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GIANCARLO PIREDDU, Un mondo di vinti - Pavia University Press

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Giancarlo Pireddu – <strong>Un</strong> <strong>mondo</strong> <strong>di</strong> <strong>vinti</strong><br />

Tabelle socio-demografiche in base al ‘colore’ razziale<br />

Breve premessa<br />

Nel linguaggio corrente in Brasile il termine «razza» viene sostituito dal termine<br />

«colore» termine che possiede significati sociali più ampi <strong>di</strong> quanto possa far ritenere la<br />

semplice parola e che consente <strong>di</strong> caratterizzare il sistema brasiliano <strong>di</strong><br />

rappresentazione e <strong>di</strong> classificazione delle «razze» in termini <strong>di</strong> continuum (Ribeiro<br />

Corossacz 2007, pp. 148-149). A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto si osserva nei paesi <strong>di</strong> cultura<br />

anglosassone, in Brasile la varietà <strong>di</strong> alcuni tratti fisici (colore della pelle, capelli,<br />

forma del naso e della bocca) sono percepiti come un continuum <strong>di</strong> sfumature, una linea<br />

ai cui estremi si trovano l’in<strong>di</strong>viduo bianco e quello nero. Il continuum ha il vantaggio<br />

<strong>di</strong> negare l’opposizione bianco/nero, poiché costituisce una graduazione che frammenta<br />

il contrasto, sgradevole e pieno <strong>di</strong> significati storico-sociali, tra bianchi e neri in<br />

innumerevoli, ma impercettibili contrasti, creando una situazione che mette le persone<br />

più a loro agio senza richiamare il meccanismo sociale (il ‘razzismo’) che produce la<br />

<strong>di</strong>scriminazione della popolazione nera. 1<br />

La società brasiliana è stata profondamente plasmata da due istituzioni dell’epoca<br />

coloniale: il latifondo e la schiavitù. In relazione allo schiavo venivano determinate sia la<br />

posizione relativa <strong>di</strong> ciascun in<strong>di</strong>viduo nella società, sia la sfera degli atteggiamenti<br />

sociali dominanti. Le fazendas dello zucchero e del caffè erano esse stesse la ‘società’<br />

brasiliana, la quale viveva quoti<strong>di</strong>anamente entro quattro vertici <strong>di</strong> un quadrilatero sociale<br />

formato dalla casa-grande del signore, la chiesa, la piantagione e la senzala ove<br />

alloggiavano gli schiavi. 2 L’identificazione delle posizioni relative degli in<strong>di</strong>vidui nella<br />

società ha coinciso per circa quattrocento anni con l’identità razziale: schiavo il ‘nero’<br />

(allora detto «negro») e signore il ‘bianco’. La conseguenza più evidente, che è ben<br />

ra<strong>di</strong>cata nella società brasiliana e che perdura sotto altre forme ancora oggi, riguarda la<br />

rappresentazione collettiva che concerne la ‘razza’: una presunta inferiorità innata e<br />

ineluttabile della popolazione nera. 3<br />

1 La questione razziale brasiliana ha interessato in passato molti stu<strong>di</strong>osi, tra i quali T. de Azevedo, R.<br />

Bastide, J.B. Borges Pereira, F.H. Cardoso, L.A. Costa Pinto, F. Fernandes, O. Ianni, D. Pierson, A. Ramos e<br />

più recentemente C. Hasenbalg e N. do Valle Silva.<br />

2 I caratteri peculiari e tra<strong>di</strong>zionali della società schiavista sono stati descritti da Gilberto Freyre nel 1933 in<br />

Casa-grande e Senzala (pubblicato in italiano da Einau<strong>di</strong> nel 1965 con il titolo <strong>di</strong> Padroni e Schiavi. La<br />

formazione della famiglia brasiliana in regime <strong>di</strong> economia patriarcale).<br />

3 Secondo Ribeiro (1975, pp. 168-169): «Gli stereotipi razziali, <strong>di</strong>ffondendosi in una società costituita in<br />

maggioranza da gente <strong>di</strong> colore, rappresentano ovviamente un’enorme carica <strong>di</strong> amarezza. Ritenute come verità<br />

in<strong>di</strong>scutibili, perché sacralizzate con il potere del consenso, queste rappresentazioni, anche quando sono<br />

attenuate, si consolidano sempre <strong>di</strong> più. È questo il caso dell’imbiancamento sociale <strong>di</strong> qualsiasi negro o mulatto<br />

<strong>di</strong> successo, dei mo<strong>di</strong> paternalistici verso la balia o verso il negro i quali devono rimanere umili e lavoratori […]<br />

Tanto nelle forme più brutali <strong>di</strong> trattamento del negro della piantagione come animale della natura e ignorante,<br />

quanto in quelle attenuate, tali rappresentazioni esercitano la funzione <strong>di</strong> conservare la struttura del potere […]<br />

Ostacolando l’ascesa sociale delle persone che mostrano i più niti<strong>di</strong> tratti razziali <strong>di</strong> un’ancestralità negra, ma<br />

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