SACCOLONGO E CRÈOLA: STORIA ED ARTE - Comune di ...
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Saccolongo e Crèola: Storia ed Arte<br />
solennemente inaugurata il 2 giugno 2008, in contemporanea alla annuale festa delle<br />
Associazioni e del volontariato locali, festa che ormai da qualche anno è <strong>di</strong>venuta<br />
ricorrenza fi ssa.<br />
In Piazza XXIV Maggio, al posto dell’Uffi cio postale, spostatosi in Piazza al Donatore,<br />
si trovano ora le se<strong>di</strong> <strong>di</strong> due importanti associazioni locali: la Pro Loco, e la Protezione<br />
civile. A pochi metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, si trova anche la sede <strong>di</strong> un’altra associazione<br />
importante: l’Avis.<br />
Queste tre se<strong>di</strong> sono state assegnate dall’Amministrazione comunale alle predette<br />
associazioni contestualmente all’inaugurazione della Piazza al Donatore, il giorno 2<br />
giugno 2008, durante la festa delle associazioni.<br />
NOTE<br />
(1) La”lesena” è un elemento decorativo verticale che ha l’aspetto <strong>di</strong> un pilastro parzialmente<br />
incassato nel muro.<br />
(2) G.Degan, Saccolongo: L’onorevole del mon<strong>di</strong>ale, 1980, pag. 37<br />
(3) Il succedersi delle famiglie in questa villa, vede proprietario nel 1575 Frizerino Capo<strong>di</strong>vacca;<br />
nel 1668 Zuane e nel 1720 Antonio. Nell’anno 1767 troviamo Can<strong>di</strong> Giovanni Pietro; nel 1804<br />
Lucrezia Can<strong>di</strong> e Teresa che sposerà Roberto Zabora, dal cui fi glio Giovanni Battista nasceranno<br />
Paolo, Elisa e Teresa: quest’ultima sposerà nel 1866 un De Besi, Alessio, nonno dell’attuale<br />
proprietario Ing. Alessio De Besi, primo Sindaco del dopo guerra.<br />
(4) Il capitello è <strong>di</strong> stile neogotico (arte del sec. XIX); la Madonna con Bambino è in terracotta.<br />
La tra<strong>di</strong>zione racconta che, mentre nelle a<strong>di</strong>acenze della chiesa parrocchiale si stava arando il<br />
terreno, i buoi si bloccarono; al che i conta<strong>di</strong>ni rimossero la terra e venne alla luce la statua della<br />
Vergine.<br />
(5) L’iscrizione infatti parla non <strong>di</strong> un solo e<strong>di</strong>fi cio sacro, ma <strong>di</strong> “più e<strong>di</strong>fi ci” (“haedes has vetustate<br />
pene collapsas”: questi e<strong>di</strong>fi ci quasi crollanti per la vetustà). Questa lapide, secondo lo storico<br />
Salomonio (in Agri patavini, op. cit. pag. 198) era collocata “sotto lo stemma, al <strong>di</strong> sopra della<br />
porta degli e<strong>di</strong>fi ci dell’abbazia”.<br />
(6) La “Pala”è una grande opera <strong>di</strong> soggetto sacro, su tavola <strong>di</strong>pinta, da collocarsi sopra l’altare.<br />
(7) Originarie del luogo in cui crescono<br />
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