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Dispensa I - Università degli Studi di Pavia

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G. Pasini Corso <strong>di</strong> Impianti Elettrici Industriali 1A - Richiami <strong>di</strong> elettrotecnica p. 19 <strong>di</strong> 64<br />

Si definiscono poi la matrice delle resistenze <strong>di</strong> lato [ R l ] e la matrice delle conduttanze <strong>di</strong> lato [ G l ] , <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni ( L × L ), che presentano elementi <strong>di</strong>versi da zero solo sui termini <strong>di</strong>agonali; ciascun termine<br />

<strong>di</strong>agonale presenta il valore rispettivamente della resistenza e della conduttanza del lato corrispondente.<br />

]<br />

Si noti che, in<strong>di</strong>cando con [ Il<br />

il vettore colonna che contiene, per ogni elemento, il valore della corrente <strong>di</strong><br />

lato misurata con il verso stabilito come positivo per il lato in cui fluisce, si ha che:<br />

[] I [ C][<br />

⋅ I ]<br />

= [2.24]<br />

l<br />

[] I è un vettore colonna che contiene, per ogni elemento i , il valore della corrente che dal nodo i-esimo<br />

fluisce verso tutti i no<strong>di</strong> a questo collegati, attraverso i rami che partono dal nodo i stesso. Questa corrente,<br />

per il principio <strong>di</strong> Kirchhoff ai no<strong>di</strong>, è nulla, a meno che non si presenti nel nodo un ulteriore elemento, non<br />

considerato nella matrice <strong>di</strong> incidenza, che dall'esterno inietti corrente nella rete, in modo che la somma delle<br />

correnti che fluiscono dal nodo verso i lati è pari alla corrente iniettata dall'esterno nel nodo (il principio <strong>di</strong> K.<br />

viene così ancora rispettato). Questo elemento potrebbe essere un generatore ideale <strong>di</strong> corrente, collegato<br />

con il suo secondo estremo a terra (o, che è lo stesso, al nodo <strong>di</strong> riferimento).<br />

Si nota allora come questa formulazione matriciale potrebbe aiutare a scrivere le equazioni <strong>di</strong> Kirchhoff ai<br />

no<strong>di</strong> in maniera sistematica. Si noti pure che, utilizzando la matrice <strong>di</strong> incidenza ridotta, si avranno le<br />

equazioni per tutti i no<strong>di</strong> meno uno, quello scelto come riferimento; ma questa per<strong>di</strong>ta non è grave, anzi è<br />

opportuna, perché questa equazione è linearmente <strong>di</strong>pendente dalle altre.<br />

Si noti anche che, considerando il vettore colonna delle tensioni nodali, [ V ] , si ha che:<br />

t [ C ] [ V ] = [ V ]<br />

con<br />

⋅ [2.25]<br />

[ ] [ v ]<br />

V l l,<br />

k<br />

l<br />

= dove: vl, k = Vi<br />

−V<br />

j<br />

[2.26]<br />

]<br />

il vettore colonna [ Vl così ottenuto presenta, per ogni elemento k -esimo, la tensione applicata al lato k ,<br />

pari cioè alla d.d.p. tra il nodo i (estremo entrante <strong>di</strong> k ) e il nodo j (estremo uscente <strong>di</strong> k ). Si noti che se<br />

uno dei due estremi <strong>di</strong> un lato fosse il nodo <strong>di</strong> riferimento, la matrice <strong>di</strong> incidenza non riporterebbe nulla<br />

(manca la riga corrispondente), ma questo va bene perché in quel nodo la tensione è nulla per definizione.<br />

Poiché per ogni lato k tra i no<strong>di</strong> i e j vale:<br />

k<br />

ij<br />

k<br />

( V −V<br />

E )<br />

I = I = G ⋅ +<br />

[2.27]<br />

i<br />

j<br />

k<br />

allora, definendo [ E l ] come il vettore colonna delle tensioni generate <strong>di</strong> lato, vale che:<br />

( )<br />

t<br />

[ I ] [ G ] ⋅ [ C]<br />

⋅[<br />

V ] + [ E ]<br />

l<br />

= [2.28]<br />

l<br />

l<br />

e quin<strong>di</strong>, combinando questa equazione con la [2.24]:<br />

( )<br />

t<br />

[] I [ C][<br />

⋅ I ] = [ C][<br />

⋅ G ] ⋅ [ C]<br />

⋅[<br />

V ] + [ E ]<br />

= [2.29]<br />

l<br />

l<br />

l<br />

Questa scrittura ci porta verso una formulazione abbastanza compatta del metodo dei potenziali <strong>di</strong> nodo. La<br />

formula [2.29] presenta però il termine dovuto alle tensioni dei generatori che complica un po' le cose.<br />

Conviene allora procedere in questo modo. Prima <strong>di</strong> applicare il metodo, si considerano tutti i lati dove sono<br />

presenti dei generatori <strong>di</strong> tensione. Questi saranno, in generale, in serie con delle resistenze. E' allora<br />

possibile trasformare questi lati negli equivalenti che presentano un generatore <strong>di</strong> corrente, posto in parallelo<br />

allo stesso valore <strong>di</strong> resistenza posto in serie al generatore <strong>di</strong> tensione originale, ed erogante una corrente<br />

A pari a:<br />

A = E R<br />

[2.30]<br />

in questo modo la rete presenterà solo bipoli passivi e <strong>degli</strong> iniettori <strong>di</strong> corrente in ogni nodo che sia estremo<br />

<strong>di</strong> un lato ove era presente un generatore <strong>di</strong> tensione.<br />

Questa procedura rende ancora più frequente la possibilità <strong>di</strong> considerare come no<strong>di</strong> anche i punti tra due<br />

tronconi <strong>di</strong> lato: spesso è proprio in tali punti che viene posizionata l'iniezione <strong>di</strong> corrente. Si consideri infatti<br />

un lato che presenti in serie una resistenza e un generatore reale <strong>di</strong> f.e.m.: il generatore reale è composto<br />

dalla serie <strong>di</strong> un generatore ideale e <strong>di</strong> una resistenza. Si può allora procedere in due mo<strong>di</strong>: a) conglobare la<br />

Versione 1.00 - ottobre 2010 A.A. 2010-2011

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