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SUONO n° 524

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INSIDE<br />

IN ALTO: Electric Ladyland, Jimmy Hendrix (1968).<br />

A SINISTRA: La musica al tempo dello Human Be-In.<br />

IN BASSO: Chris Koren, playmate del mese di marzo nel 1970.<br />

vinile: molti dischi sono ricordati per la loro copertina prima ancora che<br />

per la loro musica. Artisti famosi di vari periodi storici si sono cimentati<br />

nel dare un’identità visiva a singoli album ma a volte anche a intere<br />

discografie di musicisti e gruppi, facendo in modo che nell’immaginario<br />

collettivo si identificasse con l’espressione visiva il genere e la musica.<br />

Il gradimento e l’importanza della copertina è tutt’oggi significativo,<br />

un vero e proprio genere d’arte identificato dal termine “cover art”.<br />

Il fascino della copertina è dunque essenziale per il vinile: l’artwork<br />

stimola l’udito, il tatto, l’olfatto, la vista. Alla musica, quindi, si lega<br />

l’odore della confezione, l’immagine in grado di attivare nell’ascoltatore<br />

la sinestesia dei sensi nella percezione, durante la quale le stimolazioni<br />

uditive, tattili, visive e olfattive sono percepite dall’individuo come<br />

eventi sensoriali conniventi. L’immagine dell’artwork diventa espressione<br />

visiva della musica e la fotografia un elemento importante per<br />

la copertina, sempre più opportunità d’espressione per molti artisti e<br />

quindi essa stessa opera e oggetto d’arte. Molte copertine sono state<br />

create da importanti illustratori e artisti che affiancano alla musica un<br />

lavoro grafico di qualità, come Andy Warhol. In Italia importanti disegnatori<br />

e fumettisti hanno realizzato eccezionali illustrazioni come Milo<br />

Manara per La Grande Avventura di Riccardo Cocciante. La copertina<br />

di un disco è anche una fotografia della società in cui viene realizzata,<br />

indice quindi del contesto (moda, società, simboli) e del momento in<br />

cui viene prodotta. La natura stessa del vinile richiede il coinvolgimento<br />

di più sensi contemporaneamente. Nell’atto della riproduzione di un<br />

disco inevitabilmente ci si sofferma a osservare la sua etichetta e la sua<br />

superficie scintillante e ancora lo stilo raccogliere il suono attraverso<br />

il braccetto. È uno strumento specialistico che unisce il suo fascino<br />

multisensoriale con una singolare e calibrata identità tecnologica. E<br />

questo è un elemento importante che ha contribuito a fare del vinile il<br />

re degli oggetti culturali tra gli anni ’60 e ’70.<br />

26 <strong>SUONO</strong> marzo 2018

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