie quadricromie<br />
quadricromie<br />
quadricromie<br />
SCANDALO ALL’OMBRA, CHE NESSUNO CI VEDE<br />
Per misurare la<br />
temperatura intellettuale di<br />
una data società, l’indagine<br />
della sua sfera sessuale è un<br />
ottimo punto di partenza.<br />
Prendi l’utilitaria, guidi un po’<br />
sulla perenne Casilina, uno<br />
stradone che fa da collante tra<br />
la tua vita e le altre<br />
imbottigliate nel traffico, e poi<br />
ti fermi al primo sexy shop.<br />
Il primo automatico di tutta<br />
Roma est, s’intende, me l’ha<br />
detto un cartellone<br />
pubblicitario. Nessun<br />
inserviente, nessun titolare.<br />
Riservatezza al 101%,<br />
anonimato al 100.<br />
Se, come è facile<br />
immaginare, non te la senti<br />
ancora di sventolare un cartello<br />
con su scritto “Ho comprato<br />
una tutina sexy per la mia<br />
annoiata moglie”, vieni qui.<br />
Sarà una sottospecie di<br />
bancomat a servirti senza<br />
riverirti: l’unico da oggi in poi a<br />
24 MARZO 2011<br />
quadricromie<br />
quadricromie<br />
quadricromie<br />
quadricromie<br />
quadricromie<br />
quadricromie<br />
sapere come passi il tempo<br />
libero come “mamma ti ha<br />
fatto”.<br />
Negli anni sessanta,<br />
qualcuno mi raccontò, si andava<br />
in auto fino al paesino più<br />
remoto della Caledonia a<br />
comprare l’impudica rivista “Le<br />
ore”. Nella migliore delle<br />
ipotesi travestiti da Diabolik,<br />
nella peggiore da gatto delle<br />
nevi. L’importante era non farsi<br />
riconoscere.<br />
Il giornalaio del tuo girone<br />
dantesco non doveva insomma<br />
sapere: o meglio non doveva<br />
associare un generico prurito<br />
ad uno specifico volto. Il tuo.<br />
Oggi abbiamo raggiunto il<br />
futuro tanto atteso, ma non è<br />
cambiato nulla. Certo è vero, ci<br />
sono frustini, manette, stivaloni<br />
in latex e tanti altri gingilli, ma<br />
la dialettica del decoro è<br />
rimasta inalterata. Se non fosse<br />
che adesso, per sfuggire<br />
all’etico giudizio, il prodotto<br />
erotico lo paghi a Robocop, che<br />
non ha tabù.<br />
La sua deficienza artificiale<br />
odora di plastica e metallo e<br />
non moralizza perché non sa<br />
cos’è il pudore. E nemmeno il<br />
marketing, che più avanti vi<br />
spiego cosa c’entra.<br />
Intanto chiediamoci perché,<br />
una società come la nostra che<br />
si autoproclama costantemente<br />
libera e sessualmente matura,<br />
che ha trapassato rivoluzioni di<br />
costume e sorvolato spiagge<br />
di intelletti nudisti, continua<br />
a manifestare infiammazioni<br />
bigotte della personalità.<br />
La risposta sta nel<br />
marketing, ecco cosa c’entra.<br />
I manuali della strategia<br />
capitalista insegnano: è<br />
necessità assoluta e primaria il<br />
funzionamento del messaggio<br />
persuasorio, la sua capacità<br />
performativa.<br />
Fin qui tutto vecchio, pure<br />
banale. Sbadigliate, vi è<br />
concesso ancora per poco.<br />
Perché si dà il caso che la<br />
bibbia del mercato raccomanda<br />
presto di stratificare l’anzidetta<br />
comunicazione suggestiva, di<br />
bipolarizzarla in due contenuti<br />
perfettamente opposti,<br />
rendendola dissociata e<br />
schizoide. Come un essere<br />
umano.<br />
Scriveva Stevenson:<br />
“L’uomo non è veracemente<br />
uno, ma due”. Dr. Jekyll e Mr.<br />
Hyde. E allora è il caso di<br />
consigliare due cose diverse<br />
alla stessa persona e al<br />
contempo la stessa cosa a due<br />
persone diverse.<br />
di PSEUDONIMO<br />
Nella sexy fattispecie: da un<br />
lato di alimentare il vizio,<br />
dall’altro di tutelare la virtù di<br />
facciata. Messaggi opposti che<br />
si eccitano a vicenda,<br />
accaparrandosi in tal modo la<br />
soggezione psicologica dello<br />
stesso individuo.<br />
Stempero il vostro mal di<br />
testa con un aneddoto a tema,<br />
poi vi saluto: Una mia zia ricca,<br />
timorata dal suo onnipresente<br />
intercalare “Madonnuzza<br />
bedda”, rifiutava a tal punto il<br />
genere cinematografico a luci<br />
rosse, da non riuscire<br />
nemmeno a nominarlo. Non<br />
diceva mai film porno, lei le<br />
chiamava pellicole vietate.<br />
Si scoprì col tempo che la<br />
vegliarda passava le domeniche<br />
giammai in chiesa, come<br />
credeva il marito, ma a<br />
sbobinare lungometraggi hot<br />
con il suo amante, un<br />
sessuomane membro, tra<br />
l’altro, del Comitato censura<br />
dell’Istituto Luce.