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M i c h e l e B u x<br />
Introduzione<br />
La gran parte degli studi condotti in Puglia sugli<br />
Strigiformi hanno riguardato l’ecologia trofica<br />
(Sublimi e Quaranta, 1988; Cignini, 1989; Battisti<br />
et al., 1997; Bux et al., 2000; Bux, 2001; Bux e Rizzi;<br />
2005), mentre rari sono state le ricerche inerenti<br />
la distribuzione e l’abbondanza (Bux, 1999; Sigismondi<br />
et al., 2005).<br />
Il censimento dei rapaci notturni nell’area delle<br />
gravine dell’arco ionico rappresenta il primo lavoro<br />
organico su di una comunità di strigiformi<br />
della Puglia. Esso ha lo scopo di definire le specie<br />
presenti, la distribuzione e densità. Le specie indagate<br />
sono state il Barbagianni (Tyto alba), l’Assiolo<br />
(Otus scops), il Gufo comune (Asio otus) e la<br />
Civetta (Athene noctua). Queste rappresentano<br />
tutte quelle note per l’area delle gravine con l’uni-<br />
ca eccezione del Gufo reale (Bubo bubo), a cui è<br />
stata dedicata una ricerca specifica (vedi Scorrano,<br />
questo volume).<br />
Area di studio<br />
Nei tre anni di indagine, l’area di studio ha interessato<br />
l’intero comprensorio delle gravine dell’arco<br />
ionico. Sono stati individuati 3 transetti all’interno<br />
dei siti SIC/ZPS “Area delle Gravine” cod. It9130007<br />
e “Gravine di Matera” cod. It9220135; 2 nel settore<br />
ovest (transetto A lungo 12 km e transetto B lungo<br />
8 km) e 1 nel settore est (transetto C lungo 9<br />
km) (Fig. 1).<br />
Fig. 1 Aree di studio e individuazione dei transetti nel settore occidentale ed orientale delle<br />
gravine dell’arco ionico<br />
Materiali e metodi<br />
La metodologia utilizzata è stata quella del censimento<br />
tramite playback e dell’ascolto sistematico<br />
del richiamo spontaneo emesso dai giovani (valido<br />
soprattutto per il Gufo comune).<br />
Il censimento al playback consiste nello stimolare<br />
una risposta territoriale della specie da censire,<br />
mediante la riproduzione del canto con un registratore,<br />
simulando la presenza di un conspecifico.<br />
Il censimento con il playback presenta i seguenti<br />
vantaggi rispetto ad altre tecniche: 1) impiego di<br />
un numero limitato di rilevatori; 2) possibilità di<br />
censire vaste superfici anche molto eterogenee;<br />
3) applicabilità anche con basse densità; 4) rapidità<br />
e alto rendimento dei censimenti in quanto incrementa<br />
il tasso di canto anche di specie normalmente<br />
elusive o silenziose; 5) possibilità di censire<br />
le covate; 6) possibilità di individuare il sito di riposo<br />
diurno tramite triangolazione; 7) possibilità di<br />
definire, con buona approssimazione, i territori in<br />
quanto gli animali possono essere indotti a seguire<br />
il richiamo entro i propri confini; 8) attenuazione<br />
della variabilità stagionale nell’attività di canto,<br />
per cui è possibile applicare il metodo anche in<br />
periodi in cui la specie è relativamente silenziosa;<br />
9) possibilità di compiere osservazioni dirette sul<br />
comportamento, in quanto alcune specie tendono<br />
ad avvicinarsi alla fonte dello stimolo; 10) possibilità<br />
di censire anche le zone impraticabili.<br />
Per ognuno dei 3 transetti sono stati individuati<br />
una serie di punti di emissione-ascolto distanti<br />
800 metri. Sono stati utilizzati versi e canti territoriali,<br />
per ciascuna delle specie considerate, emessi<br />
partendo dalla specie più piccola secondo l’ordine<br />
seguente: Assiolo, Civetta, Gufo comune e<br />
Barbagianni. I dati sono stati raccolti all’interno di<br />
schede appositamente create seguendo quanto<br />
indicato in takats & Holroyd (1997).<br />
Per ogni stazione di emissione-ascolto il protocollo<br />
di indagine era composto da 5 intervalli;<br />
0 – 2 minuti di ascolto iniziale;<br />
I – 1 minuto di emissione del canto territoriale del-<br />
l’assiolo e 1 minuto di ascolto;<br />
II – 1 minuto di emissione del canto territoriale<br />
della civetta e 1 minuto di ascolto;<br />
III – 1 minuto di emissione del canto territoriale<br />
del gufo comune e 1 minuto di ascolto;<br />
IV – 1 minuto di emissione del canto territoriale<br />
del barbagianni e 1 minuto di ascolto.<br />
L’intera serie ha avuto la durata di 10 minuti, di cui<br />
6 di ascolto e 4 di emissione.<br />
durante la stimolazione acustica l’altoparlante è<br />
stato mantenuto ad un’altezza costante dal suolo<br />
di circa 1,7 metri e rivolto verso tutte le direzioni. Il<br />
volume del playback è stato calibrato in modo da<br />
consentire al rilevatore di sentire la risposta dell’animale<br />
più lontano. L’impianto di emissione era<br />
composto da un lettore Cd portatile con amplificazione<br />
di 15 Watt. Ogni transetto è stato iniziato<br />
mezz’ora dopo il tramonto è ha avuto una durata<br />
variabile tra le 2 e le 4 ore.<br />
Sono stati considerati quali contatti positivi tutti<br />
i canti territoriali delle specie target, sia del maschio<br />
che della femmina, e le osservazioni dirette<br />
di individui in avvicinamento verso il playback.<br />
Non sono stati considerati validi i richiami dei giovani,<br />
che soprattutto per il Gufo comune possono<br />
sentirsi molto facilmente a partire già da aprile.<br />
Risultati e discussione<br />
Censimento delle coppie nidificanti 2004-2007<br />
all’interno della ZPS<br />
In ciascun anno di indagine sono stati effettuati<br />
216 sessioni di emissione ed ascolto nel periodo<br />
compreso tra marzo ed agosto, per un totale di<br />
648 sessioni. Novanta sono state effettuate nel<br />
transetto “A”, 60 in “B” e 66 in “C”. E’ stata registrata,<br />
ogni anno, la presenza di tutte e 4 le specie target<br />
della ricerca: Assiolo, Civetta, Gufo comune e Barbagianni,<br />
mentre non è mai stata ascoltata nessuna<br />
vocalizzazione attribuibile all’Allocco.<br />
In totale si sono avuti 251 contatti (canto o osservazione<br />
diretta), cosi suddivisi nei tre anni: 82 nel<br />
2004, 77 nel 2005 e 92 nel 2006; con una media di<br />
64 65