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SACCOLONGO E CRÈOLA: STORIA ED ARTE - Comune di ...

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Saccolongo e Crèola: Storia ed Arte<br />

<strong>di</strong> tutti i beni e confi nati per molti anni in laguna per aver parteggiato per l’imperatore<br />

Massimiliano I, così nel 1512 i beni <strong>di</strong> Crèola furono “donati in feudo” al Conte Crivelli,<br />

il quale ottenne lo “jus patronatus” da papa Leone X: alla scomparsa del capitano, il titolo<br />

<strong>di</strong> dominus feudale passò ad Alvise Pisani dal cui nobile casato uscirono uomini illustri<br />

come Alvise, coraggioso commerciante ed eminente uomo <strong>di</strong> Stato (8), procuratore <strong>di</strong> san<br />

Marco, ambasciatore straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> papa Clemente VII ed erede universale <strong>di</strong> “Benetto<br />

Crivelli”. Nel 1518 esso <strong>di</strong>chiarava il possesso <strong>di</strong> una “casa de habitation bruxada” (forse<br />

bruciacchiata o danneggiata da una guerra).<br />

Un altro Pisani, Francesco fu eletto car<strong>di</strong>nale da papa Leone X nel 1517 a soli 33 anni<br />

(9), ed eletto vescovo <strong>di</strong> Treviso e Padova dal 1550 al 1567; fu amico e protettore <strong>di</strong><br />

artisti e <strong>di</strong> letterati del mondo culturale padovano tra cui l’architetto Giovanni Maria<br />

Falconetto (10). In suo onore venne eretta una statua, opera dello scultore Giovanni<br />

Ferrari, in Prato della Valle.<br />

Un altro Alvise, nipote <strong>di</strong> Francesco, fu eletto vescovo <strong>di</strong> Padova in aspettativa nel<br />

1527: aveva infatti appena cinque anni e solo dopo 40 anni fu investito del vescovado<br />

dallo zio (11) e fatto car<strong>di</strong>nale nel 1565. Dai Pisani, che esercitarono lo jus patronatus<br />

fi no al 1654 e conservarono la proprietà forse fi no al 1815, la tenuta terriera passò nelle<br />

mani <strong>di</strong> Alessandro Bonvecchiato per venir trasferita successivamente al COLLEGIO<br />

ARMENO <strong>di</strong> Samuel Moorat che la ebbe in proprietà fi no al 1924, anno in cui tutto il<br />

posse<strong>di</strong>mento fu venduto ad una società <strong>di</strong> affari e le campagne vennero acquistate in<br />

gran parte dai fi ttavoli che già in precedenza avevano coltivato quelle terre. Quanto<br />

rimane del complesso appartiene oggi ai Signori Boschetto <strong>di</strong> Padova, subentrati alla<br />

famiglia Gallo ed ai fratelli Fabris.<br />

NOTE<br />

(1) F.J. Salomonio, Agri…op. cit. pag. 191<br />

(2) S. Orsato, Historia <strong>di</strong> Padova, 1678, pag. 213<br />

(3) G. A.Salici, Historia della fam. Conti <strong>di</strong> Padova, Vicenza 1605, pag 7<br />

(4) A. Mussato, op.cit. pagg. 1-6<br />

(5) S. Orsato, op. cit. pag. 213<br />

(6) Salici, op. cit. pag. 168<br />

(7) Lo “jus patronatus” era il <strong>di</strong>ritto (spettante a chi si era reso benemerito facendo erigere un oratorio<br />

o una chiesa) <strong>di</strong> designare il curato o il parroco quando la sede <strong>di</strong>ventava vacante. Tale scelta<br />

doveva poi venir ratifi cata dal vescovo <strong>di</strong>ocesano e comportava il dovere, da parte del “patronus”,<br />

<strong>di</strong> provvedere alla manutenzione dell’ e<strong>di</strong>fi cio sacro.<br />

(8) R. Gallo, Una famiglia patrizia, i Pisani…“Archivio Veneto”1944, pag.79<br />

(9) R. Gallo, op. cit. pag. 80<br />

(10) Ve<strong>di</strong> nota n.2 a pag. 74<br />

(11) R. Gallo, op. cit. pag. 85<br />

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