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Sardegna Turismo

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LA COSTA OCCIDENTALE<br />

85<br />

La Costa<br />

occidentale<br />

All’improvviso il verde della macchia<br />

mediterranea è interrotto da una<br />

nuvola rosa. Non sono i fiori di cisto,<br />

ma i quattromila fenicotteri che<br />

eleggono lo stagno di Sale Porcus e gli<br />

altri specchi d’acqua della costa<br />

occidentale della <strong>Sardegna</strong> ad abituale<br />

dimora invernale, quando il maestrale<br />

soffia sul Golfo del Leone.<br />

Con i suoi stagni di acqua dolce, le<br />

lagune di acqua salmastra, le barene e<br />

le dune costiere, la regione intorno a<br />

Oristano rappresenta una delle più<br />

importanti zone umide d’Europa.<br />

Artefici di questo ecosistema prezioso<br />

sono le acque del fiume Tirso e il<br />

maestrale. Soffiando violento da<br />

occidente, il vento ha fatto accumulare<br />

nei secoli alte dune di sabbia che<br />

hanno ostacolato il deflusso delle<br />

acque. La pianura che si stende intorno<br />

all’ultimo tratto del fiume era un<br />

tempo infestata dalla zanzara anofele.<br />

Solo nel XX secolo, grazie soprattutto<br />

alle bonifiche degli anni Trenta e alla<br />

campagna Rockefeller contro la<br />

malaria, è stato possibile coltivare<br />

senza rischi la campagna fertilissima<br />

dove si producono primizie destinate<br />

ai mercati del continente. Anche la<br />

Vernaccia, il vino più rinomato della<br />

<strong>Sardegna</strong>, proviene dalle basse viti che<br />

si estendono alle spalle delle spiagge<br />

del Sinis. La ricchezza di questa costa<br />

ha da sempre attirato le navi degli<br />

stranieri, a iniziare dai Fenici che vi<br />

trovarono attracchi sicuri come Sulki e<br />

Tharros ma anche ricche possibilità<br />

commerciali grazie all’ossidiana<br />

estratta dalle miniere di monte Arci.<br />

Anche i Romani e gli Spagnoli hanno<br />

lasciato un’impronta inconfondibile a<br />

Bosa e trasformato Alghero in un<br />

angolo di terra catalana in <strong>Sardegna</strong>.<br />

La dimensione quasi familiare delle<br />

spiagge e dei centri balneari ben si<br />

sposa con le dune di sabbia ombreggiate<br />

da folte pinete o con le distese di<br />

chicchi di quarzo traslucidi dove<br />

crescono i gigli selvatici. Ci sono anche<br />

tratti impervi e rocciosi, raggiungibili<br />

soltanto dal mare o tramite lunghe<br />

passeggiate.<br />

Sentieri ben segnalati in parchi<br />

naturali, spiagge che ricordano quelle<br />

dei mari tropicali, rovine puniche e<br />

cattedrali romaniche, città fortificate e<br />

specialità eno-gastronomiche. La costa<br />

occidentale della <strong>Sardegna</strong> soddisfa le<br />

esigenze più diverse, da quelle di chi<br />

vuole riposare su una spiaggia, e ha<br />

solo l’imbarazzo della scelta tra Is<br />

Arenas, Is Arutas e Bosa Marina, a<br />

quelle di chi predilige la scoperta della<br />

tradizione e ricerca vini e specialità<br />

gastronomiche locali (dalla Vernaccia<br />

alla bottarga) senza disdegnare i musei<br />

della civiltà materiale, come il piccolo<br />

gioiello di Santu Lussurgiu.<br />

Le distanze relativamente brevi tra i<br />

centri e i dislivelli minimi, specialmente<br />

nel Sinis e nel Campidano di<br />

Oristano, ne fanno una meta ideale per<br />

i cicloturisti. Innumerevoli anche i<br />

percorsi per gli amanti del trekking e<br />

quelli che preferiscono muoversi in<br />

sella a un cavallo, partendo dal centro<br />

equestre di Ala Birdi.<br />

ALGHERO<br />

Nei primi anni del 1100,<br />

la nobile famiglia<br />

genovese dei Doria<br />

decise di fondare due<br />

piazzeforti in terra<br />

sarda. Nacquero così<br />

Castelgenovese (oggi<br />

Castelsardo) e Alghero. A<br />

causa della grande quantità di alghe<br />

depositate dal mare, la città prese il<br />

nome di Alquerium - s’Alighera in<br />

sardo e l’Alquer in catalano. Nel 1353,<br />

dopo una brevissima parentesi di

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