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Suore in PRIMA LINEA? - Santannavallecrosia.it

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55<br />

Per non dare nell’occhio, si erano stese per terra, <strong>in</strong> modo che si vedesse solo la testa.<br />

Evidentemente la furbizia nella Comun<strong>it</strong>à di S. V<strong>it</strong>tore era una virtù tenuta <strong>in</strong> gran conto.<br />

“Mercoledì 27, verso le ore 9, si presentò <strong>in</strong> cella il Dott. Colossesi. Con estrema precauzione<br />

trasse un bigliett<strong>in</strong>o dal fondo dei pantaloni e me lo porse con queste parole:- glielo mandano le<br />

sue Consorelle. ..Nel bigliett<strong>in</strong>o, le <strong>Suore</strong>, oltre a darmi notizie dell’arrivo della Prov<strong>in</strong>ciale mi<br />

pregavano di non mancare all’appuntamento del passeggio del pomeriggio, perché mi avrebbero<br />

<strong>in</strong>formato sui risultati dei colloqui.<br />

Quando scesi, alle 13 le suore, nella penombra del corridoio, dietro il f<strong>in</strong>estrone, a mezza voce e a<br />

sgni mi fecero capire che dal comando tedesco era stata ottenuta l’esclusione della fucilazione. Era<br />

però <strong>in</strong>ev<strong>it</strong>abile la mia deportazione <strong>in</strong> Germania. Una sentenza terribile. Io preferivo la prima alla<br />

seconda soluzione. Le suore mi dicevano che erano tutte pronte a venire con me. Forse avrebbero<br />

estratto a sorte, non mi avrebbero lasciata partire sola. Intanto la madre prov<strong>in</strong>ciale non si dava<br />

pace e cercava di ottenere la commutazione della mia deportazione <strong>in</strong> qualche forma di<br />

<strong>in</strong>ternamento.<br />

I giorni passavano e le notti erano sempre tormentosissime.<br />

La mia sentenza era già stata pronunciata: deportazione.<br />

Quante volte avevo pianto e avevo sent<strong>it</strong>o il mio cuore lacerarsi per la partenza di tanti <strong>in</strong>felici…<br />

ora toccava a me…..Tutti mi esortavano a sperare, a pazientare….<br />

La data del 29 settembre resterà memorabile nella mia v<strong>it</strong>a, da pochi m<strong>in</strong>uti ero stesa sul mio<br />

giaciglio, quando un rumore di passi, di grida confuse e conc<strong>it</strong>ate, mi misero <strong>in</strong> allarme. Ebbi<br />

l’impressione che la cosa riguardasse molta gente…. Il matt<strong>in</strong>o seguente seppi che f<strong>in</strong>almente<br />

avevano arrestato e condotto <strong>in</strong> carcere una novant<strong>in</strong>a di agenti crim<strong>in</strong>ali della famigerata polizia<br />

segreta conosciuta col nome di “banda Koch”.<br />

A un tratto <strong>in</strong> mezzo a tutto quel fracasso, avvertii dist<strong>in</strong>tamente i passi di uno che si avvic<strong>in</strong>ava e<br />

urlava un ord<strong>in</strong>e secco: -si parte. A mezza notte si parte.- Erano le 22 o poco più. Il mio spavento è<br />

al di là di ogni immag<strong>in</strong>azione. Mi sentii svenire. Con un’angoscia mortale nell’anima, guardando<br />

Gesù Crocifisso, come Lui pregai –Signore, se è possibile allontana da me questo calice amaro, se<br />

no, fiat! Ma dammi la forza che mi manca-. Mi vestii e rimasi impietr<strong>it</strong>a appoggiandomi al letto,<br />

Mentre mi consumavo <strong>in</strong> questa attesa, il movimento andava via via scemando. Poi cessò di colpo.<br />

Suonò la mezzanotte e tutto rientrò nel silenzio.<br />

A poco a poco mi calmai e decisi di tornare a letto. Impossibile dormire….. Circa mezz’ora dopo,<br />

sento i motori che si avviano fragorosamente. L’aria viene lacerata da un grido:- ne mancano due!<br />

Immediatamente si scatena un correre affannato, un andirivieni verso il centro. – Una sono io-<br />

penso. Balzo dal letto. Mi vesto <strong>in</strong> fretta, prendo il mio fagott<strong>in</strong>o e sto alla porta <strong>in</strong> attesa.<br />

Passano e ripassano al pian terreno, ma da me non viene nessuno. Parte il camion e io sono<br />

ancora lì col fiato sospeso ad origliare. Qualche istante dopo tutto torna <strong>in</strong> silenzio.<br />

R<strong>in</strong>grazio il Signore di averla scampata anche questa volta. Ma ecco, ad un tratto, giungere un<br />

altro camion, che mi costr<strong>in</strong>se a balzare di nuovo dal letto e a vestirmi. Ci siamo. Ora non sfuggo<br />

più. Dalla sezione civile dovevano partire 400 operai, probabilmente mi avrebbero aggregata a<br />

loro…. Dalle 2 alle 4 rimasi <strong>in</strong> uno stato penoso. Tremavo e pregavo. Non successe nulla e per la<br />

4° volta mi stesi sul letto. Al matt<strong>in</strong>o il medico mi trovò come un cencio”<br />

Suor Enrichetta è talmente coraggiosa da non avere bisogno di rec<strong>it</strong>are la parte<br />

dell’eroe. Il medico non trova una martire con l’aureola <strong>in</strong> testa, ma un cencio. E’ una donna che ha<br />

paura anche se la sua paura non le ha mai imped<strong>it</strong>o di compromettersi per i deboli, di tener testa a<br />

Franz e agli sbirri come lui. Con il suo fisico fragile, sempre sul punto di spezzarsi, ha sostenuto<br />

l’urto tremendo della violenza più bestiale.

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