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Untitled - RAPACI DELLE GRAVINE

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Fig. 1 Localizzazione area di studio<br />

Materiali e Metodi<br />

A causa delle abitudini notturne e delle basse densità,<br />

il censimento del Gufo reale viene effettuato<br />

applicando metodiche combinate e specifiche.<br />

Per definire la presenza della specie e l’area di distribuzione<br />

sono stati utilizzati sia metodi indiretti<br />

di indagine, attraverso l’analisi di materiale bibliografico<br />

ed interviste, che metodi diretti, effettuando<br />

censimenti e rilievi di campo.<br />

Metodi indiretti<br />

E’ stata consultata la bibliografia allo scopo di raccogliere<br />

informazioni storiche circa le località di<br />

presenza del rapace.<br />

Si è intrapresa la raccolta di informazioni relative<br />

alla presenza o avvistamento del Gufo reale nelle<br />

province di taranto e Matera intervistando ornitologi,<br />

forestali, cacciatori, fotografi, agricoltori e<br />

residenti nei pressi delle gravine. Ogni informazione<br />

è stata attentamente vagliata, sottoponendo<br />

all’attenzione degli intervistati, fotografie raffiguranti<br />

la specie o facendo ascoltare il canto tipico.<br />

Inoltre, sono state visionate le collezioni ornitologiche<br />

conservate presso i principali musei della<br />

regione Puglia e sono stati contattati i referenti di<br />

alcuni centri di recupero della fauna selvatica della<br />

Regione Puglia.<br />

Le indicazioni ottenute dalle indagini bibliografiche,<br />

dalle collezioni ornitologiche museali e dai<br />

Centri di Recupero della Fauna Selvatica regionali,<br />

hanno consentito di ottenere informazioni soprattutto<br />

sulla località di provenienza degli esemplari<br />

di Gufo reale.<br />

I dati ottenuti dai metodi indiretti sopra descritti<br />

sono stati integrati con le indagini di campo al<br />

fine di costruire e determinare l’area di distribuzione<br />

della specie.<br />

Metodi diretti<br />

In letteratura i metodi più utilizzati per il censimento<br />

e il monitoraggio della specie sono la stimolazione<br />

con richiamo registrato (playback) e<br />

l’ascolto sistematico del canto spontaneo (Mikkola,<br />

1983; Cramp, 1985; Pedrini, 1989; Penteriani &<br />

Pinchera, 1989; Zuberogoitia & Campos, 1998).<br />

In caso di forte disturbo acustico provocato dalle<br />

cause più diverse (traffico veicolare, corsi d’acqua,<br />

ecc.), tali metodi risultano poco proficui; pertanto<br />

è necessario ricercare la specie di giorno utilizzando<br />

telescopi a diversi ingrandimenti o frequentare<br />

le pareti adatte alla nidificazione in cerca di borre<br />

e/o tracce di presenza.<br />

Anche il ritrovamento di segni di presenza quali<br />

spiumate, borre ed escrementi ha fornito ulteriori<br />

informazioni utili sulla presenza-assenza della<br />

specie e dei siti utilizzati nell’area di studio.<br />

L’intera area di studio è stata suddivisa in 284 Unità<br />

di Griglia (UdG) (113.600 ha). La localizzazione<br />

circa la presenza/assenza della specie è stata riferita<br />

ad una carta orto-fotostatica dell’area di studio,<br />

suddivisa in UdG di 2 Km di lato, ciascuna di<br />

400 ha. La griglia è stata costruita tramite software<br />

GIS ArcView 3.2 (ESRI) e l’estensione mila grid.<br />

La scelta della scala delle singole UdG è avvenuta<br />

sulla base delle conoscenze bibliografiche. Infatti,<br />

le aree maggiormente frequentate, si trovano in<br />

un raggio di 2-3 Km intorno il sito di nidificazione<br />

(Frey, 1973; Penteriani, 1996).<br />

L’indagine è stata svolta nel periodo ottobre 2002<br />

- maggio 2005 in 75 UdG o stazioni di ascolto<br />

(26,4% del totale) scelte random, per un totale di<br />

30.000 ha.<br />

Per ogni stazione sono stati eseguiti da un minimo<br />

di 3 ad un massimo di 6 rilevamenti al fine di<br />

evidenziare e confermare oltre la presenza anche<br />

la fedeltà della specie al sito, per un totale di 95<br />

uscite sul campo, di cui 37 diurne e 58 notturne.<br />

L’ascolto spontaneo è stato effettuato in un intervallo<br />

di tempo compreso tra i 30 minuti prima<br />

del tramonto e le 5 ore successive (Pedrini, 1989;<br />

Penteriani e Pinchera, 1989), con sessioni d’ascolto<br />

per stazione della durata di 30 minuti. Ad ogni<br />

sessione di ascolto spontaneo è seguita la stimolazione<br />

mediante playback della durata di 30 minuti<br />

suddivisi in 5 step di 6 minuti ciascuno. Ogni<br />

step è consistito in 4 minuti di emissione del canto<br />

territoriale e 2 minuti di ascolto come risposta alla<br />

stimolazione. A questa fase è seguita un’ulteriore<br />

sessione di ascolto spontaneo della durata di 15<br />

minuti. I rilevamenti, in ciascuna delle stazioni di<br />

ascolto, hanno avuto una durata complessiva di<br />

75 minuti.<br />

L’analisi e la definizione dell’area di distribuzione<br />

della specie è stata effettuata cumulando sia i risultati<br />

derivanti dai metodi indiretti che quelli ot-<br />

tenuti dalle indagini dirette, localizzando i dati di<br />

presenza all’interno della rispettiva UdG.<br />

70 71<br />

Risultati<br />

Metodi indiretti<br />

L’indagine attraverso analisi bibliografica e interviste<br />

ha delineato un quadro di scarsa conoscenza<br />

sul Gufo reale in Puglia e Basilicata. Il primo riferimento<br />

bibliografico riscontrato per la regione<br />

Puglia è fornito da di Carlo (1965) che descrive<br />

l’avvistamento di un individuo nei pressi di bosco<br />

Sfilzi nel promontorio del Gargano, considerando<br />

la specie stazionaria per il Gargano.<br />

Per l’area delle gravine la prima segnalazione, riportata<br />

in letteratura, risale al 1987, dove è documentato<br />

il primo avvistamento, corredato da fotografie,<br />

del Gufo reale (Sigismondi, 1987).<br />

Il sistema delle interviste si è rilevato il metodo<br />

più proficuo, in quanto dalle segnalazioni raccolte<br />

si è riusciti a definire alcune aree importanti di<br />

presenza della specie. Le collezioni museali esaminate<br />

non hanno fornito utili informazioni, in<br />

quanto, pur essendo presenti individui di Gufo<br />

reale tassidermizzati (6 esemplari) nella maggior<br />

parte dei casi è stato impossibile risalire alla provenienza<br />

degli animali. Al contrario i dati forniti<br />

dai Centri di Recupero della Fauna Selvatica di Puglia<br />

e Basilicata, dando precise indicazioni sui siti<br />

di rinvenimento degli esemplari morti e/o feriti,<br />

hanno permesso una localizzazione più precisa di<br />

alcuni siti di presenza.<br />

Complessivamente le localizzazioni del Gufo reale<br />

ottenute dalle indagini indirette riguardano 13 segnalazioni<br />

registrate dal 1984 al 2007.<br />

Le 13 segnalazioni raccolte con questa metodologia<br />

ricadono in 12 UdG rappresentando il 4,2%<br />

della copertura totale dell’area di studio, comprese<br />

nei territori comunali di Matera, Ginosa, Laterza<br />

e Massafra.<br />

Metodi diretti<br />

delle 75 UdG indagate tramite censimenti condotti<br />

nelle stazioni di ascolto, 9 risultano occupate<br />

dalla specie, per una copertura del 3,2%. di<br />

queste, 4 UdG coincidono con le UdG di presenza<br />

ottenute dalle indagini indirette, mentre 5 UdG risultano<br />

nuove aree di presenza. L’area di distribuzione<br />

reale è rappresentata da un totale di 17 UdG

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