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SACCOLONGO E CRÈOLA: STORIA ED ARTE - Comune di ...

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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Saccolongo e Crèola<br />

La vecchia canonica invece era scomparsa già nel 1833, travolta da una piena del<br />

fi ume. Tale <strong>di</strong>sastro naturale si ripetè trent’anni dopo, nel 1863.<br />

A Crèola era rinomata una “SPEZIERIA” (3), nata all’insegna <strong>di</strong> “san Benedetto”. Sorta<br />

<strong>di</strong> fronte all’area della Barchessa, se ne fa menzione a partire dal 1737. Quarant’anni<br />

dopo vi è titolare un certo Azzolini, nel 1823 Piacentini, coa<strong>di</strong>uvato da Girolamo<br />

Capo<strong>di</strong>vacca; nel 1835 è gestita dagli ere<strong>di</strong> Simonetti, e dal 1876 al 1954 ( cioè fi no<br />

all’anno in cui la “storica” farmacia si trasferirà a Saccolongo) viene condotta da<br />

Orazio, Bixio e Ugo Capo<strong>di</strong>vacca. Nel 1954 subentra il dr. Giaretta e dal 1989 la<br />

famiglia Pasquali.<br />

A dare origine al nome attuale <strong>di</strong> Crèola è il latino me<strong>di</strong>oevale Crèdola (creda + ola,<br />

cioè: creta + pentola) nome che appare in un contratto del 1153 e che<br />

<strong>di</strong>venterà Crèdula in una ven<strong>di</strong>ta del 1176. Stando a questa derivazione latina<br />

(Crèdula e non Credùla), ritengo senza dubbio si debba porre l’accento fonico non<br />

sulla “o”, ma sulla “è” : Crèola. Questa versione è confermata da una “chorographia”<br />

(4) del territorio padovano dello storico Orsato, datata 1678, in cui l’accento è posto<br />

sulla è <strong>di</strong> Crèola.Le tegole rinvenute nel luogo con il marchio romano “Cameriana”,<br />

Servilia”(nomi <strong>di</strong> donna) e “P. Pomici” (5) inducono a pensare all’esistenza “in loco” <strong>di</strong><br />

più fornaci che possono attestare la presenza <strong>di</strong> una importante attività artigianale ; il<br />

ritrovamento poi <strong>di</strong> tripunte <strong>di</strong> cottura (6) usate per la ceramica graffi te, sono una prova<br />

concreta della esistenza <strong>di</strong> fornaci in zona. Di argilla infatti sono le numerose olle (7)<br />

ed altri oggetti rinvenuti nel fi ume. In una relazione del 1887, il parroco del luogo<br />

affermava: La superfi cie della parrocchia è plasmata <strong>di</strong> creta (8) da olla, e nel 1921 vi<br />

è scritto che il terreno in antico era forse usato per fabbricare anfore romane. Da ciò si<br />

è dedotto che le anfore <strong>di</strong> creta, poste capovolte e riempite <strong>di</strong> cocci, potevano servire<br />

anche da buon drenaggio del terreno paludoso. Durante alcuni scavi fatti a Padova nel<br />

1998 sono state rinvenute numerose anfore che avevano avuto proprio la funzione <strong>di</strong><br />

bonifi care il terreno; così è avvenuto anche in altre località della Provincia (9).<br />

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