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Untitled - RAPACI DELLE GRAVINE

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M i c h e l e B u x<br />

Introduzione<br />

Il Grillaio è un piccolo falco migratore dalle abitudini<br />

coloniali, considerato tra le specie di Uccelli<br />

globalmente minacciate (sPeC 1) ed a maggiore<br />

rischio di estinzione (birdLife International, 2004).<br />

eppure, nei territori a cavallo tra Puglia e basilicata<br />

è possibile ancora oggi osservare un elevato numero<br />

di grillai in caccia nelle campagne o mentre<br />

volteggiano chiassosi sui tetti delle abitazioni dei<br />

centri storici di altamura, matera, santeramo in<br />

Colle, Ginosa, ed altri ancora.<br />

Di conseguenza, sembrerebbe quindi che tale<br />

specie non sia poi così rara, ma la realtà è ben<br />

diversa, soprattutto se si analizza l’ecologia e la<br />

storia naturale recente (gli ultimi 50-100 anni) di<br />

questa specie.<br />

Dal punto di vista ecologico il Grillaio è un rapace<br />

diurno molto particolare appartenente al gruppo<br />

dei piccoli falchi in cui rientrano anche il più diffuso<br />

e stanziale Gheppio (Falco tinnunculus), con<br />

cui può essere facilmente confuso, il Falco cuculo<br />

(Falco vespertinus) o il Lodolaio (Falco subbuteo).<br />

rispetto ai congenerici presenta una più spiccata<br />

colonialità ed è strettamente legato alle attività<br />

antropiche sia per l’attività alimentare, cacciando<br />

le sue prede d’elezione, i grossi insetti, sui pascoli<br />

e nelle aree agricole estensive, che per la nidificazione<br />

dove utilizza principalmente i sottotetti e le<br />

cavità nei muri dei centri storici e delle case rurali<br />

dell’europa centro meridionale.<br />

se in passato la “vicinanza all’uomo” lo ha favorito<br />

man mano che questo sottraeva aree ai boschi<br />

per creare prima pascoli e poi terreni agricoli, e<br />

aumentava sempre più le aree urbane, con palazzi<br />

sempre più alti e somiglianti a pareti rocciose, dagli<br />

ultimi 50 anni, la situazione è fortemente cambiata.<br />

La meccanizzazione agricola e l’abbandono<br />

della pastorizia hanno trasformato le campagne<br />

in estese monocolture con una bassa biodiversità<br />

di insetti a causa dell’utilizzo crescente di anticrittogamici.<br />

Contemporaneamente, l’aumento della<br />

dimensione delle città e l’abbandono delle tecniche<br />

costruttive tradizionali (le uniche in grado di<br />

creare le condizioni idonee per la nidificazione),<br />

hanno sottratto al Grillaio siti di nidificazione un<br />

tempo abbondanti.<br />

La velocità di tali modificazioni colturali e sociali,<br />

non hanno consentito nel breve termine alcuna<br />

possibilità di adattamento alla specie che ha visto<br />

un tracollo della popolazione mondiale nella seconda<br />

metà del XX secolo.<br />

In particolare nel paleartico occidentale, nei paesi<br />

per i quali sono disponibili dati storici attendibili,<br />

si è dimostrato un calo spesso drammatico. La<br />

più importante popolazione, di quest’area, presente<br />

in spagna è passata da 100.000 coppie stimate<br />

nel 1960 a 20.000-30.000 coppie nel 1980 e<br />

4.200-5.100 coppie censite nel 1990 (Gonzàlez et<br />

al., 1990). attualmente la popolazione spagnola è<br />

stata censita in 8.000 coppie nidificanti, mostrando<br />

di aver reagito positivamente alle diverse iniziative<br />

di conservazione (Pomarol, 1993).<br />

anche in Italia, pur in assenza di dati numerici<br />

storici, il suo areale distributivo si è notevolmente<br />

ridotto. Nel periodo 1985-’87 (Progetto atlante<br />

Uccelli Nidificanti in Italia) la specie era presente<br />

in aree nelle quali non è più risultata presente<br />

nelle indagini condotte successivamente. In particolare,<br />

la specie è scomparsa in Puglia da tutte le<br />

aree esterne alle murge e alle Gravine, mentre era<br />

stata segnalata nel salento, nel Gargano e sull’appennino<br />

Dauno. Negli ultimi anni la popolazione<br />

appulo-lucana sembra, almeno numericamente,<br />

in ripresa con censimenti di circa 8.000-12.000<br />

individui ai dormitori notturni nel periodo postriproduttivo<br />

e con la recente segnalazione di coppie<br />

riproduttive in provincia di Foggia nel basso<br />

tavoliere.<br />

Gli studi fino ad ora condotti hanno interessato<br />

l’ecologia trofica (bux et al., 1997; Pantone e bux,<br />

1999), la biologia riproduttiva (bux et al., 2005;<br />

bux, 2007; bux et al., 2007) e lo status conservazionistico<br />

(sigismondi et al., 1995; sigismondi et al.,<br />

2003; bux e Pavone, 2005; Caldarella et al., 2007)<br />

fornendo un quadro abbastanza completo su biologia,<br />

ecologia e problemi di conservazione della<br />

specie.<br />

scopo del presente contributo è quello di illustrare<br />

i risultati delle indagini svolte nell’ambito del<br />

progetto “Piano d’azione per la conservazione del<br />

Capovaccaio (Neophron percnopterus) e azioni di<br />

conservazione del Grillaio, Nibbio reale (Milvus<br />

milvus) e Nibbio bruno (Milvus migrans) nella zPssIC<br />

“area DeLLe GravINe” finanziato con fondi<br />

POr 2000 – 2006 della regione Puglia.<br />

Area di studio<br />

La ricerca ha riguardato l’intero comprensorio delle<br />

gravine dell’arco ionico comprendente il territorio<br />

di due regioni, Puglia e basilicata, ed interessato<br />

dalla presenza di due sIC/zPs, “area delle<br />

Gravine cod. IT9130007” e “Gravine di matera cod.<br />

IT9220135”.<br />

L’area di studio ha interessato i territori dei comuni<br />

pugliesi di Ginosa, Laterza, Castellaneta, Palagianello,<br />

mottola e massafra e del comune di matera<br />

in basilicata, per un totale di circa 20.000 ettari.<br />

Materiali e metodi di rilevamento<br />

sono stati effettuati conteggi ai dormitori utilizzati<br />

dalla specie nei periodi pre- e post-riproduttivi<br />

nelle due colonie di matera e Ginosa. La stima del<br />

numero di coppie nidificanti in queste due colonie<br />

è stata ricavata considerando una percentuale<br />

di individui non riproduttivi variabile tra il 10 e il<br />

20% (bux, in prep.).<br />

La numerosità delle colonie nidificanti nei centri<br />

urbani di Laterza, Castellaneta, Palagianello, mottola<br />

e massafra è stata valutata attraverso un conteggio<br />

diretto degli individui, nel periodo presunto<br />

che precede la deposizione, in volo sulla città<br />

nel tardo pomeriggio. In questo periodo la coppia<br />

tende a volare o a posarsi insieme sopra il sito di<br />

nidificazione poco prima del sopraggiungere della<br />

notte. sono stati a tale scopo effettuati 6 conteggi<br />

differenti in 14 giorni.<br />

Nel 2007 è stato individuato un dormitorio nel<br />

centro storico di Laterza che però è stato utilizzato<br />

solo da una parte degli individui nidificanti, e<br />

non ha consentito di stimare più precisamente la<br />

numerosità della colonia.<br />

Inoltre, è stata verificata la presenza della specie<br />

in altri centri urbani al fine di accertare eventuali<br />

espansioni dell’areale locale di riproduzione.<br />

I conteggi ai dormitori notturni (colonie di matera<br />

e Ginosa) sono stati effettuati sia nel periodo preriproduttivo<br />

nei primi 15 giorni di maggio, che nel<br />

periodo post-riproduttivo, tra l’ultima settimana<br />

di luglio e la prima d’agosto.<br />

Risultati e discussione<br />

Il Grillaio occupa l’intero comprensorio territoriale<br />

rappresentato dalle gravine dell’arco ionico, nidificando<br />

in quasi tutti i centri storici dei comuni<br />

presenti all’interno del perimetro della zPs o nelle<br />

sue immediate vicinanze.<br />

La dimensione delle colonie varia notevolmente<br />

spostandosi da est ad ovest, con abbondanze<br />

nettamente superiori nel settore occidentale tra<br />

la città di matera e Laterza.<br />

I risultati dei censimenti e la stima del numero di<br />

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