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GIANCARLO PIREDDU, Un mondo di vinti - Pavia University Press

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Capitolo 3<br />

I conta<strong>di</strong>ni e l’agricoltura <strong>di</strong> sussistenza<br />

3.1. Tecniche <strong>di</strong> coltura e <strong>di</strong> allevamento<br />

Il ciclo annuale delle colture prende avvio nei mesi <strong>di</strong> luglio e agosto, il periodo <strong>di</strong><br />

massima siccità, con la pulitura dei campi dalle sterpaglie per rivitalizzare i pascoli e per<br />

pre<strong>di</strong>sporre i terreni alla semina. Il modo <strong>di</strong> lavorare un campo già <strong>di</strong>sboscato (paiada)<br />

era <strong>di</strong>fferente rispetto a quello ancora ricoperto <strong>di</strong> alberi. In questo secondo caso il<br />

conta<strong>di</strong>no per prima cosa doveva abbattere con la scure albero dopo albero. Le ra<strong>di</strong>ci<br />

erano estratte dal suolo dopo che il calore solare le aveva fatte seccare; per questo motivo<br />

il <strong>di</strong>sboscamento (derrubada) doveva essere eseguito durante la stagione delle piogge.<br />

Con l’arrivo della secca il conta<strong>di</strong>no bruciava il campo e con il ritorno delle piogge<br />

procedeva con la semina solo quando la terra era sufficientemente umida per far crescere<br />

il seme. Non potendo <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> concimi naturali o sintetici, il fertilizzante era costituito<br />

dalle ceneri risultanti dall’azione del fuoco. La pratica del «taglia e brucia» si ad<strong>di</strong>ceva<br />

alle terre vergini. Ma dopo alcuni raccolti, la fertilità del suolo <strong>di</strong>minuiva sensibilmente e<br />

il conta<strong>di</strong>no si vedeva costretto ad abbandonare quell’appezzamento. Allora tagliava e<br />

bruciava un altro lembo <strong>di</strong> terreno e lo coltivava fino a quando otteneva una certa resa<br />

minima. La pratica del fuoco ha conseguenze catastrofiche sulla natura fisica del suolo e<br />

sulle sue forme viventi. 1<br />

L’attrezzatura usata nelle attività agricole regionali era ru<strong>di</strong>mentale e manuale, senza<br />

impiego <strong>di</strong> trattori, aratri o altri macchinari. Gli attrezzi da lavoro caratteristici erano:<br />

zappa (enxada), scure (machado), una speciale lama per abbattere rami o piccoli alberi e<br />

sterpaglia (foice) e una piccola seminatrice manuale (prantadeira-a-mão). 2 I conta<strong>di</strong>ni<br />

non impiegavano concimi e nemmeno quello naturale, lo stallatico. Il basso livello tecnico<br />

nell’agricoltura era riscontrabile anche nella mancata pratica della rotazione, per cui, se si<br />

esclude il solo beneficio apportato dalla coltivazione del fagiolo, la caduta <strong>di</strong> fertilità del<br />

suolo era fronteggiata lasciando riposare per alcuni anni il campo. 3<br />

1 L’humus si <strong>di</strong>ssolve e il terreno inizia un processo <strong>di</strong> impoverimento irreversibile: la materia organica è<br />

persa definitivamente e per effetto della combustione la potassa viene ridotta allo stato <strong>di</strong> carbonato molto<br />

solubile che si <strong>di</strong>ssolve alle prime piogge. Mancando ogni azione <strong>di</strong> contrasto per conservare la fertilità, le<br />

piogge torrenziali lavano il suolo agricolo e, per un processo chimico-fisico, detto lisciviazione, ne riducono<br />

irreversibilmente la fertilità.<br />

2 Nel 1969 ho verificato che i 114 conta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Aparecida <strong>di</strong>sponevano complessivamente dei seguenti strumenti:<br />

45 enxadas, 44 machados, 40 foices, 23 prantadeiras-a-mão, me<strong>di</strong>amente un attrezzo ogni due persone.<br />

3 Questo tipo <strong>di</strong> rotazione agraria – dei campi e non delle colture in uno stesso campo – è noto come<br />

«agricoltura itinerante». La coltivazione delle leguminose, come il fagiolo, ha la proprietà <strong>di</strong> fissare l’azoto<br />

nel suolo e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> renderlo più fertile.

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