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M a r i s a L a t e r z a , N i c o l a C i l l o<br />
Introduzione<br />
Inquadramento della specie a livello regionale e<br />
nazionale<br />
Il Biancone (Circaetus gallicus) è un rapace migratore<br />
che nidifica nel Paleartico Occidentale in due<br />
aree, una più occidentale, che comprende anche<br />
l’Italia, ed una più orientale, che si spinge verso<br />
nord-est fino alle pianure russe.<br />
Essendo la sua dieta costituita essenzialmente da<br />
rettili, soprattutto serpenti, predilige gli ambienti<br />
caldi ed aridi, sebbene la parte più settentrionale<br />
del suo areale di nidificazione sia caratterizzata da<br />
pianure umide.<br />
A partire dalla prima metà di marzo, il Biancone<br />
arriva in Europa dai quartieri di svernamento africani<br />
compresi in una fascia tra 20°N e 10°N di latitudine.<br />
Nidifica in aree caratterizzate da un basso grado<br />
di disturbo antropico, dove siano presenti boschi<br />
alternati a zone aperte anche non estese, come<br />
piccole radure, essenziali per la ricerca di prede. La<br />
tecnica di caccia più frequente consiste nell’esplorare<br />
il territorio da un’altezza di 20-50 m, sostando<br />
spesso in “spirito santo”.<br />
Costruisce il nido su alberi emergenti o isolati,<br />
mai dove la vegetazione è troppo densa, preferibilmente<br />
su Pini o altre essenze sempreverdi, e<br />
depone un solo uovo, normalmente tra la metà e<br />
la fine di aprile. L’incubazione e l’allevamento durano<br />
rispettivamente circa 45 e 70 giorni, pertanto<br />
l’involo avviene più frequentemente tra la fine di<br />
luglio e la metà di agosto. Il giovane rimane nei<br />
pressi del nido per alcune settimane.<br />
Nel Paleartico Occidentale sono stimate complessivamente<br />
8400-13000 coppie, mentre nell’Unione<br />
Europea è stimata una popolazione nidificante<br />
di 5400-7500 coppie (BirdLife International 2004).<br />
La specie risulta stabile negli ultimi 30 anni ed è<br />
stata classificata come SPEC 3 (non concentrata in<br />
Europa, ma con stato di conservazione sfavorevole).<br />
In Italia è stimata una popolazione di Biancone di<br />
oltre 500 coppie (Campora e Cattaneo, 2006; Cattaneo<br />
e Petretti, 1992), nidificanti in varie regioni,<br />
in una fascia altitudinale compresa tra 180 e 1700<br />
m, concentrate soprattutto nell’Appennino Ligure<br />
e lungo l’arco alpino (fig. 1). Assente nella Pianura<br />
padana, nel Salento e nella parte più meridionale<br />
della Calabria, il Biancone è distribuito maggiormente<br />
lungo il versante tirrenico, con una densità<br />
di popolazione che si riduce scendendo verso sud.<br />
In Sicilia e in Sardegna viene segnalato soltanto<br />
come svernante.<br />
I Bianconi nidificanti nell’Italia centro-meridionale<br />
seguono una singolare rotta migratoria “ad arco”<br />
(Agostini et al., 2002). In autunno risalgono il versante<br />
tirrenico fino alla Liguria, per poi dirigersi<br />
verso Gibilterra; soltanto un esiguo numero di<br />
individui raggiunge l’Africa attraverso il Canale di<br />
Sicilia. Un analogo percorso in direzione contraria<br />
sarebbe seguito durante la migrazione primaverile<br />
(Baghino e Premuda, 2005).<br />
Per la Puglia, non esistono dati precisi sul numero<br />
delle coppie nidificanti e sono possibili soltanto<br />
stime molto approssimative. La specie è certa-<br />
mente presente nel promontorio del Gargano (3-<br />
4 coppie), nelle Murge (3-5 coppie) e nelle Gravine<br />
ioniche (2-3 coppie). I piccoli nuclei pugliesi sono<br />
le propaggini più orientali della popolazione lucana<br />
di Biancone, costituita da un numero di coppie<br />
nidificanti stimato tra 15 e 30 (Sigismondi, 1998).<br />
Fig. 1 Distribuzione del Biancone in Italia<br />
tratto da:<br />
The Short-toed Eagle,<br />
Circaetus gallicus, in Italy<br />
CAMPORA M., CAttANEO G., 2006.<br />
Area di studio<br />
La ZPS “Area delle Gravine”, è caratterizzata da una<br />
discreta disponibilità di ambienti adatti alla presenza<br />
del Biancone. Circa l’11% del totale della superficie<br />
è rappresentato da boschi a prevalenza di<br />
Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) o a prevalenza di<br />
Leccio (Quercus ilex) che, soprattutto lungo i versanti<br />
di alcune gravine, costituiscono un ottimo<br />
habitat riproduttivo. Ben rappresentate anche le<br />
aree trofiche idonee: più di un quarto della superficie<br />
è costituito, infatti, da zone naturali aperte e<br />
da macchia mediterranea.<br />
Materiali e Metodi di rilevamento<br />
Per censire le coppie di Bianconi nidificanti all’interno<br />
della ZPS è stato innanzitutto necessario in-<br />
dividuare, nell’intero territorio, le aree corrispondenti<br />
all’habitat riproduttivo più idoneo per la<br />
specie.<br />
tale operazione è stata avviata durante il mese di<br />
febbraio 2004, prima dell’arrivo dei Bianconi dai<br />
quartieri di svernamento, ed è proseguita anche<br />
nei mesi seguenti. L’individuazione dei possibili<br />
siti di nidificazione è avvenuta grazie alla visita di<br />
tutte le gravine, percorrendone il bordo e osservando<br />
entrambi i versanti. Sebbene tutte le gravine<br />
presentino tratti più o meno estesi di copertura<br />
arborea, non è stato difficile, già durante il primo<br />
anno di monitoraggio, operare una selezione dei<br />
siti più probabili per la nidificazione anche sulla<br />
base del livello di disturbo antropico.<br />
Negli anni successivi al primo, le visite sono state<br />
quindi concentrate nelle gravine provviste di zone<br />
boscose non disturbate. In particolare, durante il<br />
periodo compreso tra la seconda metà di marzo<br />
e la prima decade di aprile, si è accertata la presenza<br />
delle coppie, osservando le parate nuziali e<br />
il trasporto di rami per la costruzione o il ripristino<br />
del nido.<br />
Individuate le coppie, ogni anno, dopo la deposizione<br />
e l’avvio della cova, si è ritenuto opportuno<br />
ridurre le visite di controllo, per non rischiare di<br />
influire sull’esito della nidificazione.<br />
A partire dall’ultima settimana di maggio sono avvenute<br />
le visite per constatare l’avvenuta schiusa<br />
e per controllare il regolare andamento dell’allevamento,<br />
osservando, laddove possibile, direttamente<br />
il nido con il cannocchiale a notevole<br />
distanza, oppure rilevando il trasporto di prede<br />
al nido. Soltanto nel sito 1 le varie fasi dell’allevamento<br />
sono state seguite da un punto di osservazione<br />
nascosto e piuttosto vicino al nido (circa<br />
230 m), dove è stato opportuno non sostare mai a<br />
lungo per non arrecare disturbo.<br />
tra l’ultima settimana di luglio e la prima decade<br />
di agosto è stato accertato l’involo del giovane. Le<br />
visite si sono protratte fino alla fine di agosto o ai<br />
primi giorni di settembre.<br />
Le osservazioni sono state condotte con un binocolo<br />
10x40 ed un cannocchiale 20-60x77.<br />
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