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Untitled - RAPACI DELLE GRAVINE

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ne. anzi, contrariamente ad altre coppie osservate<br />

in anni precedenti, i due individui hanno spesso<br />

mostrato uno spiccato interesse nei confronti degli<br />

essere umani, sorvolando a bassa quota anche<br />

aree peri-urbane in modo piuttosto insolito,<br />

dimostrando quindi una particolare tranquillità e<br />

confidenza.<br />

In Tab. 2 si riassume lo status riproduttivo del Capovaccaio<br />

nella zPs-sIC area delle gravine dal<br />

2000 al 2007.<br />

Tab.2 Status del Capovaccaio nella ZPS-SIC<br />

“Area delle gravine” dal 2000 al 2007<br />

Il carnaio:<br />

monitoraggio e raccolta dati complessivi sull’uso<br />

del carnaio da parte di Corvidi e rapaci<br />

L’incremento delle risorse trofiche per Capovaccaio,<br />

Nibbio reale e Nibbio bruno, specie necrofaghe<br />

e opportuniste, appare come uno dei principali<br />

fattori di conservazione per sopperire sia la<br />

riduzione delle risorse trofiche naturali, a seguito<br />

della trasformazione degli habitat, sia la sopravvenuta<br />

riduzione delle discariche e la modifica nella<br />

modalità di gestione delle stesse.<br />

La presenza di una fonte di cibo continua e costante,<br />

potrebbe determinare una maggiore frequentazione<br />

all’interno dell’area di studio da parte<br />

delle specie target e offrire probabilmente un<br />

ulteriore opportunità per il successo riproduttivo.<br />

La presenza delle fonti trofiche, inoltre, rende più<br />

probabile che eventuali soggetti in migrazione o<br />

estivanti possano fermarsi nell’area, determinando<br />

una riduzione dell’erratismo trofico e riducendo<br />

il rischio di avvelenamento legato alla frequentazione<br />

di discariche o siti non controllati.<br />

allo stato attuale, in Puglia oltre al carnaio realizzato<br />

in prossimità della Gravina di Laterza, azione<br />

prevista da questo progetto, ne è stato creato un<br />

altro a Gravina in Puglia (ba) e realizzato nell’ambito<br />

del “Piano di azione per la Conservazione del<br />

Nibbio reale (Milvus milvus) e del Nibbio bruno<br />

(Milvus migrans) nel sIC bosco Difesa grande” POr<br />

Puglia 2000-2006 mis. 1.6 int. b. Infine, sono in fase<br />

di realizzazione altri carnai nel territorio materano<br />

(Progetto LIFe Natura “rapaci Lucani”) e nel Gargano<br />

(Progetto LIFe Natura “Interventi urgenti di<br />

conservazione dei rapaci del Gargano”).<br />

Il carnaio è stato realizzato all’interno della zPssIC,<br />

in prossimità della Gravina di Laterza, in<br />

un’area non facilmente accessibile e che al tempo<br />

stesso ha consentito una agevole sorveglianza e<br />

monitoraggio da opportuna distanza. L’area del<br />

carnaio di circa 2.000 m2 è stata opportunamente<br />

delimitata con una recinzione alta 1,80 m ed interrata<br />

per impedire l’accesso a mammiferi (volpi,<br />

cinghiali e cani randagi).<br />

Il carnaio è stato rifornito settimanalmente dai<br />

primi di febbraio alla metà di settembre. sono<br />

stati utilizzati scarti di macelleria forniti in loco da<br />

una ditta autorizzata utilizzando tutte le procedure<br />

igienico-sanitarie previste in particolare dal<br />

reg/Ce n.1774/2002.<br />

Il rifornimento del carnaio a Laterza è stato avviato<br />

a partire dalla primavera 2004. Durante il periodo<br />

di attività sono state condotte osservazioni<br />

finalizzate al monitoraggio e alla sorveglianza del<br />

Un individuo di capocaccaio sorvola l’area del carnaio.<br />

v. GIaCOIa<br />

Tab. 3 Ore di osservazioni<br />

mensili medie al carnaio<br />

negli anni 2004-2007<br />

Tab. 4 - dati di frequenza del carnaio nella ZPS-SIC “Area delle Gravine” dal 2004 al 2007<br />

sito.<br />

In totale sono state condotte oltre 2.200 ore di osservazione,<br />

con una media di circa 600 ore/anno<br />

(Tab. 3) distribuite in circa 100 giornate/anno.<br />

Le osservazione condotte hanno messo in evidenza<br />

che i corvidi sono le specie che maggiormente<br />

hanno utilizzato il sito, Gazza (Pica pica) e Cornacchia<br />

grigia (Corvus cornix) in particolare.<br />

In Tab. 4, si evidenzia che il Corvo imperiale (Corvus<br />

corax) è risultata la specie più attiva nel frequentare<br />

il sito (45% del totale degli individui<br />

censiti), seguito da Nibbio bruno (31%) e Nibbio<br />

reale (22,3%).<br />

Nonostante il Capovaccaio sia stato osservato sorvolare<br />

anche a bassa quota il carnaio, è stato osservato<br />

al suo interno, in alimentazione, una sola<br />

volta. Più spesso ha approfittato delle scorte alimentari<br />

depositate dai corvi imperiali, nei pressi<br />

del carnaio, come riserva alimentare.<br />

Il carnaio è stato assiduamente utilizzato dal gio-<br />

Fig. 2 Andamento annuale dell’utilizzo del carnaio<br />

vane Capovaccaio “Arturo”, liberato nel 2007 con<br />

la tecnica dell‘hacking, durante gli ultimi giorni di<br />

permanenza nella Gravina di Laterza, prima dell’inizio<br />

della migrazione.<br />

Come evidenziato in Fig. 2, dal 2004 al 2007 è<br />

stata riscontrata una crescita lineare del numero<br />

di individui osservati in alimentazione al carnaio<br />

(r 2 = 0,9, p

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