Atti Diversity Management - Università degli Studi di Torino
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della lavorazione della pietra come professionalità operaie alte. Ci raccontava ad esempio la collega <strong>di</strong> un<br />
lavoro che si è trasformato da un lavoro materiale fatto <strong>di</strong> picca e martello, in un lavoro che è invece<br />
sostanzialmente computer grafica e lavorazione, per cui è richiesta una professionalità elevata che,<br />
probabilmente, con le competenze che ritroviamo allo sportello può essere facilmente sviluppata. Si<br />
parlava <strong>di</strong> 200 ore <strong>di</strong> corso all’incirca.<br />
Meto<strong>di</strong> e strumenti: l’idea era appunto quella <strong>di</strong> appoggiarsi agli sportelli presenti sul territorio che non si<br />
occupano prevalentemente <strong>di</strong> collocamento, ma a cui arrivano le risorse umane, <strong>di</strong>ciamo, creando quin<strong>di</strong><br />
un sistema <strong>di</strong> comunicazione costante con l’impren<strong>di</strong>toria locale. Linkaggio al sistema informativo,<br />
seguendo l’esempio più o meno che faceva il gruppo precedente per vari aspetti, attivando le competenze<br />
interne e esterne anche <strong>di</strong> natura giuri<strong>di</strong>ca, perché abbiamo anche un problema <strong>di</strong> riconoscimento dei<br />
titoli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> una verifica puntuale Paese per Paese delle con<strong>di</strong>zioni per il riconoscimento. Pensavamo<br />
anche che si potrebbero coinvolgere le associazioni <strong>di</strong> volontariato, che potrebbero portare un bel po’ <strong>di</strong><br />
persone, <strong>di</strong> curricula e anche fare da me<strong>di</strong>atori. Inoltre c’è l’idea <strong>di</strong> affidare, il più gratuitamente possibile,<br />
alle associazioni <strong>di</strong> volontariato la parte <strong>di</strong> alfabetizzazione funzionale. E poi c’è tutta la parte che<br />
riguarda la progettazione e l’erogazione <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> sviluppo delle competenze professionali.<br />
Rispetto ai costi: queste sono le idee a cui avevamo pensato e quin<strong>di</strong> non a carico delle aziende, perché<br />
vi debbo confessare che abbiamo fatto un role-play e quelli che facevano le aziende ci cicchettavano ‘noi<br />
non vogliamo pagare niente’ e quin<strong>di</strong>…<br />
A parte gli scherzi, abbiamo pensato sì <strong>di</strong> utilizzare le risorse del volontariato, perché <strong>di</strong> sol<strong>di</strong> ce n’è pochi,<br />
ma abbiamo anche ipotizzato le risorse necessarie per i percorsi formativi professionalizzanti: 120 ore per<br />
12 persone siamo attorno ai 24-25mila euro. Se facciamo il calcolo sui progetti regionali, tipo Friendly o<br />
altro, siamo su quei livelli lì. Noi pensiamo ad un progetto pilota, quin<strong>di</strong> potremmo aggirarci intorno ai<br />
50mila euro complessivamente fra stu<strong>di</strong>o, ricerca e realizzazione del percorso. Siccome li pensiamo<br />
annuali, per il periodo <strong>di</strong> un biennio, fanno circa 100mila euro per fare il progetto pilota e l’analisi e la<br />
valutazione dei risultati.<br />
Ellero: molto interessante. Ci sono domande <strong>di</strong> precisazione? Approfon<strong>di</strong>mento? Allora, adesso a chi<br />
tocca? Chiedo ai due gli ultimi gruppi <strong>di</strong> prepararsi qui sopra, così sono già pronti a intervenire. Prima<br />
dunque il gruppo 4 che ci presenta il progetto “AGE ”.<br />
GRUPPO 4<br />
Il nostro progetto verte sulla tematica dell’età e l’abbiamo chiamato AGE, che può essere anche un<br />
acronimo che sta per “Anziani Giovani Energy”. L’intenzione sarebbe <strong>di</strong> lavorare in un contesto lavorativo<br />
in cui siano presenti generazioni molto <strong>di</strong>verse e lontane. Abbiamo sfruttato le nostre situazioni lavorative<br />
personali. Io vengo dal comune <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> e ho recentemente fatto un’indagine sulla popolazione del<br />
personale come comunità <strong>di</strong> pari opportunità, Simona lavora alle ACLI <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> e ha una certa<br />
immissione <strong>di</strong> generazioni Y, cosa che non avviene nel comune <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> dove invece il problema è la<br />
presenza <strong>di</strong> molto personale over 45, per cui abbiamo leggermente mo<strong>di</strong>ficato il contesto e abbiamo<br />
immaginato <strong>di</strong> equilibrare la presenza <strong>di</strong> entrambe le generazioni. Fra l’altro noi eravamo un gruppo<br />
<strong>di</strong>somogeneo con over 45, generazione X e generazione Y: questo ci è stato <strong>di</strong> aiuto perché ci ha<br />
permesso <strong>di</strong> lavorare sugli obiettivi e sui contenuti.<br />
Le criticità che sono emerse sono: una <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> comunicazione <strong>di</strong> lavoro tra generazioni che hanno<br />
<strong>di</strong>fferenti stili <strong>di</strong> comunicazione, <strong>di</strong>fferenti stili <strong>di</strong> organizzazione del lavoro; le vecchie generazioni<br />
lamentano una <strong>di</strong>fficoltà nell’organizzare il lavoro perché si richiede sempre <strong>di</strong> più che il lavoro sia<br />
SAA - Scuola <strong>di</strong> Amministrazione Aziendale - Via Ventimiglia, 115 - 10126 <strong>Torino</strong> - Tel. +39-011-63991<br />
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