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Atti Diversity Management - Università degli Studi di Torino

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autonomo, che ci sia una certa in<strong>di</strong>pendenza nel gestire i progetti, nel negoziare, ecc. per cui le persone<br />

over 45 si lamentano perché prima erano abituate ad avere in<strong>di</strong>cazioni precise dall’alto su cosa fare. Nella<br />

generazione Y, invece, si rileva: <strong>di</strong>fficoltà nell’ascoltare, nel seguire quelle che sono le procedure interne,<br />

come quelle <strong>di</strong> un ente burocratico che ha alcuni step lunghi, Gli obiettivi sono dunque <strong>di</strong> migliorare la<br />

performance del personale, sia <strong>degli</strong> over 45 che della generazione Y. Altro obiettivo è quello <strong>di</strong> migliorare<br />

l’organizzazione del lavoro tra le due generazioni, da un lato migliorando la comunicazione, la<br />

motivazione e l’autonomia dell’impiegato over 45, dall’altro aumentando le competenze della generazione<br />

Y, e anche la capacità <strong>di</strong> ascolto.<br />

Per i contenuti abbiamo pensato <strong>di</strong> fare alcuni workshop con la presenza <strong>di</strong> over 45 e generazione Y sulla<br />

decostruzione <strong>degli</strong> stereotipi vecchio-giovane, perché c’è in atto nel nostro paese una tendenza a<br />

pensare che il giovanilismo sia tutto bene e il vecchio sia tutto male, oppure anche il contrario. Quin<strong>di</strong><br />

cercare <strong>di</strong> valorizzare le generazioni per quello che sanno fare: la generazione Y conosce meglio le<br />

tecnologie, i mezzi <strong>di</strong> comunicazione veloce, ecc. invece l’altra possiede contenuti professionali,<br />

procedure, regole scritte e non. Ci può essere uno scambio <strong>di</strong> competenze tra le generazioni.<br />

Per meto<strong>di</strong> e strumenti abbiamo pensato a workshop, incontri <strong>di</strong> formazione con giochi <strong>di</strong> ruolo, ecc.<br />

Un’altra cosa interessante che è uscita è che avevamo pensato, dopo questi incontri, <strong>di</strong> creare delle<br />

coppie senior-junior che collaborassero nel lavoro all’interno <strong>degli</strong> stessi settori e uffici, e ufficializzare<br />

questo sistema <strong>di</strong> coppie che dovranno farsi tutoring a vicenda, cercando <strong>di</strong> passarsi le competenze.<br />

Ellero: oggi nella scuola le pratiche più innovative sono proprio quelle <strong>di</strong> cooperative learning, cioè <strong>di</strong><br />

coppie o piccoli gruppi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento cooperativo: una metodologia <strong>di</strong> cooperative learning applicata<br />

al mondo del lavoro sarebbe davvero interessante.<br />

GRUPPO 4: comunque bisogna fare questi percorsi stando attenti a far capire che il passaggio <strong>di</strong><br />

competenze, soprattutto nella generazione anziana, non li esautora. Hanno come paura <strong>di</strong> passare certe<br />

competenze.<br />

I risultati attesi? Dunque per l’azienda: i processi <strong>di</strong> comunicazione all’interno del posto <strong>di</strong> lavoro saranno<br />

più efficaci, una miglior performance in generale del servizio, una riduzione dell’assenteismo, una<br />

migliore identificazione del <strong>di</strong>pendente con il cliente e un miglioramento del clima lavorativo. Per il<br />

personale: acquisizione <strong>di</strong> maggiori competenze <strong>di</strong>versificate e una minore frustrazione, contenimento<br />

dello stress.<br />

Sui costi poi non siamo riusciti a entrare nel dettaglio.<br />

Ellero: buoni spunti anche dal vostro progetto… tutto chiaro? Ci sono domande?… Allora passiamo al<br />

gruppo 5 “Crescita professionale: un’ opportunità <strong>di</strong> genere?”<br />

GRUPPO 5<br />

In linea generale siamo partite dall’ipotesi <strong>di</strong> un’organizzazione, <strong>di</strong> un’azienda che si interroga a partire da<br />

segnali più forti o più deboli sulla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> innovazione e <strong>di</strong> competitività e soprattutto sulla percezione<br />

da parte dello staff <strong>di</strong> ostacoli nella possibilità da parte delle donne <strong>di</strong> accedere ai livelli alti della<br />

gerarchia. Questo probabilmente anche in presenza <strong>di</strong> policy aziendali molto robuste, molto rigide che <strong>di</strong><br />

fatto impe<strong>di</strong>scono un cambiamento in questo senso. Ciò si sostanzia in forme <strong>di</strong> policy meno qualificate,<br />

ma più abitu<strong>di</strong>narie, cose non dette, ma che comunque esistono nella cultura aziendale o cose più<br />

organizzative e più esplicite come gli orari <strong>di</strong> lavoro o le riunioni organizzate in orari non congrui, ad<br />

esempio nel tardo pomeriggio: insomma <strong>di</strong>fficoltà oggettive per il lavoro delle donne. A seguito <strong>di</strong> queste<br />

situazioni la <strong>di</strong>rezione Risorse Umane propone un progetto basato su alcune iniziative per affiancare le<br />

SAA - Scuola <strong>di</strong> Amministrazione Aziendale - Via Ventimiglia, 115 - 10126 <strong>Torino</strong> - Tel. +39-011-63991<br />

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