la_toscana_marzo_2017 (1)
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Obbiettivo<br />
Fotografia<br />
A cura di<br />
Maria Grazia Dainelli<br />
Giacomo<br />
Giachi<br />
Un fotografo...a pesca<br />
di emozioni<br />
Autoritratto di Giacomo Giachi<br />
di Amedeo Menci<br />
Giacomo Giachi è un architetto, con <strong>la</strong> passione del viaggio<br />
e del<strong>la</strong> fotografia. Nascere in Toscana gli ha permesso<br />
di apprezzare, fin da piccolo paesaggi, luoghi e<br />
persone. Ma è stato l’iniziare a viaggiare che gli ha «aperto un<br />
mondo infinito fatto di esperienze uniche ed emozioni irripetibili».<br />
Con <strong>la</strong> fotografia cerca di «cogliere istanti che altrimenti<br />
rischierebbero di essere dimenticati, provando a fermare<br />
con l’obiettivo una suggestione che il tempo inevitabilmente<br />
offuscherebbe». La sua passione per <strong>la</strong> fotografia, che è<br />
sempre stata presente in lui, nasce già con le po<strong>la</strong>roid, per<br />
poi esplodere definitivamente proprio attraverso il viaggiare,<br />
inizialmente come appunti di memoria e ricordi di viaggio.<br />
Nel 2004 a New York incontra il proprio amore fotografico: <strong>la</strong><br />
Leica a telemetro. Scopre così <strong>la</strong> vera fotografia grazie anche<br />
a grandi autori come Bresson, Capa e Gianni Berengo Gardin.<br />
Giacomo Giachi ha così iniziato a studiare <strong>la</strong> fotografia, con<br />
corsi e workshop ma soprattutto sfogliando tanti libri e cercando<br />
il proprio stile. Stile che spazia dal reportage alle foto<br />
di famiglia. Sul perché Giacomo Giachi ami fotografare non<br />
c’è dubbio, non lo fa solo per un fine: «Scatto per me stesso».<br />
La fotografia è per lui una sorta di “automedicina”. Il suo<br />
percorso nell’azione dello scattare una foto prevede prima il<br />
pensare e poi lo scattare. E’ una sorta di “pescatore-fotografo”:<br />
prima trova <strong>la</strong> zona giusta e poi attende, qualcosa succederà.<br />
Capisce subito che il luogo è quello giusto: «Sento un<br />
brivido». Una buona foto deve emozionare, non semplicemente<br />
essere bel<strong>la</strong>: «Una foto può essere bel<strong>la</strong> tecnicamente<br />
ma non trasmettere alcuna emozione». La foto che mostra<br />
già tutto è da poco, <strong>la</strong> foto in cui c’è invece qualcosa di più<br />
profondo, una sorta di vedo-non vedo è più appassionante.<br />
Giacomo Giachi predilige il bianco e nero: «Spesso il colore<br />
distrae». Ha utilizzato <strong>la</strong> pellico<strong>la</strong>, poi il digitale e ancora <strong>la</strong><br />
pellico<strong>la</strong>, che ultimamente sta utilizzando per foto a colori,<br />
in cui questi però rimangono partico<strong>la</strong>rmente tenui. Nei suoi<br />
scatti si avverte <strong>la</strong> perfetta sintonia tra tecnica, emozione e<br />
una sorta di stupore per <strong>la</strong> vita.<br />
www.giacomogiachi.com<br />
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Giacomo Giachi