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SACCOLONGO E CRÈOLA: STORIA ED ARTE - Comune di ...

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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Saccolongo e Crèola<br />

cinquecentesco, per il cui signifi cato è sensato richiamarsi all’ipotesi elaborata dal dr.<br />

V. Mancini (1).<br />

Un’attenta lettura del complesso permette <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare consistenti affi nità con il<br />

modulo normativo della seconda metà del ‘500, perciò l’opera è attribuibile alla scuola<br />

del Falconetto (2). Inoltre la costruzione <strong>di</strong> Crèola ha delle somiglianze con l’analoga<br />

Villa Garzoni <strong>di</strong> Pontecasale <strong>di</strong> Can<strong>di</strong>ana (PD), progettata da Jacopo Sansovino (3)<br />

verso il 1540. Quello che oggi si può vedere è certamente il punto <strong>di</strong> arrivo <strong>di</strong> ciò<br />

che fu iniziato durante la gestione Pisani e poi non ultimato per motivi sconosciuti<br />

ma che, presumibilmente sono attribuibili al cambio <strong>di</strong> gestione familiare della<br />

proprietà, la qual cosa ha comportato un <strong>di</strong>sinteresse al completamento dell’opera ed<br />

un ri<strong>di</strong>mensionamento economico del progetto.<br />

L’imponente complesso ha uno sviluppo planimetrico a “L”, che, aggiunto alla cinta<br />

muraria nei due lati non costruiti, ne determina una corte chiusa comunicante con<br />

l’esterno in <strong>di</strong>rezione della strada comunale a sud (ex piazzetta del borgo) me<strong>di</strong>ante<br />

un cancello: e verso il lato-fi ume (a ovest), attraverso un grande portone che si apre alla<br />

campagna. Il lato più lungo della barchessa (m 92) è <strong>di</strong>sposto secondo l’asse est-ovest<br />

ed è costituito da doppio volume e<strong>di</strong>lizio, <strong>di</strong> cui quello rivolto verso sud è formato<br />

da un grande portico ritmato dalla sequenza dei 15 archi a tutto sesto, scan<strong>di</strong>to da<br />

massicce lesene (4) con colonne doriche.<br />

Il soffi tto <strong>di</strong> copertura del portico è a botte a crociera a sesto ribassato (ottenuto<br />

dall’intersezione <strong>di</strong> due volte a botte, <strong>di</strong> cui una a tutto sesto e una a sesto ribassato)<br />

ed è tessuto in mattoni a faccia vista così come le colonne e le lesene. L’imponenza<br />

dei volumi, accompagnati dalla forte espressività dei materiali da costruzione, ne<br />

determina una caratterizzazione formale unica per manufatti del genere.<br />

Il volume parallelo al portico e rivolto verso nord consta <strong>di</strong> due piani ed è sud<strong>di</strong>viso in<br />

gran<strong>di</strong> saloni, destinati in origine a depositi dei prodotti provenienti dalla coltivazione<br />

dei campi. Non completo, secondo quello che doveva essere il progetto originario, è<br />

il corpo più corto della barchessa (m.40) <strong>di</strong>sposto ortogonalmente al primo, secondo<br />

l’asse nord-sud e privo del portico, del quale sono leggibili solo le pre<strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong><br />

innesto delle volte a crociera. In quest’ala trovavano spazio le scuderie e le stalle, e, al<br />

piano superiore, il fi enile o granaio. Di particolare interesse e signifi cato architettonico<br />

è il prospetto sud della barchessa, che, come detto, è ritmato dal susseguirsi <strong>di</strong> 15 archi<br />

a tutto sesto su colonne doriche con capitello e basamento. Sopra gli archi poggia una<br />

articolata trabeazione costituita da triglifi (5) in pietra tenera <strong>di</strong> Vicenza, intervallati da<br />

metope (6) con incise su intonaco a fresco decorazioni raffi guranti lo stemma della<br />

famiglia Pisani (un leone rampante), il bucranio (teschio <strong>di</strong> bue) ed una fi gura che fa<br />

pensare ad una ruota o al sole. Queste decorazioni si ripetono una dopo l’altra per<br />

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