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Tinarelli - 2008 - Le antiche pilerie italiane e lindustria risiera

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Sempre in tema di decorticazione del riso è un’altra notizia d’origine africana<br />

che riporta una pratica intelligente seppure primitiva, ricordata da Gariboldi.<br />

Il riso grezzo era esposto al sole su terra battuta, coperta da foglie impregnate<br />

da materie grasse, e veniva innaffiato. Durante il procedimento ripetuto più volte<br />

e a seguito di particolari operazioni di accumulo e di spargimento, le glumelle<br />

si aprivano per l’effetto termico derivato dal calore solare che, provocando il rigonfiamento<br />

dei grani, spezzava il rivestimento. L’operazione veniva ancora ripetuta<br />

con il riso grezzo bagnato entro anfore poste sul fuoco fino a quando tutto<br />

il prodotto, о quasi, appariva decorticato, seguito da successive operazioni manuali<br />

di vagliatura.<br />

Un mortaio della pileria<br />

nel 1700 reso a fioriera.<br />

Nel nord-America, i nativi delle <strong>antiche</strong> tribù del Canada, navigando con le<br />

canoe sulle rive dei laghi, raccoglievano una Specie di riso selvatico, il “Wild rice”<br />

- in sede botanica è la Zizania palustris - prima che le cariossidi mature, caduche,<br />

si disperdessero nell’acqua. Fu la scoperta di un geografo italiano che nel<br />

XVII secolo era al seguito delle truppe occupanti francesi.<br />

Il prodotto grezzo, raccolto ed essiccato al sole, era posto su pelli stese a terra<br />

per la decorticazione. Un uomo о una donna, calzando i mocassini e reggendosi ad<br />

un palo piantato accanto, calpestava il cereale sino al completo scortecciamento dei<br />

grani. Il decorticato, riposto entro piccoli involucri di pelle, in seguito era sepolto<br />

nel terreno nascondendolo anche lontano, per potersene alimentare al momento utile,<br />

durante il vagare delle azioni di caccia. L’accorgimento era per evitare che animali<br />

selvatici, о i nemici, lo scoprissero. Per i nativi di quelle tribù il cereale, con il<br />

miele d’acero, era l’unico alimento che consentisse loro un nutrimento per apporto<br />

di carboidrati. Causa il possesso di quel cereale le tribù combatterono aspramente<br />

tra loro, ancor prima dell’intervento dei bianchi e con altrettanta ferocia.<br />

In Italia, la tappa immediatamente successiva all’impiego del mortaio e del pestello<br />

manovrato a mano fu il tentativo di meccanizzare il movimento, ad evitare la fatica<br />

e a rendere più razionali e rapide le operazioni. Armando Cariboldi, nel suo pregevole<br />

lavoro, ricorda che si cercò di operare con un pestello manovrato mediante corde,<br />

tramite una serie di leve per le quali il “pillo” veniva sollevato e lasciato ricadere per<br />

gravità entro la buca о mortaio, così come è immaginato dal disegno in illustrazione.<br />

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