fascicolo didattico (documento pdf (3,92 Mb) - Teatro Regio di Torino
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Tra il Sette e l’Ottocento i compositori cominciarono a mescolare aspetti relativi ai due generi:<br />
nell’opera seria vennero inseriti <strong>di</strong>versi i pezzi d’assieme, mentre la condotta vocale dell’opera comica<br />
accantonò le linee semplici a favore <strong>di</strong> un canto fi orito e spesso molto virtuosistico. Nel frattempo<br />
scomparvero quasi del tutto gli evirati; al loro posto le voci tenorili cominciarono a essere sempre più<br />
apprezzate.<br />
Durante lo stesso periodo nacque in Francia e si <strong>di</strong>ffuse in Italia il nuovo genere ibrido dell’Opera<br />
semiseria, basata sulle vicende <strong>di</strong> una protagonista <strong>di</strong> carattere delicato o patetico, inserita in un<br />
contesto comico.<br />
La tra<strong>di</strong>zione strumentale, ormai, era quasi del tutto trascurata dagli autori e dal pubblico<br />
italiani, ma ampiamente coltivata nel resto d’Europa; a Vienna, in particolare, tra<br />
la fi ne del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, fi oriva la mirabile stagione denominata<br />
Classicismo Viennese. La stupefacente<br />
triade Haydn-Mozart-Beethoven<br />
creò capolavori sinfonici, concertistici,<br />
<strong>di</strong> musica da camera… che <strong>di</strong>vennero<br />
modelli perfetti per tutte le<br />
generazioni successive.<br />
All’inizio dell’Ottocento il panorama<br />
musicale stava dunque rapidamente<br />
cambiando: l’opera italiana godeva<br />
ancora dell’ammirazione incontrastata<br />
del pubblico, ma veniva osservata<br />
in modo piuttosto polemico dai<br />
colleghi stranieri, che la ritenevano<br />
una specie <strong>di</strong> sottoprodotto artistico,<br />
un rudere antiquato rispetto alle<br />
innovazioni della grande arte nor<strong>di</strong>ca.<br />
L’Italia stava <strong>di</strong>ventando fanalino<br />
<strong>di</strong> coda nel mondo musicale europeo?<br />
È questa la situazione in cui Rossini cominciò a operare.<br />
Il <strong>Teatro</strong> Valle <strong>di</strong> Roma dove andò in scena per la prima volta La<br />
Cenerentola <strong>di</strong> Rossini.<br />
La vita <strong>di</strong> Rossini<br />
Gioachino Rossini nasce a Pesaro il 29 febbraio 17<strong>92</strong> in una famiglia <strong>di</strong> musicisti poco<br />
più che <strong>di</strong>lettanti: il padre Giuseppe, detto “il Vivazza” per le sue abitu<strong>di</strong>ni goderecce,<br />
è pubblico “trombetta” (cioè ban<strong>di</strong>tore) e suona il corno in piccoli teatri; la madre Anna<br />
svolge per qualche tempo la carriera <strong>di</strong> cantante d’opera. Dopo l’arrivo delle armate<br />
napoleoniche a Pesaro, subito seguito dal ritorno del governo pontifi cio, Giuseppe viene<br />
arrestato con l’accusa <strong>di</strong> nutrire forti simpatie rivoluzionarie, ma la vittoria <strong>di</strong> Napoleone<br />
a Marengo ne causa presto la scarcerazione. Frattanto il piccolo Gioachino, che manifesta<br />
eccezionali doti musicali, comincia a frequentare la scuola <strong>di</strong> musica <strong>di</strong> Lugo <strong>di</strong> Romagna e<br />
poi il Conservatorio <strong>di</strong> Bologna, dove impara ad amare i capolavori <strong>di</strong> Mozart e Haydn, tanto<br />
da meritare il soprannome <strong>di</strong> “tedeschino”. Il ragazzo è dotato <strong>di</strong> una voce bellissima, ma<br />
suona anche il clavicembalo e il violino.<br />
Durante una vacanza a Ravenna, Rossini compone sei quartetti per archi da eseguirsi come passatempo<br />
assieme a tre giovani amici durante le sere d’estate. Le Sei sonate a quattro, in seguito giu<strong>di</strong>cate<br />
molto severamente dallo stesso compositore, sono in realtà pagine piacevolissime in cui ammiriamo la<br />
precocità del maestrino; corre l’anno 1804 e Rossini ha solo 12 anni.<br />
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