Suore in PRIMA LINEA? - Santannavallecrosia.it

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macerie tra la popolazione civile. I Superiori ordinano alle Suore di lasciare la Città. Le detenute
vengono sfollate altrove. S. Vittore è ormai vuoto. Ma gli avvenimenti precipitano. L’8 settembre si
diffonde la notizia dell’armistizio. I tedeschi con azione fulminea si impossessano di Milano e del
carcere di S. Vittore e non impiegano molto tempo a ripopolarlo. Essi trovano però ben presto
difficoltà ad organizzare l’infermeria e la sezione femminile. Qualcuno suggerisce di richiamare le
Suore. Viene interessata la Curia Ambrosiana; i Tedeschi chiedono 14 Religiose, ne avranno solo
12 e Sr. Enrichetta è con loro”. 1
Un poeta che c’è stato, ha definito S. Vittore come “L’inferno nazifascista” (R. Mandel ).
Il carcere, che già prima non era un luogo di delizie, con l’occupazione tedesca del 10
settembre 1943, divenne un autentico inferno, dotato di tutti i tormenti e con la presenza
regolamentare dei diavoli di servizio.
Le SS si riservarono soprattutto il controllo diretto di alcune sezioni dove venivano
alloggiati i detenuti politici e gli Ebrei. I sorveglianti più terribili si chiamavano Himmler, Klem,e
Franz. Il più temuto era il famigerato caporale Franz che nei suoi giri di perlustrazione era sempre
scortato da un grosso cane lupo che era diventato un incubo per tutti.
I castighi collettivi si abbattevano di preferenza e con un crescendo inquietante, sul gruppo degli
Ebrei che venivano così privati del miserabile rancio, già ridotto rispetto a quello degli altri
detenuti. L’accanimento di Franz veniva spiegato dal fatto che queste punizioni non venivano
registrate e lui poteva vendere a borsa nera il riso che veniva risparmiato.
Naturalmente l’arrivo delle Suore non poteva fare piacere né a Franz né ai suoi complici che
incominciarono a tenerle d’occhio…
1 ALESSANDRO PRONZATO “UNA SUORA ALL’INFERNO” GRIBAUDI (TO) 1986 pag.86
DETENUTI POLITICI – 1944 – AL CARCERE DI S.
VITTORE DI MILANO