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Untitled - RAPACI DELLE GRAVINE

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Tab.1 Estensione territoriale delle nove categorie principali di copertura del suolo<br />

nella ZPS-SIC “Area delle Gravine”<br />

con pareti subverticali e fondo piatto, incise su<br />

formazioni calcaree di età cretacea e su calcareniti<br />

di età plio-pleistocenica. La loro origine è dovuta<br />

all’erosione operata dalle acque superficiali, la cui<br />

canalizzazione è stata favorita da sistemi di fratture<br />

o discontinuità presenti nelle rocce calcaree<br />

generate da preesistenti fenomeni tettonici.<br />

La Gravina di Laterza è la più imponente delle<br />

circa sessanta incisioni che costituiscono nel loro<br />

insieme il sistema denominato Arco jonico delle<br />

gravine. Con i suoi 12 km di lunghezza, con pareti<br />

che raggiungono i 200 metri e con una larghezza<br />

di circa 400 metri, la Gravina di Laterza assume<br />

l’aspetto di un vero e proprio canyon.<br />

Tra gli habitat ritenuti prioritari per la conservazione<br />

ai sensi della direttiva Habitat 92/43/CEE<br />

sono presenti: 1) percorsi substeppici di graminacee<br />

e piante annue (Thero-brachypodietea); 2)<br />

pareti calcaree con vegetazione casmofitica; 3) pinete<br />

spontanee endemiche di Pinus halepensis; 4)<br />

querceti di Quercus trojana, ) foreste di Quercus<br />

ilex; 6) vegetazione di Euphorbia dendroides.<br />

Tra le specie di uccelli prioritarie per la conservazione<br />

incluse nella Direttiva 79/409 sono presenti<br />

e nidificanti: Lanario (Falco biarmicus) e Grillaio<br />

(Falco naumanni). Tra gli uccelli, inoltre, si riscontrano<br />

altre specie incluse nell’Allegato I della Direttiva<br />

Uccelli: Gufo reale (Bubo bubo), Biancone<br />

(Circaetus gallicus), Nibbio bruno (Milvus migrans),<br />

Capovaccaio, Monachella (Oenanthe hispanica) ed<br />

altre specie.<br />

Molte le specie di interesse comunitario secondo<br />

la Direttiva Habitat (92/43/CEE) sono presenti nel<br />

territorio della ZPS, tra cui ricordiamo: Testuggine<br />

palustre (Emys orbicularis); Testuggine comune<br />

(Testudo hermanni); Cervone (Elaphe quatuorlineata);<br />

Colubro leopardino (Elaphe situla). Tra i mammiferi:<br />

l’Istrice (Hystrix cristata) ed il Tasso (Meles<br />

meles).<br />

Numerose e di particolare interesse le specie di<br />

elevato valore fitogeografico: Asyneuma limonifolium,<br />

Euphorbia dendroides, Iris collina, Phlomis fruticosa,<br />

Quercus trojana, Scrophularia lucida, Linum<br />

tommasinii.<br />

Le ricerche sono state effettuate monitorando le<br />

pareti storiche della Gravina di Laterza, relative<br />

alla nidificazione di una coppia di Capovaccaio<br />

dei primi anni ’80, e sono poi proseguite lungo i<br />

solchi gravinali della sub-area occidentale della<br />

ZPS, aventi caratteristiche idonee alla nidificazione<br />

della specie, ovvero: pareti di oltre venti metri<br />

di profondità, situate in località tranquille e<br />

distanti da attività antropiche. L’osservazione del<br />

nido è avvenuta sempre da una distanza di circa<br />

00 metri utilizzando un cannocchiale con oculare<br />

20-60x77.<br />

Dal 2001 al 2007 sono state spese in media circa<br />

trenta giornate/anno per monitorare la coppia di<br />

Capovaccai frequentanti l’area di studio.<br />

La presenza del Capovaccaio nella ZPS - SIC “Area delle Gravine”<br />

dal 2000 al 2007. Monitoraggio e censimento delle coppie nidificanti<br />

Cenni storici e più recenti sulle coppie nidificanti nella ZPS - SIC “Area delle Gravine”, ante il 2003<br />

Pochi sono i dati storici della presenza della specie<br />

nell’area delle gravine. I primi dati reperibili sono<br />

quelli che risalgono alla fine del 1800 e agli inizi<br />

del 1900.<br />

Il De Romita (1883) riporta un individuo proveniente<br />

dai dintorni di Taranto ed il Giglioli (1907)<br />

riferisce di due nidiacei catturati nei pressi di Palagianello<br />

(TA).<br />

Sebbene non si abbiano dati certi sulla reale consistenza<br />

storica della popolazione di Capovaccaio<br />

nell’area delle gravine, si può ipotizzare, grazie ad<br />

interviste svolte tra la popolazione locale e sulla<br />

base di ricerche condotte da Sigismondi (1984),<br />

che, negli anni ’ 0-’60, l’area delle gravine joniche<br />

doveva ancora ospitare una popolazione nidificante<br />

di 4-8 coppie.<br />

La popolazione di Capovaccaio nell’area in questione<br />

ha poi subito una drammatica diminuzione<br />

negli anni immediatamente successivi, per sopravvivere<br />

con un’unica coppia nidificante sino al<br />

1984.<br />

Dal 1984 al 2001 non sono state più raccolte pro-<br />

Il ritorno del Capovaccaio dall’Africa avviene solitamente nel periodo di Pasqua, da qui l’origine del termine dialettale usato localmente: “Pascarella”.<br />

20 21<br />

M. MENDI

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