fascicolo didattico (documento pdf (3,92 Mb) - Teatro Regio di Torino
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Ancora adolescente Rossini compone la sua prima opera, Demetrio e Polibio, che sarà<br />
rappresentata a Roma nel 1812; il vero esor<strong>di</strong>o teatrale avviene nel 1810, quando il <strong>Teatro</strong><br />
San Moisé <strong>di</strong> Venezia allestisce La cambiale <strong>di</strong> matrimonio, seguita, l’anno dopo, da L’equivoco<br />
stravagante (dato a Bologna); ma sarà il 1812 l’anno del “miracolo” e dell’esplosione<br />
creativa: sono ben sei le prime rossiniane, tra cui una (La pietra <strong>di</strong> paragone) al <strong>Teatro</strong> alla<br />
Scala <strong>di</strong> Milano, decreterà il successo del ventenne compositore. Successo consolidato e<br />
affi dato per sempre alla Storia grazie alla creazione, nel 1813, dei capolavori Tancre<strong>di</strong> e<br />
L’italiana in Algeri con i quali la fama <strong>di</strong> Rossini varca i confi ni italiani e si proietta su scala<br />
europea.<br />
Nel 1815 un impresario napoletano (Domenico Barbaja) riesce ad accaparrarsi l’astro<br />
nascente dei teatri italiani e a portarlo con sé al San Carlo, dove gli verranno assegnate le<br />
mansioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore artistico e compositore.<br />
Nella bella città me<strong>di</strong>terranea la regina<br />
delle scene è la cantante spagnola Isabella<br />
Colbran; tra i due artisti nasce una grande<br />
affi nità sentimentale e professionale: si<br />
sposeranno nel 1822. Frattanto Rossini<br />
sfodera una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciannove opere, non<br />
tutte per i teatri napoletani, tra le quali<br />
brillano titoli immortali appartenenti sia al<br />
genere serio che a quello comico: Il barbiere<br />
<strong>di</strong> Siviglia, Otello (1815), La gazza ladra (‘17),<br />
Mosè in Egitto (‘18), Maometto II (‘20) e<br />
naturalmente la nostra Cenerentola, scritta<br />
per il <strong>Teatro</strong> Valle <strong>di</strong> Roma tra il <strong>di</strong>cembre<br />
del 1816 e il gennaio successivo.<br />
Il 1822 è l’anno del primo viaggio in una<br />
grande capitale europea: Vienna! La città<br />
musicalmente più importante d’Europa<br />
è dominata dalla fi gura <strong>di</strong> Ludwig van<br />
Beethoven, considerato il più grande<br />
compositore del mondo. Pensiamo allo<br />
stupore e forse anche al <strong>di</strong>spetto provato<br />
dall’autorevole personaggio quando si accorgerà che il pubblico viennese, <strong>di</strong>sertando un po’<br />
i suoi concerti, corre a frotte ad osannare le opere del giovane Rossini…!<br />
Soggiogato dal carisma del più anziano collega, il cui brutto carattere è reso ancor più ombroso dalla<br />
sor<strong>di</strong>tà, Rossini lo va a visitare umilmente e riceve da lui garbati apprezzamenti insieme ad un consiglio:<br />
«Fate molta opera buffa!» Rossini se la prenderà un po’ per queste parole, che signifi cano pressappoco:<br />
«Fate cosette leggere, e lasciate ad altri le cose serie!» Il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> Beethoven, cortese ma severo,<br />
ferisce la suscettibilità <strong>di</strong> Rossini, che dopo molti anni racconterà l’episo<strong>di</strong>o ad un celebre collega, un<br />
altro “gigante” della musica, Richard Wagner.<br />
Rossini è ormai al culmine della celebrità; nel 1823 propone al pubblico del <strong>Teatro</strong> La<br />
Fenice <strong>di</strong> Venezia la monumentale Semiramide, opera <strong>di</strong> carattere fortemente tragico;<br />
sarà l’ultima opera rossiniana scritta per le scene italiane: alla fi ne dello stesso anno<br />
il compositore inizia una tournée a Londra (dove trionfa anche come cantante!) e a<br />
Parigi, città in cui decide <strong>di</strong> stabilirsi nel luglio del ‘24, in veste <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore del Théâtre<br />
Italien. Il soggiorno parigino, interrotto da alcuni viaggi e da perio<strong>di</strong> trascorsi in Italia,<br />
<strong>di</strong>venterà defi nitivo nel 1855. Contemporaneamente la produzione teatrale subisce un<br />
7<br />
Pietro Folo (1790-1867), Ritratto <strong>di</strong> Gioachino Rossini, incisione,<br />
s.d. Pesaro, Casa Rossini.