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CAGLIARI E IL SUD<br />
39<br />
raneo, dal<br />
cui porto<br />
transitavano<br />
i minerali,<br />
oro compreso,<br />
estratti<br />
nell’Iglesiente. Per<br />
questo Tolomeo la chiamò insula<br />
plumbaria, l’isola del piombo. Al<br />
tempo della II guerra punica, il porto<br />
fu usato come base dalla flotta<br />
cartaginese. L’alleanza le costò in<br />
seguito la punizione da parte dei<br />
vincitori Romani. Questo non fermò la<br />
sua espansione che continuò fino alla<br />
fine dell’Impero. Nel Medioevo le<br />
continue scorrerie dei pirati portarono<br />
a un progressivo abbandono. L’abitato<br />
si estende dal mare alla collina, con<br />
case dai balconcini in ferro battuto. In<br />
cima al paese, su un’altura rocciosa, il<br />
Castello Sabaudo in trachite rossa e<br />
l’Acropoli della città punica. Su una<br />
roccia trachitica che domina il mare c’è<br />
il Tophet, il santuario-necropoli dove<br />
venivano deposte le ceneri dei bambini<br />
nati morti o defunti poco dopo la<br />
nascita. In zona l’area della Necropoli<br />
punica, una quarantina di tombe<br />
ipogee, utilizzate per deposizioni di<br />
gruppi familiari e successivamente dai<br />
Romani per la deposizione di urne in<br />
pietra o piombo contenenti le ceneri<br />
dei defunti. Le tombe occupano tutta<br />
la parte alta dell’abitato, trasformate<br />
nell’epoca cristiana in catacombe<br />
paleocristiane.<br />
Sotto la chiesa di Sant’Antioco,<br />
costruita nel VI secolo con pianta a<br />
croce greca e cupola centrale ma<br />
modificata intorno al 1000, si aprono<br />
le catacombe dove la tradizione vuole<br />
fosse sepolto il santo patrono dell’isola<br />
proveniente dalla Mauritania (in<br />
periodo romano l’area del Maghreb).<br />
Se ne può visitare solo una parte<br />
aperta sotto il transetto destro. I vani<br />
sono alti meno di due metri e in alcuni<br />
punti affrescati.<br />
Nella vicina Via Regina Margherita,<br />
nella palazzina del Monte Granatico è<br />
stato aperto l’Antiquarium Civico in<br />
attesa che vengano ultimati i restauri<br />
del Museo Archeologico ai piedi del<br />
Tophet. All’interno ceramiche, gioielli<br />
e oggetti fenici e romani. Interessante<br />
anche la raccolta del Museo<br />
Etnografico, aperto nel luglio 1996,<br />
grazie a donazioni e a prestiti privati,<br />
in un vecchio impianto di<br />
vinificazione. Nella grande stanza sono<br />
presentati tutti gli attrezzi da cucina,<br />
quelli per fare il formaggio e quelli per<br />
coltivare la vigna. Nella sezione<br />
tessitura sono esposti fusi e telai per la<br />
lavorazione della lana e del bisso, il<br />
filato impalpabile che si ricava dalla<br />
Pinna nobilis, la nacchera, il più<br />
grande bivalve del Mediterraneo. Nel<br />
portico esterno sono esposti gli<br />
strumenti per la vinificazione e<br />
l’allevamento. A fine giugno, per la<br />
festa di San Pietro, patrono dei<br />
pescatori, si svolge una suggestiva<br />
Processione a Mare.<br />
TRATALÌAS<br />
Piccolo centro del<br />
Sulcis, fino al 1413<br />
fu sede<br />
vescovile, come<br />
testimonia la<br />
cattedrale di<br />
Santa Maria,<br />
in stile<br />
romanico<br />
pisano. Consacrata nel 1213,<br />
presenta una facciata divisa orizzontalmente<br />
da una cornice ad archetti<br />
pensili, sormontata da un rosone.<br />
Curioso il timpano da cui sporge<br />
l’ultimo tratto della scala d’accesso al<br />
tetto. Anche i fianchi e l’abside sono<br />
percorsi da lesene ad archetti. All’interno<br />
le tre navate sono divise da<br />
grossi pilastri a sezione ottagonale. Un<br />
retablo datato 1596 è dedicato a San<br />
Giovanni Battista e a San Giovanni<br />
Evangelista, con al centro la Vergine e<br />
il Bambino.