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fascicolo didattico (documento pdf (3,92 Mb) - Teatro Regio di Torino

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No, niente paura... è uno scenografo, non un muratore, quin<strong>di</strong> sarà tutto fi nto,<br />

come in un gioco.<br />

Ogni cosa a teatro è costruita con materiali leggerissimi come il legno, la<br />

gommapiuma, il polistirolo, oppure è semplicemente <strong>di</strong>pinta su un grande telone<br />

<strong>di</strong> stoffa, chiamato FONDALE, appeso poi al fondo del palcoscenico. Così si<br />

potrà rappresentare la cucina dove lavora Cenerentola, la sala da ballo, il palazzo<br />

del Principe, ecc... Più fondali si <strong>di</strong>pingeranno e più saranno i luoghi in cui vivranno<br />

i nostri eroi.<br />

Ovviamente è molto importante usare l’immaginazione!<br />

Ma tutto questo lavoro viene eseguito sul palcoscenico?<br />

No, le scenografi e vengono realizzate nei gran<strong>di</strong> laboratori <strong>di</strong> scenografi a e una<br />

volta terminate vengono portate in teatro e montate sul magico palcoscenico.<br />

Ma noi non conosciamo uno scenografo! Allora mettiamoci tutti al lavoro. Ed<br />

eccoci trasformati come per magia in tanti piccoli scenografi !<br />

4.b La conoscenza della STORIA dell’evoluzione del teatro<br />

In un momento in cui tutto si trasforma rapidamente, è opportuno fare un passo<br />

in<strong>di</strong>etro e ricostruire la storia dei teatri passati, per capire che tutto ciò che<br />

noi oggi <strong>di</strong>amo quasi per scontato è in realtà frutto <strong>di</strong> una lunga evoluzione.<br />

Per questo consigliamo una ricerca sulla storia del teatro dalle prime colossali<br />

strutture greche e romane, in cui lo spettacolo si svolgeva all’aperto sfruttando<br />

la luce naturale fi no all’ultimo raggio <strong>di</strong> sole. Le rappresentazioni duravano<br />

ininterrottamente per giorni senza mai annoiare il pubblico, anzi entusiasmando<br />

anche il più semplice citta<strong>di</strong>no... Tutto questo ai giorni nostri suonerebbe<br />

incre<strong>di</strong>bile; come reagirebbe un adolescente del 2000?<br />

La seconda tappa storica è il Me<strong>di</strong>oevo, periodo in cui scompare il repertorio<br />

classico e quasi l’idea stessa <strong>di</strong> teatro. La Chiesa, infatti, condannando gli<br />

eccessi <strong>di</strong> violenza e lascivia tipici del teatro <strong>di</strong> età imperiale, elimina del tutto le<br />

rappresentazioni, ad eccezione <strong>di</strong> quelle a carattere religioso che si <strong>di</strong>ffondono<br />

a partire dall’età carolingia. Durante questo periodo, però, gli attori <strong>di</strong> teatro<br />

popolare vengono vessati in molti mo<strong>di</strong>; ad esempio non viene loro concesso <strong>di</strong><br />

essere seppelliti in luogo consacrato. La situazione si fa per loro specialmente<br />

<strong>di</strong>ffi cile durante i giorni della Quaresima e da qui nascerà la superstizione del<br />

colore viola in teatro.<br />

Paragoniamo tutto ciò al <strong>di</strong>vismo dell’attore <strong>di</strong> oggi, che vive accompagnato dalle<br />

guar<strong>di</strong>e del corpo ed è presente su tutte le cronache scandalistiche.<br />

Un terzo tema interessante è quello del galateo a teatro: ad esempio nel teatro<br />

barocco era consuetu<strong>di</strong>ne mangiare, bere, fumare, giocare a carte, <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong><br />

politica o attualità durante le rappresentazioni. Tutto ciò non era considerato un<br />

atteggiamento maleducato, ma anzi un modo <strong>di</strong> intendere il teatro come luogo <strong>di</strong><br />

aggregazione e socializzazione. E oggi come si comportano i ragazzi a teatro?<br />

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