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Nidificazioni di Nibbio reale nel 2007<br />
Marisa Laterza e Nicola Cillo<br />
Nel corso del 2007, la presenza della specie è stata rilevata oltre il periodo di svernamento in due gravine caratterizzate da<br />
versanti molto boscosi e, in seguito, sono state osservate le nidificazioni nei due siti distanti tra loro circa 8 km.<br />
SITO 1<br />
La presenza della coppia è stata rilevata durante la seconda metà di marzo e la nidificazione è stata avviata e conclusa con<br />
l’involo di due giovani a metà giugno.<br />
Durante il mese di aprile è stato individuato il Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) sul quale la coppia ha costruito il nido<br />
(versante ovest). L’osservazione dell’attività riproduttiva è avvenuta da un punto panoramico sufficientemente lontano<br />
del versante opposto (250-300 m di distanza) dal quale il nido, posto nella parte più alta dell’albero, era occultato dalla<br />
fitta chioma. Nel periodo della cova, il maschio si è lasciato più volte osservare nel trasporto di prede al nido oppure su<br />
posatoi vicini (altri pini o sporgenze rocciose sul bordo della gravina), mentre la femmina si è allontanata dal nido soltanto<br />
per pochi minuti. Nel corso della prima settimana di maggio si è verificata la schiusa delle uova. Da quel momento in poi,<br />
numerosi sono stati gli avvistamenti degli adulti (inizialmente soltanto il maschio) durante il trasporto di prede al nido,<br />
generalmente brandelli di carogne non identificabili. Durante una delle visite, uno dei due adulti si è lasciato osservare<br />
in un lungo bagno di sole sulle rocce del margine della gravina. Una brevissima visita dal versante ovest ha permesso di<br />
osservare due giovani nel nido. Le osservazioni seguenti dal versante est hanno confermato il numero dei giovani, che si<br />
sono involati intorno alla metà di giugno.<br />
I Nibbi reali, per tutto il periodo riproduttivo, sono stati abbastanza vociferi. La zona della gravina scelta per la nidificazione<br />
è risultata particolarmente “affollata”: nel raggio di 200-300 m hanno nidificato anche una coppia di Nibbio bruno (Milvus<br />
migrans) ed una di Poiana (Buteo buteo). Presenti anche il Lanario (Falco biarmicus), lo Sparviere (Accipiter nisus), il Gheppio<br />
(Falco tinnunculus) e molti Grillai (Falco naumanni). Con tutte le specie i Nibbi reali hanno mostrato un comportamento<br />
tollerante, se si esclude qualche interazione durante il trasporto di prede al nido, con Nibbio bruno e Poiana.<br />
SITO 2<br />
Si tratta di una gravina provvista di un esteso bosco maturo, con grandi alberi e ampie zone irraggiungibili, habitat riproduttivo<br />
ideale per i Nibbi. Nel corso dei precedenti tre anni, si erano verificate soltanto sporadiche osservazioni di individui<br />
isolati durante i mesi primaverili ed estivi, molto probabilmente individui estivanti, mentre, durante la primavera 2007, tra<br />
aprile e giugno, è stato possibile seguire la nidificazione di una coppia.<br />
La presenza della coppia nidificante è stata accertata durante la seconda metà di aprile. L’osservazione di un individuo in<br />
volteggio o diretto verso una precisa zona della gravina è stata interpretata come un chiaro segno di nidificazione in corso.<br />
L’individuazione del nido è avvenuta a metà giugno, quando i giovani erano ormai prossimi all’involo, dopo ripetute visite<br />
durante le quali i due adulti erano stati spesso osservati in volo o sostare a turno su un vicino albero secco, usato come posatoio.<br />
Il nido era su Pino d’Aleppo, in un tratto molto boscoso del versante ovest. Anche in questa gravina la nidificazione si<br />
è conclusa con l’involo di due giovani. I Nibbi reali sono stati molto tolleranti con le altre specie di rapaci. Nella stessa zona,<br />
nel raggio di circa 250 m, hanno nidificato ben due coppie di Nibbi bruni e, non lontano, anche una coppia di Bianconi.<br />
L’involo di quattro giovani Nibbi reali nell’anno 2007, due nel sito 1 e due nel sito 2, è certamente un evento di grande importanza<br />
per la ZPS “Area delle Gravine”. Infatti, questa specie, che nidifica regolarmente nella confinante Basilicata in siti<br />
poco distanti dall’area di studio, quasi certamente non era più nidificante da circa 15 anni nelle Gravine ioniche pugliesi.<br />
Gli avvistamenti di individui svernanti sono diventati sempre più frequenti nel corso degli ultimi anni, soprattutto presso<br />
il carnaio avviato nell’ambito di questo POR, che quindi potrebbe aver contribuito in modo decisivo al ritorno nel 2007 del<br />
Nibbio reale come nidificante nella ZPS.<br />
Conclusioni<br />
L’involo di quattro giovani Nibbi reali nel 2007, è<br />
certamente un evento di grande importanza per la<br />
ZPS “Area delle Gravine”. Infatti, questa specie, che<br />
nidifica regolarmente nella confinante Basilicata<br />
in siti poco distanti dall’area di studio, quasi certamente<br />
non era più nidificante da circa 15 anni nelle<br />
Gravine ioniche pugliesi.<br />
Gli avvistamenti di individui svernanti sono diventati<br />
sempre più frequenti nel corso degli ultimi<br />
anni, soprattutto presso il carnaio avviato nell’ambito<br />
di questo POR, che potrebbe aver contribuito<br />
in modo decisivo al ritorno nel 2007 del Nibbio reale<br />
come nidificante nella ZPS.<br />
Nei quattro anni di monitoraggio, quindi, la specie<br />
ha evidenziato un trend favorevole al contrario di<br />
quanto riscontrato a livello regionale. Infatti, la specie<br />
risulta in declino in Puglia (Sigismondi, op.cit.),<br />
principalmente a causa della persecuzione umana,<br />
della pesante modificazione dell’habitat, dell’utilizzo<br />
di pesticidi e delle moderne pratiche agricole.<br />
Il Nibbio reale, infatti, è risultata una specie in locale<br />
incremento, nonostante la chiusura delle di-<br />
scariche e l’incremento negli ultimi anni di impianti<br />
eolici nelle aree di svernamento e nidificazione<br />
circostanti. Non sono stati evidenziati, ma non si<br />
escludono, casi di bracconaggio, bocconi avvelenati<br />
o di impatto con le linee elettriche.<br />
Le misure di conservazione più importanti da adottare<br />
sono sicuramente la rimozione delle minacce<br />
e dei fattori limitanti (distruzione e trasformazione<br />
habitat di riproduzione ed alimentazione, modificazione<br />
dei sistemi di conduzione agricola e allevamento<br />
del bestiame, chiusura di discariche, avvelenamento<br />
da pesticidi, uccisioni illegali) (Brichetti &<br />
Fracasso 2003).<br />
Alcune misure di compensazione come, ad esempio,<br />
la creazione di una rete di carnai da realizzare<br />
sia in Puglia che Basilicata ed una loro implementazione<br />
(in numero e continuità temporale), partendo<br />
da progetti già esistenti (esempio: POR Gravine<br />
arco Ionico, POR Gravina di Puglia, LIFE Fortore<br />
2005, LIFE Rapaci del Gargano e LIFE Rapaci Lucani),<br />
potrebbe essere un ulteriore strumento di<br />
conservazione per incrementare la presenza della<br />
specie nell’area di studio.<br />
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