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fascicolo didattico (documento pdf (3,92 Mb) - Teatro Regio di Torino

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1.c Per la scuola elementare e la scuola me<strong>di</strong>a<br />

Come hai potuto leggere nelle pagine precedenti, la fi aba <strong>di</strong> Cenerentola ha<br />

origini antiche e conobbe nel corso dei secoli numerose versioni fi no ad arrivare<br />

a quella più famosa, scritta da Charles Perrault (Parigi, 1628-1703). Ispirandosi<br />

proprio al testo <strong>di</strong> Perrault, Jacopo Ferretti trasse il libretto dell’opera <strong>di</strong><br />

Rossini. Tra la versione del letterato francese e il libretto dell’opera vi sono<br />

però alcune importanti <strong>di</strong>fferenze, sia per quanto riguarda i personaggi, sia per<br />

quanto riguarda la vicenda vera e propria. La versione proposta dal <strong>Teatro</strong> <strong>Regio</strong><br />

presenta inoltre ulteriori cambiamenti rispetto all’originale <strong>di</strong> Rossini. Dopo aver<br />

letto con attenzione la fi aba (che trovi qui <strong>di</strong> seguito nella traduzione <strong>di</strong> Elena<br />

Giolitti, tratta da Charles Perrault, Fiabe classiche. I racconti <strong>di</strong> Mamma Oca,<br />

Mondadori, Milano 2001), la trama della Cenerentola <strong>di</strong> Rossini e il libretto della<br />

versione proposta dal <strong>Teatro</strong> <strong>Regio</strong>, prova a confrontare tra loro i tre testi.<br />

Che <strong>di</strong>fferenze ci sono tra i vari personaggi della storia e il loro ruolo all’interno<br />

della vicenda? Gli oggetti citati sono gli stessi o no? La magia, ad esempio, è<br />

sempre presente?<br />

C’era una volta un gentiluomo, il quale aveva<br />

sposato in seconde nozze la donna più altezzosa<br />

e arrogante che mai si fosse vista. Ella aveva<br />

due fi glie del suo stesso carattere, che le<br />

rassomigliavano in ogni cosa. Anche il marito<br />

aveva una fi glia, ma <strong>di</strong> una dolcezza e <strong>di</strong> una<br />

bontà da non farsene un’idea; e in questo aveva<br />

preso dalla mamma, che era<br />

stata la creatura più buona<br />

del mondo. Le nozze erano<br />

appena state celebrate che<br />

la matrigna <strong>di</strong>ede subito<br />

prova della sua cattiveria:<br />

non poteva sopportare<br />

tutte le buone qualità<br />

della giovinetta, le quali,<br />

per contrasto, rendevano<br />

le sue fi gliuole ancora più<br />

antipatiche. Cominciò così<br />

ad addossarle le più umili<br />

faccende <strong>di</strong> casa: era lei<br />

a lavare i piatti, a pulire<br />

le scale, a spazzare la<br />

camera della signora e delle<br />

signorine sue fi glie; ella dormiva in una soffi tta,<br />

proprio sotto i tetti, su un vecchio pagliericcio,<br />

nel mentre che le due sorelle avevano belle<br />

camere col pavimento in legno, letti all’ultima<br />

moda, e certi specchi nei quali potevano rimirarsi<br />

da capo a pie<strong>di</strong>; la povera ragazza sopportava<br />

ogni cosa con pazienza, e non osava lagnarsene<br />

col padre perché l’avrebbe sgridata: sua moglie<br />

Cenerentola<br />

<strong>di</strong> Charles Perrault<br />

66<br />

faceva <strong>di</strong> lui tutto quello che voleva.<br />

Quando aveva fi nito le sue faccende, ella<br />

andava a rifugiarsi in un cantuccio del focolare,<br />

e si metteva a sedere nella cenere; cosa che, in<br />

famiglia, le aveva guadagnato il soprannome <strong>di</strong><br />

Culincenere; però la minore delle due sorelle,<br />

ch’era un po’ meno sguaiata dell’altra, la chiamava<br />

Cenerentola. Cenerentola,<br />

coi suoi poveri abitucci, non<br />

mancava tuttavia d’essere<br />

cento volte più bella delle<br />

sorelle, riccamente vestite<br />

com’erano.<br />

Accadde che il fi glio del<br />

Re desse una festa da<br />

ballo e invitasse a parteciparvi<br />

tutta la gente importante;<br />

anche le nostre<br />

due damigelle furono invitate,<br />

perché erano persone<br />

molto in vista nel paese.<br />

Eccole dunque tutte contente<br />

e tutte affaccendate<br />

a scegliere vestiti e<br />

acconciature, che le facessero fi gurare <strong>di</strong> più;<br />

nuova fatica per Cenerentola, giacché toccava a<br />

lei stirare la biancheria delle sorelle e inamidare<br />

i loro polsini ricamati. In casa non si parlava<br />

d’altro che del modo in cui si sarebbero vestite<br />

per andare alla festa. «Io», <strong>di</strong>ceva la maggiore,<br />

«mi metterò l’abito <strong>di</strong> velluto rosso, con le<br />

guarnizioni <strong>di</strong> ricamo inglese.» «Io», interveniva

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