SUONO n° 524
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SELECTOR<br />
di Alfonso Cristofano (in collaborazione con Agenzia di stampa Dire)<br />
LA SFIDA DI<br />
CORALLIUM<br />
Ogni domenica al Teatro Bellini di Napoli, e per tutta<br />
la stagione teatrale, viene data la possibilità a giovani<br />
talenti di emergere e migliorare. Abbiamo parlato di<br />
questo progetto con il maestro e giovanissimo direttore<br />
d’orchestra Luca Bagagli.<br />
Nella sua giovanissima<br />
carriera lei ha<br />
suonato e ha collaborato<br />
con importanti<br />
enti lirici e sinfonici.<br />
Dove è scoccata la scintilla?<br />
La mia è un storia frutto del “caso”. In<br />
famiglia nessuno suona, non sono figlio<br />
d’arte, ricordo che una volta mio padre mi<br />
portò al San Carlo, avevo 8-9 anni, rimasi<br />
affascinato da quella novità e decisi di<br />
suonare il violino, che poi è lo strumento<br />
più presente in orchestra. La mia prima<br />
raccolta in musicassetta la trovai in casa:<br />
le nove sinfonie di Beethoven dirette da<br />
Karajan. Quello che posso dire è che questa<br />
forma d’arte, la musica senza parole, senza<br />
un testo, mi prese completamente. Il passo<br />
successivo fu iscrivermi alle scuole medie<br />
a indirizzo sperimentale di musica. Scelsi<br />
il violino. Non me ne sarei più separato.<br />
Lei adesso a trentasei anni dirige.<br />
Il passaggio è stato traumatico?<br />
Sono scappato dalla scelta della direzione<br />
per una vita. Nonostante l’avessi dentro<br />
dai tempi del conservatorio, lo sentissi<br />
dentro, poi l’ho evitato perché, beh, perché<br />
la vita è strana! (ride) La direzione per me<br />
è stata un atto di responsabilità, per fare<br />
la cosa a me più aderente e che mi rendesse<br />
felice. Ho intrapreso questa strada<br />
due anni fa, avevo finito le scuse con me<br />
stesso. Continuo comunque a suonare, mi<br />
piace, il passaggio non è stato traumatico<br />
ma ora leggo la musica con un’altra chiave.<br />
Secondo me il direttore d’orchestra serve<br />
a dare un propria impostazione del pezzo<br />
in sede di prova, in sede di concerto, la<br />
propria interpretazione, ecco. Quello che<br />
però ritengo fondamentale è che il pubblico<br />
riconosca gestualmente quali strumenti<br />
hanno predominanza e quali sono<br />
di accompagnamento. Un po’ come una<br />
partitura umana, uno scrittore di gesti, che<br />
cambiano in ogni concerto. Ogni direzione<br />
è una presa di posizione del proprio corpo.<br />
Mai uguale né alla precedente né alla<br />
successiva.<br />
Il progetto Corallium ha come obiettivo<br />
far avvicinare il pubblico alla<br />
musica classica e dare la possibilità<br />
a giovani talenti di esibirsi. Come è<br />
nata l’idea?<br />
La causa è un po’ passionale. Mi spiego.<br />
Vivo da anni fuori Napoli e come tutti gli<br />
emigrati provo amore e odio per la mia<br />
città. Considero questa terra molto fertile<br />
dal punto di vista musicale, piena di talenti.<br />
Talenti in potenza e che in un contesto<br />
culturale, mi sento di dire “evoluto”, avrebbero<br />
degli spazi per potersi esprimere, la<br />
possibilità di fare esperienze sbagliando, di<br />
cominciare a suonare e lavorare avendo la<br />
percezione di quello che potranno essere<br />
tra 10 anni, di fare un percorso indirizzato.<br />
Allo stato attuale questa offerta non esiste.<br />
Corallium è un’orchestra prevalentemente<br />
under 30; alcuni elementi, come la mia<br />
compagna violista Elena Favilla, vengono<br />
a dare una mano per permettere a questi<br />
ragazzi di confrontarsi con musicisti più<br />
maturi. Vorrei che avessero la possibilità<br />
di scegliere di rimanere, come non è potuto<br />
accadere a me che a 22 anni sono dovuto<br />
andare fuori per lavorare, ed è un peccato.<br />
L’anno scorso, quindi, alcuni giovani mi<br />
hanno chiesto di organizzare un’orchestra<br />
e non potevo non pensare al Bellini che,<br />
tra l’altro, si è aperto alla sinfonica, non<br />
fa solo teatro, prosa. Secondo me sono<br />
stati lungimiranti nell’accettare la mia<br />
sfida: portare di domenica alle 11.30 un<br />
concerto classico, abitudine che non è mai<br />
esistita a Napoli. Certo la strada è lunga<br />
ed è difficile, soprattutto da punto di vista<br />
economico, cerchiamo finanziatori, anche<br />
il pubblico ci dà una mano. Questi ragazzi<br />
non vanno lasciati soli.<br />
88 <strong>SUONO</strong> marzo 2018