Suore in PRIMA LINEA? - Santannavallecrosia.it
Suore in PRIMA LINEA? - Santannavallecrosia.it
Suore in PRIMA LINEA? - Santannavallecrosia.it
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
57<br />
per alleviare ogni pena. Sono certamente favorevole alla beatificazione di Suor Enrichetta. Ella<br />
rappresenta un poco la storia di tutti quelli che hanno sofferto <strong>in</strong> San V<strong>it</strong>tore durante quegli anni<br />
terribili. Chi lavorava là dentro era un eroe…”<br />
Tra i detenuti vi erano anche parecchi Sacerdoti, tra cui Don Paolo Liggeri, assistente dell’Opera<br />
Card<strong>in</strong>al Ferrari. Egli fu arrestato il 24 marzo 1944, proprio mentre si preparava a celebrare<br />
l’Eucaristia. La sua deposizione al Tribunale diocesano dei santi fu avv<strong>in</strong>cente:<br />
“Al primo giorno di <strong>in</strong>carcerazione a San V<strong>it</strong>tore, a tarda sera, uno dei second<strong>in</strong>i mi recò,<br />
nascostamente, una polpetta e un asciugamano, da parte di Sr. Enrichetta…Ella sapeva che <strong>in</strong><br />
quell’epoca non veniva distribu<strong>it</strong>o ai detenuti neanche un pezzo di pane per cena e che io ero<br />
giunto <strong>in</strong> carcere nel pomeriggio. Ma quanto era squis<strong>it</strong>amente femm<strong>in</strong>ile anche la sollec<strong>it</strong>ud<strong>in</strong>e di<br />
<strong>in</strong>viarmi un asciugamano, perché io ero entrato <strong>in</strong> carcere con appena gli ab<strong>it</strong>i che avevo al<br />
momento dell’arresto…” 1<br />
Ed aggiunge ancora: “ I detenuti, non pochi, che la conobbero, ebbero per lei vera e somma<br />
venerazione, come anche gli stessi second<strong>in</strong>i, che rischiavano la loro parte nell’aiutare Sr.<br />
Enrichetta nella sua attiv<strong>it</strong>à di bene. Solo la venerazione per questa donna li portava ad esporsi a<br />
tanto”. 2<br />
Alle altre testimonianze si aggiunge quella, autorevole, di Mons. Giovanni Barbareschi che, a<br />
distanza di sessant’anni racconta:<br />
"Sono diventato prete e ho celebrato la mia prima Messa il 15 agosto 1944. Proprio quella sera ho<br />
conosciuto Suor Enrichetta Alfieri. Come mai? Mi ero recato nelle vic<strong>in</strong>anze del Carcere di S. V<strong>it</strong>tore perché<br />
avevo saputo di un convoglio di Ebrei e di prigionieri pol<strong>it</strong>ici <strong>in</strong> partenza per i campi di concentramento, <strong>in</strong><br />
Germania. Ero andato prima di tutto per conoscere chi erano i deportati, perché la tortura psicologica di<br />
coloro che restavano fuori, <strong>in</strong> libertà, consisteva nel cercare di avere notizie e spesso non riuscivamo ad<br />
averne.<br />
Ero andato anche per cercare di portare un po’ di sollievo a quelli che erano <strong>in</strong> partenza: qualche<br />
rifornimento di viveri, qualche cosa che potesse loro servire.<br />
Le SS. tedesche mi hanno preso mentre svolgevo questa funzione di aiuto car<strong>it</strong>atevole; portavo la veste da<br />
prete, ma loro non guardavano a queste cose.<br />
Nel Carcere di S. V<strong>it</strong>tore, mentre ero <strong>in</strong> attesa di essere <strong>in</strong>terrogato, passò una Suora: era Suor Enrichetta.<br />
Ha cap<strong>it</strong>o sub<strong>it</strong>o che io ero <strong>in</strong> arresto, mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: "Coraggio!" Quella parola<br />
mi è restata dentro, come quel volto, quegli occhi e quello sguardo. Poi sono diventato “osp<strong>it</strong>e” di S.<br />
V<strong>it</strong>tore e lì ho conosciuto la bontà e la capac<strong>it</strong>à di Suor Enrichetta. Voi non riusc<strong>it</strong>e ad immag<strong>in</strong>are che cosa<br />
poteva fare una <strong>Suore</strong> <strong>in</strong> quelle condizioni!<br />
Capire Suor Enrichetta, come donna e come Suora, capire la sua sensibil<strong>it</strong>à nel contesto del Carcere, non<br />
era facile; era serena, sempre, serena <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>teriore. Guardava il caporale Franz come fosse lei il<br />
superiore e l'altro doveva abbassare gli occhi. Lo sguardo di Suor Enrichetta era più forte della potenza<br />
cattiva del Caporale.<br />
Mi hanno trattato come trattavano tutti: sono stato anche picchiato, torturato. Ogni volta che si usciva da<br />
quella stanza dove avvenivano gli <strong>in</strong>terrogatori e le torture, ricordo che io cercavo il volto di Suor<br />
Enrichetta. Lei si faceva sempre vedere nel Raggio 5°, trovava noi e ci guardava <strong>in</strong> faccia. Infatti io ero nel<br />
raggio 5°, cella n. 102. Tutti noi avevamo paura che la tortura ci facesse parlare e rivelare i nomi degli<br />
amici che con noi combattevano, lottavano, soffrivano per la libertà di un popolo. Quando si tornava nel<br />
raggio, e tutti erano affacciati alle celle per guardare, eravamo d'accordo su un segno convenzionale:<br />
alzare il braccio destro. Questo voleva dire:" Non ho parlato state tranquilli”. Ma una volta io non ebbi la<br />
1 Pos<strong>it</strong>io super virtutibus Servae Dei Henricae Alfieri pag. 145<br />
2 Pos<strong>it</strong>io super virtutibus Servae Dei Henricae Alfieri pag. 150