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fascicolo didattico (documento pdf (3,92 Mb) - Teatro Regio di Torino

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usco rallentamento, causato anche dalle instabili con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute <strong>di</strong> Rossini. Il suo<br />

umore, infatti, oscilla tra momenti <strong>di</strong> estroversa gioia <strong>di</strong> vivere (proverbiale, tra l’altro,<br />

la sua raffi nata passione per il cibo!) e profon<strong>di</strong> crolli depressivi, acuiti certamente dalle<br />

<strong>di</strong>ffi coltà familiari che sfociano nella separazione dalla Colbran e nella nuova relazione con<br />

Olympe Pélissier, che Rossini sposerà nel 1846.<br />

Anche il nuovo ambiente musicale parigino, già pervaso dal clima del Romanticismo, impone<br />

all’autore nuovi ritmi creativi e la necessità <strong>di</strong> adattamento ad un gusto <strong>di</strong>verso da quello<br />

italiano; nascono così la cantata scenica Il viaggio a Reims (‘25), per l’incoronazione <strong>di</strong><br />

Carlo X, i rifacimenti Le Siège de Corinthe (da Maometto II) e Moïse et Pharaon (da Mosè<br />

in Egitto) e infi ne gli ultimi capolavori, Le Comte Ory (‘28), esilarante e raffi natissima<br />

comme<strong>di</strong>a <strong>di</strong> ambientazione me<strong>di</strong>oevale, e Guillaume Tell (‘29), opera già <strong>di</strong> gusto romantico,<br />

permeata <strong>di</strong> patriottismo, sensibilità per la natura, passione amorosa. Il moderno clima<br />

culturale, però, non fa per lui e, giunto all’apice del successo, il compositore decide <strong>di</strong><br />

lasciare le scene. Morirà molti anni dopo, nel 1868, e verrà sepolto inizialmente a Parigi;<br />

la salma verrà poi trasferita a Firenze, in Santa Croce, nel 1887.<br />

Durante i quarant’anni <strong>di</strong> silenzio teatrale Rossini in realtà non smette <strong>di</strong> comporre:<br />

due mirabili pagine sacre, lo Stabat Mater e la Petite messe solennelle testimoniano<br />

la grandezza della sua vena creativa, tutt’altro che esaurita. Su un piano quasi intimo e<br />

personale, invece, si trovano le raccolte <strong>di</strong> arie e duetti da camera Soirées musicales e i<br />

brani pianistici detti ironicamente Péchés de vieillesse (Peccati <strong>di</strong> vecchiaia), una specie<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ario musicale ora buffo ora venato <strong>di</strong> malinconia, scritto da un genio che si sente<br />

estraneo alla sua epoca.<br />

La musica <strong>di</strong> Rossini<br />

Passato alla storia come autore <strong>di</strong> opere comiche, Rossini in realtà fu anche eccelso<br />

compositore <strong>di</strong> opere serie, come testimoniano ad esempio Otello, Tancre<strong>di</strong>, Guillaume<br />

Tell… Le generazioni successive considerarono inizialmente la produzione rossiniana come<br />

un modello stilistico perfetto, ma ben presto il suo mitico nome, uffi cialmente onorato<br />

come quello <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o dell’olimpo musicale (ci fu anche chi lo defi nì “Giove-Rossini”!), fu<br />

poi semplicemente rispettato come si fa con un vecchio nonno dai gusti ormai superati.<br />

Nel corso dell’Ottocento la maggior parte delle opere rossiniane scomparve quin<strong>di</strong> dalla<br />

programmazione dei teatri e si dovette attendere il Novecento per giungere ad uno stu<strong>di</strong>o<br />

accurato della fi gura del grande compositore e alla cosiddetta “Rossini-renaissance”.<br />

Recentemente si sono anche stu<strong>di</strong>ati gli aspetti particolari e moderni dei suoi capolavori,<br />

aspetti che in parte precorrevano troppo i tempi per poter essere compresi e apprezzati<br />

durante il XIX secolo. Un tema ricorrente nelle sue pagine comiche, ad esempio, è la<br />

rassegnata ironia sui limiti della ragione umana e sull’incapacità che talvolta tutti noi<br />

sperimentiamo nel comprendere le circostanze o perfi no noi stessi. Le buffe crisi d’identità<br />

dei personaggi rossiniani, come vedrai anche in Cenerentola, ricordano molte analoghe<br />

situazioni descritte dalla letteratura e dal teatro del Novecento. Accade anche nel primo<br />

atto della Cenerentola, quando, su una musica ondeggiante che esprime stupore, quasi<br />

una scena <strong>di</strong> cinema al rallentatore, i personaggi cantano: «Nel volto estatico <strong>di</strong> questo e<br />

quello si vede il vortice del lor cervello, che ondeggia e dubita e incerto sta».<br />

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