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ESTERI MAGHREB E MEDIO ORIENTE<br />
di Dario Campagna<br />
ADDIO AI REGIMI<br />
LE MILLE E UN’INSURREZIONE<br />
Il mondo arabo è in fermento. Le piazze gremite. I dittatori spodestati. Il tutto in nome di una democrazia e di una<br />
richiesta di benessere che forse, faticherà ad arrivare. Mentre l’occidente sta a guardare<br />
sSembra incredibile, e quasi metaforico, il<br />
fatto che tutto sia cominciato quando Mohamed<br />
Bouazizi si è dato fuoco a Sidi Bouzid<br />
(Tunisia) per l’ennesima umiliazione subita. La<br />
polizia gli aveva confiscato il carretto di legumi,<br />
un sopruso di troppo in una vita di stenti<br />
senza lo Stato dalla tua parte. Era il 17 dicembre.<br />
E dalla torcia umana la miccia della polveriera<br />
che pian piano esplode ancora.<br />
Da quel giorno infatti un susseguirsi di<br />
manifestazioni di massa, il regime di Zine el<br />
Abidine Ben Ali che prima traballa e poi crolla,<br />
con l’esercito che passa dalla parte del popolo.<br />
Un’atmosfera ricalcatasi con carta carbone<br />
in Egitto, dove una protesta senza precedenti si<br />
è scagliata contro Hosni Mubarak. Tempi duri<br />
per le dittature, in un’impressionante catena di<br />
eventi. In atto fino ad oggi, con la Libia in fermento<br />
e Gheddafi che decide bene di passare<br />
direttamente alle maniere forti contro la gente<br />
per le vie e in piazza. Ovviamente feriti e morti<br />
a valanga. Ma a parte i casi eclatanti, tutto il<br />
nord Africa e il Medio Oriente sembrano essere<br />
davvero nella bufera, con Algeria, Marocco,<br />
Yemen, Siria che aspettano alla finestra il loro<br />
turno per implodere (sono comunque già stati<br />
detonati, o già esplosi, magari solamente più in<br />
sordina).<br />
Dando uno sguardo al mondo occidentale,<br />
non si può non fare una prima considerazione.<br />
Per decenni gli Usa e i loro alleati hanno<br />
40 MARZO 2011<br />
usato la presenza degli islamisti come scusa per<br />
appoggiare le dittature più atroci del mondo<br />
arabo. E a loro volta, questi regimi hanno da<br />
sempre demonizzato gli oppositori islamisti, gli<br />
estremisti e i presunti terroristi identificati con<br />
“<br />
Al Qaeda, in particolar modo i Fratelli musulmani<br />
egiziani, che storicamente rappresentano<br />
il primo movimento di massa ben organizzato<br />
in grado di esercitare anche un’influenza politica.<br />
Insomma, lo schema utilizzato nell’analisi<br />
NUOVE GENERAZIONI<br />
Osservando meglio i manifestanti, è evidente che abbiamo<br />
a che fare con una generazione postislamista [...]. La<br />
nuova generazione non è interessata all’ideologia: urla<br />
slogan pragmatici e concreti<br />
del nostro modo di vedere risulta così davvero<br />
datato: semplice rivoluzione islamica, come in<br />
Iran. E ci si aspetta che l’ovvio gruppo islamista<br />
presente sul territorio assuma prima o poi il<br />
controllo della protesta, trami nell’ombra<br />
IL POPOLO CHIEDE SOLO UNO STILE DI VITA DECENTE,<br />
CONTRO LA CORRUZIONE E LO SFARZO DEI VERTICI E<br />
DELLA RISTRETTA CLASSE DIRIGENTE<br />
”<br />
pronto a sfoderare le sue armi terroristiche,<br />
pronto a conquistare il potere tra Jihad varie. E<br />
magari ritraducendosi a sua volta in una nuova<br />
dittatura, purchè fondata sui valori del Corano.<br />
Su questo ha scritto bene Olivier Roy su Le<br />
Monde. “Osservando meglio i manifestanti, è<br />
evidente che abbiamo a che fare con una generazione<br />
postislamista […]. La nuova generazione<br />
non è interessata all’ideologia: urla slogan pragmatici<br />
e concreti (erhal, via subito) ed evita i richiami<br />
all’islam, come succedeva invece in Algeria