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24 Un’altra testimonianza significativa viene dalla Famiglia Segre di Cuneo, il cui padre era stato ospitato e nascosto, insieme con i famigliari, nell’Ospedale di CHERASCO (CN) da Suore che sapevano benissimo quale fosse il rischio che correva chi nascondeva degli ebrei. La Signora Clotilde Segre ci lascia un’importante testimonianza, inviata alle Suore di Cherasco (CN) proprio in occasione dei festeggiamenti del Bicentenario della Congregazione, giugno 1999 1 : “Cinquantacinque anni or sono i nostri fraterni amici avevano affidato alla protezione e alla bontà delle Suore di questo Ospedale, nostro padre Attilio Segre che era stato colpito da un ictus ed era in gravissime condizioni. Quasi un anno prima e cioè nel settembre 1943, io ed i miei genitori eravamo stati internati dalle SS. Tedesche nel campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo (CN). Mio padre che, nel campo di concentramento, aveva vissuto in condizioni disumane, si era ulteriormente aggravato. A ricordo si legge, quanto segue, alla STAZIONE FERROVIARIA DI BORGO SAN DALMAZZO (CN) In novembre noi, ebrei italiani (circa una cinquantina) eravamo stati miracolosamente liberati. Ma pur con il cuore straziato, per evitare una seconda deportazione (che questa volta sarebbe stata certamente senza via di scampo), avevamo subito dovuto fuggire per evitare di essere di nuovo presi e deportati in Germania. 1 LETTERA INVIATA alla SUPERIORA DI CHERASCO (CN)
25 Siccome mio padre era paralitico e non poteva seguirci, avevamo dovuto abbandonarlo all’Ospedale di Cuneo in mezzo a pericoli e sofferenze di ogni genere, privo di qualsiasi affetto e di assistenza familiare. Vedendo che la situazione peggiorava, i nostri amici, d’accordo con le Suore dell’Ospedale di Cherasco, erano riusciti a trasportarlo in questa località che sembrava più tranquilla, quasi lontana dalla ferocia della guerra. E qui, le buone Suore si erano prodigate amorevolmente, cercando di alleviare un poco, le sue sofferenze fisiche e morali. Quando poi la situazione era precipitata e mio padre era ormai morente, all’inizio dell’ottobre del 1944, avevano acconsentito ai nostri amici di avvertirci e così mia mamma, mio fratello ed io, a rischio e pericolo terribile per le Suore, eravamo riusciti a venire ancora a rivederlo e, nascoste nell’Ospedale, avevamo potuto essergli vicino nell’ora della morte. Grazie poi alla coraggiosissima Suor Isidora (tutti dicono che era una santa!) e a tutte le persone amiche, che avevano messo a rischio la loro vita per noi, avevamo potuto seppellirlo nel CIMITERO EBRAICO di CHERASCO. Conserveremo sempre un ricordo angoscioso di queste giornate, ma non dimenticheremo mai l’aiuto datoci sia da tutta la comunità delle Suore, sia dall’affetto dei nostri amici. A distanza di mezzo secolo l’espressione del nostro grazie sentito e la nostra fervida preghiera. Clotilde Segre”. 1 Le Suore sfidavano i pericoli, nell’unico desiderio di rendersi utili ai fratelli, convinte che il bene che si compie non deve essere l’eccezione, ma la propria regola di vita. Suor Amedea Minchiante con la sua bontà e con la sua perspicacia riuscì a salvare le malate di mente del RICOVERO PROVINCIALE di SAVONERA (TO) – che erano 660 !- dal pericolo di una deportazione di massa, perché i Tedeschi volevano sistemare nell’Ospedale le loro truppe. Durante un sopraluogo degli Ufficiali tedeschi, ella, di proposito, li condusse a visitare il reparto delle degenti più gravi: agitate, sudice e con forme infettive di vario genere. Videro con i loro occhi quello che più li terrorizzava, e se ne andarono. L’Istituto corse anche serio pericolo di devastazione da parte dei Partigiani che sovente si recavano, di nascosto, a prelevare i generi vari, loro occorrenti. Conquistati dalle parole convincenti della Superiora, si accontentavano di quello che veniva loro dato e si accomiatavano senza recare alcun danno. Quando, nel 1944, il SANATORIO BORSALINO di ALESSANDRIA venne occupato dalle forze armate tedesche che intimarono lo sgombero immediato dei malati, delle Suore e del personale, senza che nulla potessero asportare, neppure dall’alloggio delle Suore, Suor 1 ARCHIVIO STORICO OSPEDALE DI CHERASCO (CN) - LETTERA INVIATA alla SUPERIORA DI CHERASCO (CN)
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