IL SIGNOR STARBUCKS 58 MARZO 2011 personalities personalities ifestile personalities personalities personalities personalities personalities personalities personalities personalities Probabilmente non avrete mai sentito parlare di Howard Schultz, ma è normale; spesso conosciamo marchi, aziende di successo, prodotti nuovi, ma non conosciamo chi sta dietro. Sicuramente però conoscerete Starbucks, la grande catena internazionale di caffetterie un successo incredibile, soprattutto in America. Howard non è il fondatore originario di Starbucks. Il primo punto fu aperto a Seattle nel 1971, da due insegnanti ed uno scrittore, come negozio al dettaglio di chicchi di caffè. Il primo incontro tra Howard e Starbucks avvenne dieci anni dopo, quando un giorno, passandoci davanti, viene attirato dall’incredibile profumo di caffè. Entrò, e fu subito incantato dal posto; “ma questa è la mia Mecca”, pensò Howard. Era il 1981. Un anno dopo Howard si unisce alla compagnia, e diventa il quarto socio. Ma la Starbucks che conosciamo è figlia della visione che Howard Schultz ha sviluppato in occasione di un viaggio a Milano nel 1983. Ai suoi occhi ciò che rendeva bella la vita dei milanesi non era la moda o La Scala, ma gli immancabili caffè, conforto per molti. Sui banconi dei bar, sosteneva Schultz, “Preferirebbero porgere al cliente una vecchia scarpa puzzolente che servirgli il caffè in un bicchiere di carta da asporto”. Ricreare in America l'autenticità della caffetteria italiana diventò il pensiero dominante di Schultz, fino a quando non si accorse che il consumatore americano si attendeva altro Howard, convintissimo delle potenzialità del suo progetto, decise di creare un brand tutto suo, “Il Giornale”. Alcuni anni dopo, nel 1987, i fondatori originari di Stabucks decisero di vendere la compagnia ad Howard. A questo punto, non c'era che da abbandonare l’ormai consolidato marchio “Il Giornale”, e continuare con Starbucks, creando così la “Starbucks Corporation”. Tante altre catene offrivano caffè, e con ottimi prezzi, c’era molta concorrenza. È qui che inizia veramente la genialità di Howard. Capì che bisognava concentrarsi sull’ambiente e la tipologia d'offerta. Un ambiente che non solo permettesse alle persone di entrare, ma di rimanere a lungo, e di tornarci. Il signor Starbucks decise di spendere poco in promozione, e si concentrò su un obiettivo soltanto: dare un’immagine del marchio attraverso i punti stessi, con scelte che andavano applicate in-store, dentro il locale. “Se non sei né a casa, né a lavoro, allora devi essere da Starbucks”; Howard voleva questo. Come rendere possibile tutto ciò? Semplice... Ogni punto ha sedie grandi e comodissime, musica rilassante, e oggi Wi-Fi. Unito di ROBERTA CESARI alla gentilezza del personale, si crea un senso di umanità ed intimità; si può stare seduti per ore, nessuno ti dirà mai nulla; il fumo è proibito; il personale non può indossare un profumo troppo forte, potrebbe interferire con l’aroma del caffè diffuso in tutto il locale; grande attenzione alle confezioni dei prodotti, il design, il coinvolgimento dei clienti, le promozioni; l'arredamento di un punto Starbucks dipende dalla sua location: università, centro commerciale, bookstores. Il punto viene adattato al target di clientela; prodotti e novità adattati ai periodi e alle stagioni in corso; si possono comprare i CD della musica che si ascolta durante la permanenza; gli impiegati imparano i nomi dei clienti abituali. Questo e tanto altro rendono oggi Starbucks in America un posto speciale. Howard è riuscito veramente a farne uno dei posti in cui alcune persone passano più tempo.
EVENTI LA FESTA DEL 17 MARZO di Federica Vagnozzi 60 MARZO 2011 1861 - 2011 L’ITALIA COMPIE 150 ANNI Capolavori artistici e culturali, creatività, innovazione, moda, storia e cibo: dal 17 marzo tutto ciò che il Bel Paese ha di meglio da offrire al mondo sarà raccontato sul palcoscenico di Torino, che 150 anni fa fu la culla del Risorgimento italiano