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SACCOLONGO E CRÈOLA: STORIA ED ARTE - Comune di ...

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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Saccolongo e Crèola<br />

<strong>di</strong>ffi cilmente poteva esser nato per svolgere la funzione <strong>di</strong> accesso alla villa: in tal<br />

caso infatti non sarebbe sorto lateralmente, ma <strong>di</strong> fronte rispetto alla villa: tale ipotesi<br />

è sostenuta dal Mancini e dal prof. G. Alvarez Bresciani storico dell’architettura”.<br />

Fin qui l’arch. Boschetto.<br />

Aggiungiamo che quanto detto è ancora più atten<strong>di</strong>bile se si pensa che il Pisani<br />

appare tra i soci importanti de “Gli Immortali”, una compagnia teatrale detta della<br />

calza veneziana. Era l’epoca del Ruzante (5), il quale avrà senz’altro avuto modo<br />

<strong>di</strong> conoscere le doti d’artista del Pisani. Un altro esemplare <strong>di</strong> Arco usato come<br />

scenofronte teatrale si trova a Este, nella residenza dei Cornaro. Altro amico del Pisani<br />

fu un pittore nativo <strong>di</strong> Castelfranco, Gian Battista Ponchini detto “Bazzacco”, allievo<br />

del Tiziano, nominato dai Pisani rettore e titolare della chiesa <strong>di</strong> Crèola ed in seguito<br />

trasferito a Roma al servizio <strong>di</strong> papa Paolo IV. Lo stu<strong>di</strong>oso Mancini (6), citando il<br />

Condè (7) afferma che erroneamente si è creduto che tale maestro fosse l’autore <strong>di</strong> una<br />

Pala d’altare della vecchia chiesa <strong>di</strong>strutta: nelle visite pastorali del ‘500 infatti non c’è<br />

alcun accenno <strong>di</strong> una presenza <strong>di</strong> Pale sui due altari laterali; solo sull’altar maggiore<br />

si trovava una tela raffi gurante la consegna delle chiavi a san Pietro, però tale <strong>di</strong>pinto<br />

(collocato nell’attuale chiesa) non è attribuibile al Ponchini il quale è vissuto un secolo<br />

dopo, nel ‘600.<br />

Da quanto si è detto sopra, non è <strong>di</strong>ffi cile dedurre che sia l’Arco che la Barchessa sono<br />

“rari frammenti d’arte” da rispettare e valorizzare perché protagonisti eccellenti <strong>di</strong> un<br />

pezzo <strong>di</strong> storia della nostra terra e del nostro passato.<br />

NOTE<br />

(1) Da Armenia: “armenino””armelin”-albicocca (vd. <strong>di</strong>zionario etimologico veneto-italiano <strong>di</strong><br />

Durante Durato, Erre<strong>di</strong>ci, Padova)<br />

(2) G. Degan, Saccolongo, L’onorevole del mon<strong>di</strong>ale, 1980, pag.52<br />

(3) V. Mancini, op. cit. pag. 231<br />

(4) Il termine e<strong>di</strong>lizio “cortina” sta a in<strong>di</strong>care una parete a mattoni <strong>di</strong>sposti in modo che sporgano con<br />

gli angoli.<br />

(5) Nome d’arte <strong>di</strong> Angelo Beolco, autore drammatico e attore italiano, morto a Padova nel 1542.<br />

(6) V. Mancini, op. cit. pag. 249<br />

(7) E. Condè, “Crèola, chiesa <strong>di</strong> san Pietro nel suo I° millennio”, Padova 1986, pag. 138<br />

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