Suore in PRIMA LINEA? - Santannavallecrosia.it
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Irene Liberali non es<strong>it</strong>ò ad andare a bussare a tante porte per ottenere osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à per i suoi malati<br />
ma non ottenne che rifiuti e umiliazioni di ogni genere.<br />
Alla f<strong>in</strong>e trovò il locale sì, ma senza letti e, allora, davanti all’Ufficiale tedesco, scoppiò a<br />
piangere dirottamente. E la Provvidenza si servì di quelle lacrime per toccare il cuore di quell’uomo<br />
che, commosso, esclamò: “Non potere veder piangere Madre Superiora; portare pure via tutto<br />
quanto occorre”.<br />
E così, ottenuto il permesso, si poté trasportare tutto quanto era necessario per osp<strong>it</strong>are i<br />
malati nei locali messi a disposizione dall’Ospedale Civile.<br />
TORINO Via Giulio – OSPEDALE PSICHIATRICO - anno 1944<br />
Due <strong>Suore</strong>, Suor Beniam<strong>in</strong>a Rosso e Suor Giacom<strong>in</strong>a, sono, come al sol<strong>it</strong>o, al loro posto<br />
di lavoro, <strong>in</strong> guardaroba: sono le ore 15 di un giorno come tanti; all’improvviso irrompono nella<br />
sala alcuni soldati con il m<strong>it</strong>ra spianato e le mettono al muro. Sono conv<strong>in</strong>ti che il fratello di<br />
un’<strong>in</strong>fermiera, che è partigiano, sia tenuto nascosto nell’Ospedale e dichiarano che se non lo<br />
troveranno uccideranno le due <strong>Suore</strong>. “Dateci questo partigiano o facciamo fuoco!” Interviene<br />
risoluta la Suora Responsabile e <strong>in</strong>v<strong>it</strong>a qualcuno di loro a perlustrare con cura l’ambiente; <strong>in</strong>tanto,<br />
chi si è accorto di quanto sta succedendo, provvede a far fuggire la sorella del malcap<strong>it</strong>ato che è una<br />
giovane <strong>in</strong>serviente dell’Ospedale, perché non abbiano ad <strong>in</strong>fierire su di lei.<br />
Il “partigiano” non si trova (c’era o non c’era?); le due povere <strong>Suore</strong>, almeno, non ne<br />
sapevano nulla e, dopo due lunghe ore di spavento, sono lasciate libere.<br />
Suor Attilia Ratti è la Superiora dell’Ospedale di SUSA (TO), è una donna <strong>in</strong>telligente e<br />
coraggiosa ma, soprattutto, molto amata ed apprezzata per la sua <strong>in</strong>discussa car<strong>it</strong>à.<br />
Susa è una bella c<strong>it</strong>tad<strong>in</strong>a ai piedi del Moncenisio, da cui è facile comunicare con la Francia. Siamo<br />
nel 1944, e anche lì si vivono momenti difficili: sparatorie tra partigiani e fascisti, <strong>in</strong>cursioni di<br />
soldati tedeschi, rap<strong>in</strong>e a mano armata … Bisogna tenere gli occhi aperti!<br />
Otto malcap<strong>it</strong>ati, ricercati dai tedeschi, si presentano all’Ospedale e <strong>in</strong>vocano l’aiuto delle<br />
<strong>Suore</strong>: ne va della loro v<strong>it</strong>a! Suor Attilia sa qual’è il pericolo che corre, ma sa anche che ci sono otto<br />
v<strong>it</strong>e da salvare … Fa allontanare le <strong>Suore</strong> con un pretesto qualsiasi e si assume tutta la<br />
responsabil<strong>it</strong>à: vic<strong>in</strong>o al pronto soccorso, c’è uno stanzone con otto letti, vi <strong>in</strong>fila i malcap<strong>it</strong>ati che<br />
fa mascherare con dei fazzoletti e delle bende, affigge alla porta d’<strong>in</strong>gresso il cartello con la scr<strong>it</strong>ta<br />
“Reparto <strong>in</strong>fettivi” e poi si affida alla Provvidenza e prega.<br />
I soldati tedeschi non tardano ad arrivare: perlustrano l’Ospedale e vedono il“Reparto<br />
<strong>in</strong>fettivi”, socchiudono un poco la porta – e la povera Suora si sente morire – poi la r<strong>in</strong>chiudono, <strong>in</strong><br />
tutta fretta senza avanzare … e se ne vanno senza obiettare. Miracolo? Forse sì.<br />
A ricordo di questo suo atto di eroismo oltre che della sua eccezionale car<strong>it</strong>à, la popolazione<br />
di Susa volle che il Pronto Soccorso dell’Ospedale fosse <strong>in</strong>t<strong>it</strong>olato alla memoria di Suor Attilia<br />
Ratti e che una lapide ricordasse il suo eroismo.<br />
OSPEDALE di BOLZANO<br />
Nel 1941 si aprì a Merano l’Ospedale Mil<strong>it</strong>are “A. Manzoni”e, nel luglio dello stesso anno<br />
l’Ospedale Mil<strong>it</strong>are di riserva “Emma”: entrambi erano distaccamenti dell’Ospedale Mil<strong>it</strong>are<br />
terr<strong>it</strong>oriale di Bolzano: anche <strong>in</strong> questi Ospedali prestavano servizio parecchie <strong>Suore</strong> di Car<strong>it</strong>à.<br />
In segu<strong>it</strong>o si aprirono altri Ospedali Mil<strong>it</strong>ari Terr<strong>it</strong>oriali, che rimasero <strong>in</strong> attiv<strong>it</strong>à f<strong>in</strong>o al<br />
1943.<br />
L'8 settembre 1943, l'Armistizio recò grande gioia sia alle <strong>Suore</strong> che ai soldati, però<br />
questa felic<strong>it</strong>à durò soltanto poche ore. Verso le tre del matt<strong>in</strong>o seguente, si fece sentire il rombo<br />
del cannone a cui faceva eco quello delle m<strong>it</strong>ragliatrici. ...